Il suicidio è davvero imprevedibile?

Il gesto estremo è un evento di difficile spiegazione: un fenomeno che nasce dalla convergenza di problemi psicologici, sociali, biologici, genetici e ambientali.

Roma – Il SUPRE, l’organismo interno all’OMS che si occupa di prevenzione al suicidio, ha definito questo atto come “un’azione dall’esito fatale, commessa dalla vittima e con l’obiettivo di produrre i cambiamenti desiderati”. Secondo il sociologo Èmile Durkheim, alla base del suicidio non è presente solo un fattore psicologico, ma una vera e propria motivazione sociale.

Il suicidio è il peggior tipo di omicidioperché non lascia spazio al pentimento”, sostenne l’inglese John Churton Collins, critico letterario e giornalista. Per Èmile Durkheim può essere presente una predisposizione psicologica, ma la forza che porta al compimento dell’atto suicidario non è psicologica, bensì sociale.

Il sociologo francese, il primo ad aver studiato il suicidio, nella sua opera “Le Suicide, étude de sociologie” di fine ‘800, definì il suicidio come qualsiasi caso di morte che appaia, direttamente o indirettamente, il risultato positivo o negativo commesso dalla vittima pienamente consapevole delle proprie azioni.

Il suicidio è davvero altamente imprevedibile?

La Suicidologia è la disciplina scientifica che studia il fenomeno del suicidio e la sua prevenzione. La caratteristica principale dei suicidi, in individui tra i 20 e o 50 anni, è marcatamente segnata da conflitti nelle relazioni sentimentali. Viceversa, tra gli adolescenti sembra emergere la mancanza di accettazione in famiglia e, anche se in percentuali più ridotte, una bassa autoaccettazione (a volte del tutto assente).

Depressione e ansia, o anche la combinazione di entrambe, sono un’ulteriore causa di suicidio tra i giovani.

Dalle piattaforme social, in alcuni casi, emergono episodi di bullismo incentrati sull’aspetto fisico, sulla cultura o sull’orientameno sessuale: ragioni che possono portare ad una depressione e che possono indurre al suicidio. Comprendere dinamiche come lo stress per il personale rendimento scolastico può essere un ulteriore punto di partenza per evitare il compimento di gesti estremi.

Cause e fattori di rischio del suicidio

Ad oggi non si hanno mezzi per denotare un rischio effettivo di suicidio. Soprattutto, non esistono strumenti che possono darne una predizione assoluta. Per comprendere se una persona si è suicidata, in presenza di sospetti sulla dinamica dell’evento, si ricorre all’analisi di tutti gli elementi che compongono la vasta branca della Suicidologia. Spesso, entra in gioco il ruolo dell’autopsia psicologica, cercando la compatibilità tra la personalità del suicida e la sua azione.

Uno studio, pubblicato nel 2022, ha evidenziato come, per poter strutturare una strategia efficace per prevenire un suicidio, si debbano comprendere i diversi fattori di rischio.

Come evidenziato da numerosi psicologi e psichiatri, il suicidio è correlato ad aspetti depressivi e disturbi bipolari, disturbi affettivi, della personalità o dell’umore, come anche alla perdita di speranza rispetto alla propria condizione depressiva: elementi che rientrano nella sfera della Psicopatologia della depressione e dell’impulsività.

In recenti pubblicazioni scientifiche è stato messo in luce come negli individui che hanno avuto il long-Covid, depressione, ansia e stress abbiano portato ad una forte tendenza al suicidio. Altre cause da prendere in considerazione sono i disturbi da uso di alcol (AUD). L’abuso di alcolici, infatti, è un fattore di rischio molto significativo per tutte le forme di comportamento suicidiario (suicidi o tentati suicidi).

Ancora, altre motivazioni che possono portare al suicidio sono i disturbi da uso di droghe (DUD). Infine, altri elementi rilevanti possono essere precedenti tentati suicidi, episodi di autolesionismo o ricoveri in reparti di psichiatria.

Tipologie d’indagine autoptica psicologica

L’autopsia psicologica può essere di due tipi: autopsia psicologica suicida e autopsia psicologica della morte equivoca. La prima indaga sulla psicologia della vittima prima del decesso.

La seconda, invece, studia la causa e le modalità della morte, ricostruendo la vita passata e stabilendo se si è trattato di un suicidio, di un omicidio o di un incidente. Nel 2023 è stato condotto uno studio, pubblicato nel Journal of neurosciences in rural practice, con il fine di illustrare un quadro generale sul metodo di ricerca dell’Autopsia psicologica, la sua metodologia, la sua utilità e i suoi possibili limiti.

Perché non diffidare totalmente dall’autopsia psicologica?

Il profilo psicologico viene studiato anche in ambito preventivo per comprendere la vulnerabilità della vittima e, se è possibile, per riuscire a prevenirne alcuni comportamenti estremi, mettendo in relazione abitudini, personalità, stile di vita e contatti sociali. Gli studi autoptici psicologici sono essenziali per sensibilizzare sui problemi di salute mentale e hanno l’obiettivo di prevenire il suicidio, implementando il supporto in contesti educativi come scuole e università o luoghi di lavoro. 

In passato, l’autopsia psicologica veniva usata solamente per determinare l’esatta causa del decesso in presenza di dubbi, supportando le indagini di polizia e cercando chiarimenti sulla modalità di morte nei casi di morte equivoca. Oggi, invece, è un metodo d’indagine per esaminare anche i fattori di rischio per i suicidi.

Forse, in futuro, anche l’Italia inizierà a sfruttare di più questo strumento d’indagine.

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