Nel rapporto si evidenzia anche come nel 2023 solo il 33% delle persone con gravi limitazioni e il 57% di quelle con disabilità non grave risulti occupato.
Roma – Gli infortuni denunciati all’Inail nel corso del 2024 sono risultati in ulteriore lieve diminuzione (-3.453 lo 0,7%) rispetto al 2023 già in calo del 16% rispetto al 2022 (-112mila). È quanto evidenzia Il XXVI Rapporto del Cnel sul mercato del lavoro e la contrattazione collettiva. Concentrando l’attenzione sui casi mortali denunciati all’Inail, i dati provvisori del 2024 mostrano un aumento del 4,7% rispetto all’anno precedente, da 1.029 a 1077. Nel corso del 2024 risultano in aumento le denunce per malattia professionale (+15.745 pari al 21,60%), che si aggiungono all’aumento del 2023 (+12mila, quasi il 20%).
A livello nazionale, i dati evidenziano un calo, in particolare, delle denunce di infortuni avvenuti in occasione di lavoro (-19%, 8mila in valore assoluto), mentre risultano in aumento (+5%, +4,5mila) quelle relative a infortuni in itinere, avvenuti nel tragitto tra casa e posto di lavoro. Tra gli infortuni con esito mortale a crescere maggiormente sono quelli in itinere da 239 a 280 mentre quelli in occasione di lavoro aumentano di 7 casi da 790 a 797. Il Cnel dedica anche una parte dell’analisi alla disabilità.

Nel 2023 solo il 33% delle persone con gravi limitazioni e il 57% di quelle con disabilità non grave risulta occupato a fronte del 62% della popolazione senza condizione di disabilità. Le persone con problemi continuano a fronteggiare ostacoli significativi nell’accesso al mercato del lavoro nonostante i progressi normativi degli ultimi anni. Si evidenzia un quadro preoccupante caratterizzato da disparità strutturali e difficoltà persistenti, che limitano le opportunità di inclusione lavorativa. La differenza è ancora più marcata tra i disoccupati dove le persone con disabilità rappresentano una quota significativamente più alta, rispettivamente 16,6% e 14,4% rispetto a quelle senza condizione di disabilità 12% (dati Istat 2023).
Inoltre, il fenomeno dei ritiri precoci dal lavoro colpisce in misura maggiore le persone con disabilità grave con una percentuale quasi tripla rispetto agli altri lavoratori: 5,7% rispetto a quelle senza limitazioni 2,3%. La condizione dei giovani con disabilità è particolarmente critica con due terzi di loro che non lavorano né studiano, a fronte di una percentuale molto più bassa tra i coetanei senza condizione di disabilità. L’assenza di politiche efficaci rischia di compromettere irrimediabilmente il futuro di un’intera generazione. Per affrontare queste criticità servono interventi concreti a partire da investimenti mirati nella formazione incentivando le aziende a creare ambienti lavorativi più inclusivi e promuovere condizioni contrattuali che garantiscano pari opportunità.