Le strategie dei segretari politici e l’andamento dell’opinione pubblica giocano un ruolo cruciale nell’affermazione dei partiti. Partita la campagna elettorale per le europee.
Roma – I sondaggi politici rimangono la vera ossessione dei leader, che cosi misurano il gradimento, e non solo, del proprio elettorato. Nessun grande smottamento, ma solo piccole variazioni che, però, fanno ben comprendere l’attuale temperatura dei partiti. A livello di coalizioni il centrodestra resta in testa col 46,7%, mentre il centrosinistra subisce un arretramento di un punto e mezzo e si ferma al 24,1. Il M5s, Pd ed alleati, potrebbero sulla carta arrivare anche al 40% dei consensi “virtuali”, ma sono ormai tante le occasioni in cui sul piano elettorale la loro alleanza non risulta competitiva.
Vedremo se, nell’anno che ci separa dalle Europee del 2024, questo trend si confermerà o se assisteremo a un’inversione di tendenza. Piccolo calo per incerti e astensionisti, che restano comunque tantissimi. Infatti, se si andasse a votare domani il 39-40% potrebbe non recarsi alle urne. Cresce, in ogni caso, l’indice di gradimento per l’esecutivo, che passa dal 51 al 52%, con la valutazione della premier Giorgia Meloni che è stabile al 53%.
Piccole variazioni anche nella classifica dei leader, dove Matteo Salvini e Matteo Renzi guadagnano due punti. Il leader della Lega, però, supera Conte, che è terzo col 30%, mentre l’ex premier di Italia Viva va al 16%. In pratica due punti dietro Calenda che è al 18% del gradimento personale. Da segnalare l’esordio di Antonio Tajani come leader di Forza Italia dopo la morte di Silvio Berlusconi. Il ministro degli Esteri è il primo leader di partito per indice di gradimento, al 34%, dopo ovviamente Meloni. Sono invece ben cinque i punti persi in un mese da Elly Schlein. La segretaria del Pd, infatti, passa dal 31 al 26%. Non si dimentichi che dopo la vittoria delle primarie aveva esordito in classifica con 34 punti, esattamente come Tajani.
Ma tutto passa, ed anche velocemente. Regola, peraltro, valida per tutti. Per i singoli partiti si alza e si abbassa la temperatura a seconda del periodo. Nel Pd sembra finito l’effetto Schlein, ma può essere solo un raffreddamento estivo. Almeno secondo gli ultimi sondaggi, bene o male con leggerissime oscillazioni, i democratici vengono quotati al 19,4%, cioè un punto in meno rispetto al mese precedente. Anche a maggio, però, il Pd aveva fatto registrare un piccolo calo di tre decimali, segno dunque che l’effetto legato all’elezione della nuova segretaria ha ormai raggiunto il suo picco.
Può darsi, ma come si sa sono troppe le variabili ed i motivi che fanno innalzare o abbassare il gradimento di un partito. Tendenza inversa per i 5 stelle, che guadagnano più di un punto, passando così dal 15% al 16,2%. Da una prima superficiale analisi potrebbe anche dirsi che si ferma dunque la tendenza negativa che ha colpito il Movimento di Giuseppe Conte negli ultimi sei mesi, ma sappiamo come è “fluido” il consenso. Cresce, comunque, anche la Lega, che guadagna quasi un punto raggiungendo il 9,1%.
Perde, invece, due decimali Fdi, ora al 29,4%, confermandosi ancora una volta il primo partito italiano. Forza Italia si assesta all’8,2%, con l’effetto Berlusconi ancora ben visibile, recuperando quasi un punto (+0,9%). Nel cosiddetto Terzo polo, che racchiude le anime ribelli di Calenda e Renzi, da segnalare il sorpasso di Matteo Renzi su Carlo Calenda. Azione, infatti, perde quattro decimali, arrivando al 3,1%, mentre Italia Viva guadagna addirittura un punto e arriva al 4,1%, raggiungendo per la prima volta l’asticella che consente di portare nel parlamento europeo alcuni candidati.