Scoperta dalla Guardia di Finanza di Savona e dall’Agenzia delle Dogane una frode IVA internazionale da oltre 6 milioni di euro. I velivoli erano intestati a trust americani, ma usati da imprenditori europei.
Savona – Tre jet privati di lusso sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Savona e dall’Ufficio Antifrode delle Dogane e dei Monopoli nell’ambito dell’operazione Hidden Flights, che ha fatto emergere una maxi evasione IVA internazionale per un valore di oltre 6 milioni di euro. I velivoli erano formalmente registrati negli Stati Uniti, ma di fatto utilizzati da imprenditori europei che ne avrebbero fatto uso eludendo i controlli fiscali italiani.
L’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Savona, è iniziata nel marzo 2024 con il sequestro del primo aeromobile. In seguito, l’indagine ha portato al sequestro preventivo di altri due jet custoditi presso il Riviera Airport di Villanova d’Albenga. I tre aerei – un Cessna, un Eclipse e un Mooney, tutti con targhe statunitensi (“matricola November”) – sono risultati in posizione di contrabbando doganale, poiché rimasti in Italia oltre i sei mesi consentiti per la permanenza temporanea senza regolarizzazione.
I jet privati intestati a trust Usa
Gli accertamenti hanno evidenziato come i velivoli fossero intestati a trust con sede nel Delaware, ma in realtà utilizzati da imprenditori di nazionalità francese, monegasca e svizzera. Le strutture societarie erano fittizie, create in paradisi fiscali. Il fine era nascondere i reali utilizzatori e eludere l’imposta sul valore aggiunto dovuta all’importazione in Italia.
Alla conclusione delle indagini, sono finiti nei guai tre imprenditori e cinque persone complici. Il valore complessivo dei tre jet sequestrati è di circa 13 milioni di euro. I principali indagati hanno versato spontaneamente l’intero importo dell’IVA evasa, portando la Procura all’archiviazione delle imputazioni penali a loro carico.
Tre ispezioni fiscali
Nel frattempo, la Finanza ha avviato tre ispezioni fiscali per il recupero dell’imposta dovuta, con una base imponibile complessiva superiore ai 6 milioni di euro. Uno degli imprenditori coinvolti ha già aderito al verbale delle autorità fiscali, mentre un altro ha comunicato la volontà di sanare la propria posizione con il ravvedimento operoso.
L’operazione rappresenta un esempio concreto ed efficace di cooperazione tra autorità italiane, nell’azione di contrasto alle frodi fiscali internazionali che, oltre a danneggiare le casse pubbliche, minano la giustizia fiscale e sottraggono risorse destinate a servizi essenziali per i cittadini.