si può guarire dalla bulimia proprio mangiando (le cose giuste)
Il 15 ottobre è stata celebrata la Giornata Mondiale dell’Alimentazione. Nel messaggio alla FAO Papa Francesco, dopo aver parlato della fame nel mondo e delle sue problematiche, si è lanciato in un’analisi illogica e non di Sua competenza sui disturbi alimentari.
Leggete cosa ha detto: «I disturbi alimentari si possono combattere solo coltivando stili di vita ispirati ad una visione riconoscente di ciò che ci viene dato, cercando la temperanza, la moderazione, l’astinenza, il dominio di sé e la solidarietà: virtù che hanno accompagnato la storia dell’uomo. Si tratta di ritornare alla semplicità e alla sobrietà e di vivere ogni momento dell’esistenza con uno spirito attento ai bisogni dell’altro». Parole parole parole… prive di senso logico e fisiologico. È allo stesso livello degli psicologi che dicono che i disturbi alimentari sono dovuti a carenze di affetto, un cattivo rapporto madre/figlia, disturbi della personalità, traumi infantili, l’influenza della moda, ecc.
Da che pulpito viene la predica: da che Chiesa è Chiesa, il Papa dovrebbe occuparsi dello spirito, non del corpoperché, esattamente come gli psicologi o i medici dietologi, non conosce la biochimica alimentare e, quindi, l’effetto del cibo a livello ormonale.
I disordini alimentari non sono imputabili a vizi come la mancanza di forza di volontà, l’intemperanza, l’assenza di solidarietà verso chi non ha cibo, non diciamo corbellerie! Non sono nemmeno dovuti a squilibri psicologici. Bulimia, anoressia e disordini alimentari sono dovuti a uno squilibrio ormonale ed enzimatico.
In particolare gli ormoni coinvolti sono serotonina, melatonina, glucagone, insulina, grelina, triptofano e otto trasmettitori serotoninergici; più vari pool enzimatici.
Ho iniziato i miei studi e la mia ricerca nel 1990 e ad oggi non solo ho le prove scientifiche di quello che affermo, ma anche risultati tangibili: centinaia, se non migliaia, di persone che hanno risolto con successo problematiche come bulimia, anoressia e disordini alimentari grazie al sottoscritto, semplicemente mangiando cibi normali acquistabili al supermercato.
Sembra un paradosso, ma si può guarire dalla bulimia proprio mangiando, a sazietà e con gusto, in funzione ormonale e non calorica (vi ricordo che la caloria è una bufala!).
Io insegno alle bulimiche quali alimenti scegliere per curarsi con il cibo. Dopo alcuni giorni il livello ormonale è riequilibrato, la compulsione alle abbuffate scompare, il senso di sazietà torna a essere percepito con serenità e queste donne sono libere di attraversare tutte le corsie di un supermercato senza fare incetta di merendine, acquistando solo quello che sanno farle star bene, dimagrire o non ingrassare.
Ho già avuto più di uno scontro su questo argomento. Vi racconto un aneddoto interessante. Il 4 maggio 2019, usciva su Il Giornale un mio articolo dal titolo ‘La bulimia? Non è un problema psicologico’. Iniziava così: “Scatenerò le ire di psicologi, psicanalisti e psichiatri. Ma io li invito, invece che a criticare senza cognizione di causa, a contattarmi”.
Nessuno mi ha contattato, ma sono piovute le critiche.
Mario Sellini, segretario generale dell’Aupi (Associazione Unitaria Psicologi Italiani) e Presidente di Form Aupi (Società scientifica di Psicologia), una settimana dopo, mi attaccava su Il Giornale con queste parole: “Invitiamo i lettori ad essere molto cauti perché si commette un gravissimo errore quando, a livello mediatico, si trattano vere e proprie patologie, quali l’anoressia e la bulimia, come se fosse un semplice problema di dieta. Sia chiaro: la dieta è una cosa e deve essere trattata da esperti; (…) gli psicologi hanno poco o nulla da dire sulle cause fisiologiche ed organiche. Siamo in un campo nel quale la ricerca scientifica non ha ancora fornito risposte certe ed attendibili (…) invitiamo Lemme a non sottovalutare le conseguenze di una comunicazione per niente scientifica su un argomento che può avere risvolti patologici talmente gravi da portare alla morte”
La mia risposta al presidente Sellini che mette in dubbio la mia competenza è stata: “Lo Stato italiano mi ha legittimato a svolgere legalmente la professione da me ideata del farmacista consulente alimentare, ho creato una nuova professione. Quindi chi si rivolge al sottoscritto deve sapere che sta parlando con il ‘dr. Lemme, farmacista consulente alimentare’. Tutte le mie affermazioni in tema alimentare sono frutto della ricerca scientifica, quella più accreditata, le trovate su tutti i libri universitari di biochimica medica, nazionali e internazionali. Onore alla scienza!”
Concludevo invitando a un confronto, pubblico o privato. C’è stato persino un contatto telefonico con una delle collaboratrici per comunicare la mia disponibilità a una collaborazione costruttiva, mettendo a disposizione le mie conoscenze. Stranamente non ho ottenuto udienza. E’ stato rifiutato anche l’incontro in sede privata. Alle copiose critiche che pioveranno rilancio fin da ora mettendomi a disposizione di tutti gli psicologi, psichiatri, medici dietologi, luminari della scienza e prelati per un incontro sia pubblico che privato in qualsiasi programma televisivo, radiofonico o simposio scientifico o ecclesiale e, a tal fine, per i più coraggiosi e temerari, lascio il mio indirizzo mail, che è: dr.lemme@filosofialimentare.it