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Il Rapporto del Centro Einaudi: “certezze finite, al mondo serve una nuova bussola”

Mario Deaglio: “dall’economia alla società, dalla politica al clima abbiamo perso i punti cardinali. Dobbiamo crearceli noi”.

Torino – Delinea un mondo sempre più caotico, privo di una direzione determinata il terzo Rapporto
sul mondo post-globale presentato da Intesa Sanpaolo e dal Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi nell’ambito del Festival Internazionale di Economia di Torino. Lo studio dal titolo “Il Mondo ha perso la bussola” spazia dalle abitudini quotidiane alle elezioni del 2024, una tornata ‘monstre’ che coinvolge quasi la metà della popolazione mondiale. Tra i temi messi in evidenza anche l’aumento dell’occupazione in Italia “quasi interamente trainato dagli over 50” e la grande fuga dei giovani talenti dal nostro Paese, “un milione e trecentomila persone rispetto alle quattrocentomila circa ufficiali”.

“Quasi tutte le certezze sono venute meno, a partire da quelle geografiche, geopolitiche. Ci sono fenomeni climatici, l’economia che non gira più come prima. E’ un gioco nuovo, più tempestoso e difficile da governare. Dall’economia alla società, dalla politica al clima sembriamo non sapere più non solo quali siano i punti cardinali, ma addirittura se i punti cardinali esistano. Dobbiamo crearceli noi” spiega Mario Deaglio che ha curato il Rapporto. L’economista parla di “numerose forme di disagio giovanile che rendono più cupo il quadro mondiale”.

“In un mondo con tantissime incertezze – sottolinea il capo economista, Gregorio De Felice – dobbiamo cercare punti fermi su cui poter contare. L’Europa li ha trovati con la pandemia: Next Generation Eu e altri strumenti prima impensabili, come Sure per le indennità di disoccupazione. Creando debito comune si sono
trovate nuove risorse per i singoli Paesi. Gli europei hanno molto a cuore i temi chiave che l’Unione deve affrontare. Un esempio: la fiducia sull’Ue, in generale, è al 45%, anche se in lievissimo recupero, ma al tempo stesso il 70% degli europei ha fiducia nell’Euro e temi come la difesa e la sicurezza comuni, la politica energetica, le politiche commerciali, la libera circolazione di persone e beni, la tutela dell’ambiente e la
transizione energetica raccolgono un interesse tra il 75 e l’80%”.

De Felice osserva che “In Italia ci sono segnali di cambiamento: la crescita cumulata italiana dal 2010 al 2019 è stata solo dell’1,1%, quella dell’area Euro del 12,6%, ma da fine 2021 alla previsione di fine 2024 la crescita cumulata del nostro Paese sarà del 6%, più alta del 4,7% dell’area Euro, del 4,4% della Francia e del 2,1% della Germania. Qualche cosa è cambiata, soprattutto per quel che riguarda gli investimenti che dal 2017 hanno avuto un rimbalzo grazie soprattutto a grandi incentivi al sistema economico, come Industria 4.0 e il
Superbonus, che vale circa 10 volte Industria 4.0″.

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