Carlo Besostri, imprenditore agricolo: “In Lombardia abbiamo controlli in azienda ogni anno, chi sgarra paga”.
Bari – “Accertamenti sulle irregolarità lavorative e in materia di sicurezza nel settore agricolo in Puglia hanno interessato nel 2023 solo il 3% delle imprese con dipendenti. Un risultato oramai consolidato che da un lato dimostra la necessità di irrobustire gli organismi ispettivi, dall’altro consegna purtroppo alla quasi casualità il controllo dello Stato e quindi la possibilità di agire in spregio alle regole“. I dati sono quelli dell’Ispettorato nazionale del lavoro, il commento del segretario generale della Flai Cgil di Puglia, Antonio Gagliardi.
In Puglia sono state 7923 le ispezioni condotte nelle aziende, ai quali si sommano 1010 verifiche e accertamenti. 4936 ispezioni hanno interessato materia di lavoro e legislazione sociale, 2711 la materia della salute e sicurezza, infine 267 in materia di autotrasporto. Le ispezioni nelle aziende del settore agricolo, della silvicoltura e pesca sono state invece 894, di queste 668 hanno riguardato il rispetto dei contratti, 223 la sicurezza e 2 l’autotrasporto. Le ispezioni che hanno evidenziato irregolarità sono state 453, ovvero il 53,1% del totale.
“Non consola affatto che peggio dell’agricoltura stanno messe industria, edilizia e terziario, tutte oltre il 75% di irregolarità – incalza Gagliardi – Comunque un’impresa su due viola le norme ma ci sono altri dati che devono far riflettere. Con questa incidenza di controlli, un’attività produttiva mette in conto in Puglia di avere un’ispezione ogni 33 anni. Una sorta di salvacondotto ad aggirare le norme. Va detto poi che molte volte le ispezioni nascono anche da denunce di lavoratori e sindacati”.
Sul tema si è espresso Carlo Besostri, imprenditore agricolo della Lomellina. “Premesso che non conosco la realtà pugliese, la mancanza di controlli non può che indurre l’anarchia, quindi è necessario e urgente invertire la rotta, soprattutto perché stiamo parlando del sistema agricolo, fiore all’occhiello dell’economia nazionale, con marchi di qualità conosciuti e stimati in tutto il mondo. La mia esperienza quotidiana di agricoltore lombardo è diametralmente opposta a quella emersa in Puglia – spiega Besostri -. Tutti gli anni ho controlli diretti in azienda e altre verifiche di natura squisitamente burocratica. Chi sgarra o prima o dopo viene sanzionato, consapevolezza che induce una generale adesione alle regole. Per quanto riguarda, infine, il rispetto della normativa sul lavoro, ricordiamo che il nostro settore beneficia già di contratti “snelli” che rendono il ricorso al “nero” sostanzialmente banditesco”.