Il Rapporto Niinistö e la strategia dell’Europa per prepararsi alla guerra

Dalla Commissione Ue il piano per sostenere gli Stati membri e migliorare la capacità dell’Europa di prevenire e rispondere alle minacce emergenti.

Roma – Si chiama Rapporto Niinistö sulla preparazione e la prontezza dell’Europa in materia civile e di difesa, ed era stato già presentato dall’ex premier finlandese Sauli Niinistö da cui prende il nome. La relazione sulla preparazione e la prontezza dell’Unione ha concluso che è urgente rafforzare, nel settore civile così come in quello militare, la preparazione e la prontezza dell’Europa a far fronte alle sempre maggiori sfide che ne mettono a rischio la sicurezza nel campo della salute, della migrazione, della sicurezza tecnologica, del clima, della difesa o dell’economia. E’ una relazione che racchiude contenuti che evocano la guerra più che la pace. Nei giorni scorsi la Commissione Ue e l’Alta rappresentante hanno così presentato la strategia sull’Unione della preparazione per sostenere gli Stati membri e migliorare la capacità dell’Europa di prevenire e rispondere alle minacce emergenti.

La relazione ha chiesto un radicale cambio di mentalità e un nuovo modo di concepire la preparazione come esigenza prioritaria in tutta l’Unione europea, riconoscendo che la preparazione non è soltanto una responsabilità nazionale, ma anche un impegno europeo condiviso che implica un ruolo più incisivo dell’Unione nel coordinamento e nel sostegno degli Stati membri. La strategia arriva in un momento in cui l’Unione europea si trova ad affrontare crisi e sfide sempre più complesse, impossibili da ignorare. Che si tratti dell’aumento delle tensioni e dei conflitti geopolitici, di minacce ibride e di cybersicurezza, delle attività di manipolazione delle informazioni e di ingerenza da parte di attori stranieri o dei cambiamenti climatici e dell’aumento delle catastrofi naturali, l’UE deve essere pronta a proteggere i suoi cittadini e le funzioni sociali essenziali per la democrazia e la vita quotidiana.

Nel concreto la strategia definisce 30 azioni fondamentali e un piano d’azione dettagliato per portare avanti gli obiettivi dell’Unione della preparazione e sviluppare una cultura della “preparazione fin dalla progettazione” in tutte le politiche dell’UE. La Presidente Ursula von der Leyen ha dichiarato: “Di fronte a nuove realtà, in Europa serve un nuovo livello di preparazione. I cittadini, gli Stati membri e le imprese devono avere gli strumenti giusti per prevenire le crisi e reagire tempestivamente alle catastrofi. Le famiglie che vivono in zone a rischio di alluvione devono sapere che cosa fare quando il livello dell’acqua sale. I sistemi di allerta precoce possono far risparmiare tempo prezioso nelle regioni colpite da incendi boschivi. L’Europa è pronta ad aiutare gli Stati membri e i partner fidati del vicinato a salvare vite e proteggere i mezzi di sussistenza.”

Gli obiettivi e azioni fondamentali della strategia sono contenuti in un elenco. In cima agli obiettivi, proteggere le funzioni sociali essenziali dell’Europa: l’elaborazione di criteri minimi di preparazione per servizi essenziali come gli ospedali, le scuole, i trasporti e le telecomunicazioni, l’aumento delle scorte di attrezzature e materiali critici, il potenziamento della capacità di adattamento ai cambiamenti climatici e aumento della disponibilità di risorse naturali vitali come l’acqua. Altra azione, promuovere la preparazione della popolazione: con l’invito ai cittadini ad adottare misure pratiche, per esempio conservare scorte di beni essenziali che bastino per almeno 72 ore in caso di emergenza, l’inserimento di lezioni di preparazione nei programmi scolastici e introduzione di una Giornata europea della preparazione. E ancora l’obiettivo di potenziare il coordinamento della risposta alle crisi, con l’istituzione di un Polo di crisi dell’UE per migliorare l’integrazione tra le strutture di crisi dell’UE già esistenti.

Continua l’elenco: rafforzare la cooperazione civile-militare, con esercitazioni periodiche di preparazione in tutta l’UE, che uniscano le forze armate, la protezione civile, la polizia, gli addetti alla sicurezza, gli operatori sanitari e i vigili del fuoco e agevolazione degli investimenti a duplice uso. Rafforzare la capacità di previsione e anticipazione, con la messa a punto di una valutazione completa dei rischi e delle minacce a livello dell’UE, contribuendo a prevenire crisi come le catastrofi naturali o le minacce ibride. Intensificare la cooperazione pubblico-privato: con la creazione di una task force pubblico-privato per la preparazione e la definizione di protocolli per le emergenze con le imprese per garantire la disponibilità in tempi rapidi di materiali, beni e servizi essenziali e mantenere in sicurezza le linee di produzione critiche. Infine, intensificare la cooperazione con i partner esterni, con la collaborazione con partner strategici come la NATO sulla mobilità militare, sul clima e la sicurezza, sulle tecnologie emergenti, e sui settori informatico, spaziale e della difesa.

Nel complesso, adottando un approccio proattivo alla preparazione, l‘UE punta a creare un continente più resiliente e sicuro, meglio attrezzato per affrontare le sfide del XXI secolo. La strategia è dunque incentrata su un approccio multirischio integrato, su un approccio esteso a tutta l’amministrazione che riunisce tutti i soggetti d’interesse a tutti i livelli dell’amministrazione (locale, regionale, nazionale ed europeo), e un approccio esteso a tutta la società che coinvolge i cittadini, le comunità locali e la società civile, le imprese e le parti sociali e le comunità scientifica e accademica.

Il verdetto di Niinistö è stato pesante: “Nonostante le misure adottate negli ultimi anni per migliorare la preparazione, l’Ue e i suoi Paesi membri non sono ancora completamente preparati per gli scenari di crisi intersettoriali o multidimensionali più gravi”. Alla base c’è un problema di mentalità, che va cambiata: “La preparazione deve diventare parte della logica di fondo di tutte le nostre azioni e affrontare l’intero spettro delle minacce e dei rischi”, ha detto von der Leyen nel presentare l’ex premier e il suo rapporto. L’Europa infatti deve “prepararsi agli scenari peggiori“. Che non sono così lontani e remoti come potevamo pensare anche solo cinque anni fa. Il Covid, la guerra in Ucraina e il cambiamento climatico si sono abbattuti (anche) sull’Europa, che forse si pensava immune da certi eventi, col risultato che il blocco deve risvegliarsi “a una nuova realtà instabile”, avverte Niinistö. Questi shock, sottolinea la relazione, “sono collegati da cause profonde che indicano un periodo prolungato di alto rischio e profonda incertezza per l’Ue”.

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