La coazione a ripetere, malattia inguaribile dell’uomo. Stavolta tocca alle balene

Per sapere se i sonar di navi e trivelle interagiscono con i grandi animali del mare e se possono essere o meno tollerati e in quale quantità da questi cetacei, decine di balene e i loro piccoli verranno bombardati per ore da fonti di rumore. Una tortura inutile e priva di fondamento scientifico.

RomaÈ proprio vero, ogni giorno abbiamo l’ennesima riprova: l’essere umano ha la testa più dura della roccia. E continua a reiterare sempre gli stessi comportamenti senza imparare un fico secco dagli errori passati. Una sorta di coazione a ripetere che in psicologia è quella tendenza, del tutto inconscia, a porsi in situazioni penose o dolorose senza rendersi conto di averle attivamente determinate, né che si tratta della ripetizione di vecchie esperienze.

Navi baleniere norvegesi a caccia di calene e balenotteri

Nel nostro caso la tendenza è finanche consapevole e predeterminata. Il che rende il fenomeno irreversibile e molto grave, impossibile da curare. Il Governo norvegese ha dato il placet per la cattura di cuccioli di balenottere da essere sottoposti a test crudeli, che non avranno alcunché di etico e serviranno ad esibire la stupida ferocia degli uomini.

I poveri animali, infatti, verranno sottoposti a bombardamenti di rumore per valutare quanto i sonar delle navi o le trivelle degli impianti di gas e petrolio possono essere tollerati e sopportati.

Una balena con il piccolo

Soltanto menti bacate potevano pensare un simile esperimento. Innanzitutto perché è molto probabile che possano condurre a morte i cetacei.

Inoltre recenti ricerche e dati a disposizione ci hanno informato dell’estrema pericolosità del rumore prodotto dai sonar e dagli impianti di estrazione per la salute delle specie marine e l’equilibrio dell’ecosistema.

La Marina statunitense e quella norvegese hanno finanziato l’esperimento, con il contributo di fondi provenienti dalle industrie di petrolio e gas. Vatti a sbagliare. Quindi i poveri cuccioli di balena verranno catturati e rinchiusi dentro anguste vasche dove saranno loro posti degli elettrodi sotto la pelle.

Ogni esemplare verrà sottoposto a bombardamenti di rumore a diverse frequenze, per misurarne poi le reazioni nel suo cervello. Pare che questi test, comunque dolorosi, potrebbero durare fino a sei ore.

Secondo gli esperti di WDC (Whale and Dolphin Conservation) Consiglio mondiale per la difesa di balene e delfini, ente di beneficienza per la fauna selvatica, che si dedica esclusivamente alla conservazione e al benessere di balene, delfini e focene (cetacei) con sede a Wiltshire, Regno Unito – il rumore assordante potrebbe causare la morte dei cetacei oppure gravi danni al cervello ed emorragie interne. Bella prospettiva per le numerose creature senzienti che hanno avuto la sfiga di incontrare sul loro cammino l’essere umano.

Notizia dell’ultima ora: pare che, per un caso fortuito della Dea Bendata, l’esperimento proseguirà, ma cambieranno i soggetti che saranno sottoposti ai test, ovvero gli sperimentatori saranno sperimentati da parte delle balenottere.

Quest’ultime hanno constatato che tra i danni provocati dai sonar delle navi e dalle trivelle all’uomo, sul cervello non è stato registrato alcun effetto collaterale. Perché non si può danneggiare qualcosa che non c’è!

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