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Ilaria Alpi: oggi il suo compleanno, alla Camera iniziativa “Noi non archiviamo” 

Dopo 30 anni si cerca la verità. Verini (Pd): “Chiesto incontro con Lo Voi per fornire tutti tasselli necessari a fare luce sulla vicenda”.

Roma – Oggi sarebbe stato il suo compleanno, se Ilaria Alpi quel 20 marzo 1994 non fosse stata uccisa a
Mogadiscio, insieme all’operatore Miran Hrovatin, per le inchieste su traffici d’armi e rifiuti all’ombra della
Cooperazione Internazionale. Ed è oggi, per ricordarla nel giorno della sua nascita, che si terrà presso
l’Auletta dei Gruppi della Camera l’iniziativa promossa dalla Comunità “Noi non archiviamo”, della quale fanno parte “una serie di soggetti protagonisti in questi decenni dell’impegno per la verità su quegli omicidi, per scoprire responsabili e depistaggi”, per “rilanciare con forza questa esigenza, anche alla luce del recente incontro avuto da una delegazione della Rete con i vertici della Procura di Roma”.

Dalle 10 alle 12.30 saranno protagonisti ragazze e ragazzi delle scuole che hanno partecipato con i loro lavori al progetto ‘Una stella di nome Ilaria Alpi’. Presieduto da Mariangela Grainer e Walter Verini, l’appuntamento sarà aperto dal saluto della vicepresidente Pd della Camera, Anna Ascani, e da quelli di Fnsi, Ordine dei Giornalisti, Usigrai, Fondazione Murialdi, Articolo 21. Saranno Federica Sciarelli e Walter Veltroni a ricordare “la collega e amica Ilaria, Miran e le battaglie di questi trenta anni”. Momenti intervallati dalle letture di Cristiana Capotondi dal libro di Gigliola Alvisi sulla giornalista del Tg3 e dalla proiezione di estratti video dal film ‘Il più crudele dei giorni’ di Ferdinando Vicentini Orgnani. Poi Giulia Bosetti e la stessa Grainer coordineranno l’illustrazione dei lavori da parte degli studenti. 

Ilaria Alpi

“Abbiamo chiesto e ottenuto la disponibilità a un incontro dal procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi – annuncia Verini – per fornire tutti i tasselli utili, anzi necessari per sostanziare la richiesta di non archiviare la vicenda: ci sono gli elementi per raggiungere la verità e la giustizia. E la coincidenza dell’approvazione, qualche giorno fa, da parte del Parlamento europeo, di un atto che tutela il servizio pubblico e il giornalismo di inchiesta, è un modo per onorare la memoria di Ilaria e di tutti i giornalisti, da Daphne Caruana Galizia a Anna Politkovskaja, che in questa missione hanno perso la vita”.

Grainer non esita a parlare di “grande depistaggio” e ricorda la vicenda del “capro espiatorio” Hashi Omar Hassan, il cittadino somalo condannato fino in Cassazione per l’omicidio di Alpi e Hrovatin, poi assolto – dopo un successivo ricorso – dopo 16 anni di detenzione e ucciso nel 2022 da una bomba sotto il sedile dell’auto. “Siamo in grado di fornire alla procura i pezzi mancanti, se non ci bloccano anche questa volta”, dice. “Oltre a quella di Hashi, sono diversi gli omicidi e le morti dubbie che hanno scandito questa vicenda. Hanno tentato di cancellare tutte le possibili testimonianze: l’autista di Ilaria, il capo della polizia somala per fare qualche esempio. E immediatamente dopo l’agguato sono spariti tutti i documenti e le foto”.

Ilaria Alpi e Miran Hrovatin

E ancora: “Nella scrivania di Ilaria abbiamo ritrovato dossier sulla tangentopoli della cooperazione, uno dei quali sulla Somalia. Lei aveva individuato alcuni peccati capitali, traffici illeciti di ogni tipo, in cambio di armi per la guerra civile. Lavorava su questo”. Tra le tante iniziative, da Trieste a Napoli a Latina, da Ronchi dei Legionari a Parma, dedicate al trentennale dell’omicidio Alpi-Hrovatin, al liceo Tito Lucrezio Caro di Roma è stato presentato un murales dedicato a Ilaria – che lì si diplomò nel 1980 – e a Miran, in una giornata di approfondimento e incontro con gli studenti, con la partecipazione di don Luigi Ciotti.

“È un dovere portare sulla spalle la vicenda Alpi-Hrovatin – sottolinea Giulietti – e per questo è fondamentale il coinvolgimento dei ragazzi. Se se ne parla ancora dopo trent’anni, è proprio per la passione di popolo che ha sempre accompagnato questa battaglia. Il nostro slogan deve diventare ‘per amore delle vittime non possiamo tacere’. Non sono affari di famiglia, ma affari della Costituzione”. La Federazione della stampa “c’è e ci sarà anche in sede giudiziaria a sostegno dell’impegno per non archiviare”, assicura Di Trapani. Un obiettivo condiviso anche dall’Usigrai, dall’Ordine dei giornalisti e dalla Rai. “Voglio ricordare la battaglia per il reinserimento, nella bozza di Contratto di servizio, dell’articolo che individua tra gli obblighi del servizio pubblico la valorizzazione del giornalismo di inchiesta. Ilaria e Miran – conclude Natale – ne sono stati interpreti di straordinaria efficacia”.

Ilaria Alpi e Miran Hrovatin con i militari italiani a Mogadiscio

Esattamente 63 anni fa nasceva a Roma Ilaria Alpi. Giornalista e fotoreporter del Tg3, fu uccisa il 20 marzo 1994 a Mogadiscio, in Somalia, assieme al suo collega e cineoperatore Miran Hrovatin. Assassinata con colpi d’arma da fuoco sparati da distanza ravvicinata. La reporter stava conducendo un’inchiesta sul traffico illecito di armi e rifiuti speciali in Somalia quando l’hanno uccisa. In un primo momento era stato arrestato il somalo Hashi Omar Hassa, condannato a 26 anni di carcere. Dopo 17 anni in cella da innocente, l’uomo è stato liberato. La nuova inchiesta non porterà alla verità sulla morte della giornalista. Oggi ancora si cercano risposte.

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