La battaglia in Chianti per i ristori ai familiari delle vittime delle stragi nazifasciste

L’ennesimo Odg dei comuni interessati per l’erogazione tempestiva dei risarcimenti dal Fondo istituito con l’articolo 43 del decreto 36/2022.

Firenze – In Chianti continua la battaglia contro la mancata erogazione dei risarcimenti in favore dei familiari delle vittime delle stragi nazifasciste. Già in oltre venti comuni toscani, che aderiscono al coordinamento sulle stragi nazifasciste – nato un anno fa per iniziativa dei comuni chiantigiani – anche nei Consigli comunali di San Casciano in Val di Pesa, Greve in Chianti e Barberino Tavarnelle spunta l’ordine del giorno che invita i sindaci ad adoperarsi in ogni sede istituzionale per sollecitare il Ministero dell’economia e delle finanze a procedere in modo tempestivo all’erogazione dei ristori è stato approvato con voto unanime dei presenti. Secondo gli amministratori locali nonostante l’ottenimento del titolo e la presentazione di regolari domande di accesso al Fondo, il Ministero non sta procedendo in modo tempestivo all’erogazione dei ristori.

I capigruppo di maggioranza Ketty Niccolini, Niccolò Masiero e Valentina Cerrini non usano mezzi termini sul fatto che il governo stia “voltando le spalle alla Memoria, sta negando la Storia, mostrandosi indifferente al dolore, alle gravi sofferenze patite dai familiari delle vittime e al sacrificio stesso di tutti coloro che, da vittime civili, hanno subito inermi gli orrori del secondo conflitto mondiale che tanto sangue e morte ha seminato nelle nostre campagne”. I politici locali denunciano una “situazione di totale stallo nella quale si trovano i richiedenti delle istanze risarcitorie, alcuni dei quali alle soglie del secolo di vita, testimoni diretti dei crimini di guerra perpetrati dalla barbarie nazifascista, un muro inspiegabile elevato dal Governo che consideriamo uno schiaffo, pesante, doloroso, alla dignità umana, un macigno che pesa sulla coscienza civica e che fa morire il nostro Paese due volte”.

Un’immagine di San Casciano bombardata

Gli amministratori contestano anche “l’atteggiamento tenuto, nel corso dei giudizi funzionali all’ottenimento del titolo, dall’Avvocatura dello Stato che, molto spesso, è intervenuta per contestare, con eccezioni anche del tutto pretestuose, la fondatezza della pretesa risarcitoria nei confronti della Repubblica federale tedesca. Anche se l’intento dell’Avvocatura dello Stato – concludono – è evidentemente quello di allungare i tempi e
scoraggiare i familiari
noi continuiamo a batterci insieme, uniti, lo faremo con mobilitazioni e presidi che ci vedranno lottare in questa battaglia di civiltà e memoria”. Alla base dell’Odg c’è secondo i politici locali un blocco che “impedisce alla normativa, l’articolo 43 del d.l. n. 36/2022, di produrre i propri effetti e, in
particolare, di dare ristoro alle vittime dei crimini di guerra nazifascisti, così pregiudicando la realizzazione di un obiettivo direttamente derivante dalla vocazione antifascista della Costituzione”.

E’ stato l’articolo 43 del decreto legge 30 aprile 2022, n. 36 ad aver istituito il Fondo per il ristoro dei danni subiti dalle vittime di crimini di guerra e contro l’umanità per la lesione di diritti inviolabili della persona, compiuti sul territorio italiano o comunque in danno di cittadini italiani dalle forze del Terzo Reich nel periodo tra il 1° settembre 1939 e l’8 maggio 1945. Attraverso tale disposizione lo Stato italiano, ponendo fine a una annosa controversia con la Repubblica federale tedesca, ha deciso di assumersi l’onere economico dei ristori residui conseguenti ai crimini di guerra commessi dalle forze del Terzo Reich, mettendoli a carico del Fondo.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa