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Ilona Staller contro il taglio dei vitalizi: la battaglia da 10 milioni di euro dell’ex deputata

La rivolta degli ex parlamentari contro la riforma del 2018: 1.400 ricorsi per difendere i privilegi perduti.

È partito il ricorso di circa 1.400 ex deputati che chiedono di rivedere la delibera del 2018 che tagliava i vitalizi, voluta dall’allora presidente di Montecitorio Roberto Fico e sostenuta dal governo giallo-verde con particolare enfasi dal Movimento 5 Stelle. Una riforma che ha rappresentato una delle misure più popolari dell’epoca, incarnando lo spirito anti-casta e di moralizzazione della politica che caratterizzava quel periodo storico, che ha scatenato una vera e propria rivolta tra gli ex parlamentari che si sono visti drasticamente ridurre i loro assegni.

La delibera del 2018 aveva trasformato i vitalizi in assegni calcolati con il sistema contributivo, comportando tagli anche dell’80% rispetto alle somme precedentemente percepite. Una decisione che aveva trovato il consenso dell’opinione pubblica, sempre più critica verso quelli che venivano percepiti come privilegi anacronistici della casta politica, ma che aveva provocato la reazione furibonda degli ex deputati interessati.

La lotta anti-casta

La battaglia legale che ne è scaturita rappresenta uno dei più imponenti contenziosi mai aperti contro un’istituzione parlamentare. Tra i 1.400 ricorrenti figurano nomi illustri della politica italiana di diverse epoche e schieramenti: da Claudio Scajola ad Antonio Bassolino, da Rosa Russo Iervolino a Mario Capanna, da Fabrizio Cicchitto a Claudio Martelli. Un vero e proprio esercito di ex parlamentari che rivendica il diritto a mantenere i privilegi acquisiti durante il mandato.

Tra i protagonisti di questa battaglia legale spicca un nome che ha fatto la storia del costume italiano: Ilona Staller, meglio conosciuta come Cicciolina. La sua presenza in questo contenzioso aggiunge un elemento di clamorosa visibilità mediatica a una vicenda già di per sé molto seguita dall’opinione pubblica.

Per il taglio dei vitalizi ai parlamentari, Ilona Staller è pronta a chiedere alla Camera dei Deputati un risarcimento da 10 milioni di euro, da devolvere in beneficenza. Una cifra che fa rumore e che rappresenta l’ultimo capitolo di una vita sempre vissuta sul filo degli eccessi. La richiesta dell’ex pornostar è la più alta tra tutti i ricorrenti e testimonia l’approccio provocatorio che ha sempre caratterizzato i suoi rapporti con le istituzioni.

Il passato parlamentare di un’icona controversa

L’ex pornostar ungherese naturalizzata italiana è stata deputata alla Camera tra il 1987 e il 1992, dopo l’elezione nelle liste del Partito Radicale. Una carriera politica iniziata grazie all’incontro con Marco Pannella e a una campagna elettorale che la vide arrivare seconda soltanto al leader dei radicali, con 20.000 voti di preferenza.

Negli anni di Montecitorio, Cicciolina ha alternato la carriera da pornodiva ai lavori d’aula e nelle commissioni Difesa e Trasporti, sempre con la sua caratteristica coroncina di fiori in testa. Un personaggio che ha saputo ritagliarsi uno spazio unico nel panorama politico italiano, diventando un’icona che ha attraversato generazioni.

La sua notorietà era iniziata negli anni ’70 con la trasmissione radiofonica su Radio Luna, dove lei rispondeva a tutte le telefonate in diretta chiamando tutti “cicciolino” o “cicciolina”. Un soprannome che le ha permesso di costruire un impero mediatico e di entrare nei sogni proibiti di più di una generazione.

La decisione che ha cambiato tutto

Ilona Staller aveva fatto affidamento su quel vitalizio per pianificare il suo futuro. Aveva anche contratto un mutuo, contando sull’assegno a vita per essere stata deputata. Fino a quando l’abolizione di quel privilegio non è diventata realtà con la riforma del 2018, lasciandola in difficoltà economiche.

“Con 1.000 euro al mese non riesco a vivere dignitosamente”, ha dichiarato l’ex deputata, evidenziando come la riduzione del vitalizio abbia avuto un impatto devastante sulla sua situazione finanziaria.

La battaglia legale e il ricorso milionario

Il suo avvocato di fiducia, Luca Di Carlo, ha precisato che l’ex deputata chiede “alla Camera e ai responsabili del taglio dei vitalizi 10 milioni di euro di risarcimento dei danni, per violazione della tutela dell’affidamento”. Una richiesta che ha dell’incredibile, ma che secondo il legale è giustificata dai danni subiti.

Camera dei Deputati

Le somme, sottolinea il legale, “verranno devolute in beneficenza agli ospedali”, un gesto che secondo l’ex deputata dovrebbe nobilitare la sua battaglia. “Si tratta di una questione delicata – osserva la Staller – preferisco che a rappresentarla sia il mio avvocato”.

Il collegio d’appello e la decisione imminente

Ieri mattina, i deputati che compongono il Collegio d’appello a Montecitorio si sono riuniti in camera di consiglio per pronunciarsi sulla pioggia di ricorsi. A presiedere l’organismo, che rappresenta il tribunale di secondo grado interno alla Camera, è la deputata meloniana Ylenia Lucaselli.

La sentenza del collegio potrebbe arrivare già la prossima settimana e determinerà il destino di circa 1.400 ex parlamentari che hanno contestato la riforma del 2018.

Il caso dei vitalizi parlamentari rappresenta una delle questioni più controverse della politica italiana. Da una parte ci sono gli ex deputati che sostengono di aver lavorato per il Parlamento della Repubblica e di avere diritto a un trattamento pensionistico adeguato. Dall’altra, l’opinione pubblica che considera i vitalizi un privilegio anacronistico e ingiustificato.

Vitalizi

Come ha dichiarato uno degli ex deputati ricorrenti: “Lo ritengo giusto per tutti coloro che hanno lavorato per il Parlamento della Repubblica”, evidenziando come molti di loro considerino il vitalizio un diritto acquisito e non un privilegio.

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