La condanna di Marine Le Pen: si prepara il suo “delfino” Jordan Bardella

La leader di Rassemblement National è stata ora dichiarata “ineleggibile” e il provvedimento scadrà alla fine del 2027.

Parigi – Marine Le Pen, dopo tre sconfitte nella corsa all’Eliseo, deve dire addio al suo grande sogno. La leader del Rassemblement National, condannata a quattro anni di reclusione di cui due agli arresti domiciliari e a cinque anni di ineleggibilità con esecuzione immediata, finisce la sua corsa. E’ stata riconosciuta colpevole di appropriazione indebita di fondi pubblici nell’ambito dell’inchiesta per l’utilizzo di denaro destinato agli assistenti europarlamentari per pagare invece il personale del Rassemblement National. Le Pen farà appello, ma i tempi tecnici della giustizia francese rendono altamente improbabile la possibilità che possa candidarsi alla corsa per l’Eliseo del 2027, anche in caso di assoluzione in secondo grado.

Si prepara dunque il suo delfino, per guidare il partito, Jordan Bardella, primo dirigente della formazione di estrema destra. Nato nel 1995 a Drancy, nel dipartimento di Seine-Saint-Denis, alla periferia di Parigi, Bardella ha sempre messo in evidenza il fatto di avere vissuto nella banlieue in una famiglia con background migratorio. Un elemento che gli ha fatto gioco per ammorbidire l’immagine del partito. La madre era immigrata in Francia dall’Italia negli anni ’60, e di origini italiane è anche il padre, con una nonna di origini algerine. Nel 2022 Le Pen lo ha incoronato, a soli 27 anni, come suo successore alla presidenza di Rn. Una mossa tattica per lasciare le redini a un candidato più giovane, in grado di attrarre gli elettori delle ultime generazioni. Una decisione azzeccata, visto che fra i giovani è scattata una sorta di ‘Bardella mania’.

Jordan Bardella

Un fenomeno spinto anche dal suo sapiente uso dei social, dove conta oltre un milione di follower tra Instagram e X, mentre su Tik Tok ha sfondato quota due milioni. Inizialmente, nei piani di Le Pen, il suo ruolo doveva essere quello di premier, con Marine nuovamente candidata all’Eliseo, ma la sentenza del Tribunale di Parigi ha cambiato le carte in tavola. Il Parlamento europeo ha preso atto della sentenza “che stabilisce la pena per frode” a Marine Le Pen e altri eurodeputati.

L’obiettivo del Parlamento europeo quando è rappresentato come parte civile – e sempre in tali circostanze – è proteggere e salvaguardare i fondi dei contribuenti europei, dei cittadini europei e il bilancio dell’Ue in linea con il nostro mandato e le regole stabilite”. Lo dice la portavoce del Parlamento europeo, Delphine Colard, in un briefing con la stampa prima della pleneria. “In questa fase, il Parlamento europeo non può dire altro sui vari aspetti della sentenza o sulle possibili procedure di appello che potrebbero derivarne, quindi non ci sono ulteriori commenti in merito”, aggiunge. ”Faremo appello”, ha annunciato l’avvocato di Marine Le Pen, dopo la condanna dell’esponente del Rassemblement National nel processo sugli assistenti all’Europarlamento di Strasburgo. 

Marie Le Pen

Secondo Le Monde, “se Marine Le Pen manterrà il suo mandato di deputata del Pas-de-Calais, le conseguenze politiche della sentenza saranno disastrose: in attesa di una futura decisione, non potrà candidarsi a nessuna elezione per cinque anni, ovvero fino a dopo le elezioni presidenziali del 2027″.  I nove europarlamentari, tra cui Marine Le Pen, e i dodici assistenti parlamentari dichiarati colpevoli al tribunale di Parigi hanno firmato dei ”contratti fittizi”, nel quadro di un vero e proprio ”sistema” di appropriazione indebita all’interno del Rassemblement National, ha dichiarato la presidente del tribunale, Bénédicte de Perthuis.

‘’E’ stato accertato che tutte queste persone lavoravano in realtà per il partito, che il loro deputato (di riferimento) non aveva affidato loro alcun compito” e che ”passavano da un deputato all’altro”, ha precisato la magistrata, aggiungendo: ”Non si trattava di mutualizzare il lavoro degli assistenti quanto piuttosto di mutualizzare le risorse dei deputati”.  De Perthuis ha poi avvertito: ”Che le cose siano chiare: nessuno viene processato per aver fatto della politica, non è il tema. La questione è sapere se i contratti sono stati eseguiti o meno”. Marine Le Pen ”è al centro di questo sistema, dal 2009, con autorità”, ha dichiarato la presidente del tribunale di Parigi pronunciando le sentenze . Il tribunale ha stimato il danno complessivo in 2,9 milioni di euro, in quanto il Parlamento europeo si è “assunto la responsabilità di persone che in realtà lavoravano per il partito” di Le Pen.

Nel frattempo sui social Jordan Bardella ha lanciato una “mobilitazione popolare e pacifica” a sostegno di Marine Le Pen. “La condanna con esecuzione provvisoria di Marine Le Pen, che le impedisce di candidarsi nel 2027, è uno scandalo democratico”, scrive Bardella, riferendosi alle prossime elezioni presidenziali, “dimostriamo loro che la volontà del popolo è più forte”. Il Rassemblement National ha quindi lanciato una petizione dal nome ‘Salviamo la democrazia, sosteniamo Marine!’. “Non è solo Marine Le Pen a essere ingiustamente condannata: è la democrazia francese a essere messa a morte. Non è più il governo dei giudici, ma la dittatura dei giudici, che vuole impedire al popolo francese di esprimersi”, si legge nella petizione, “facciamo appello a una mobilitazione popolare e pacifica: firma la nostra petizione di sostegno. Avete sempre potuto contare su Marine Le Pen, sulla sua volontà di difendervi, sul suo patriottismo. Oggi conta su di te. Dimostriamo a coloro che vogliono aggirare la democrazia che la volontà del popolo è più forte!”.

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