I Paesi che aderiranno da qui a novembre saranno considerati fondatori dell’iniziativa. La macchina a lavoro dal prossimo anno.
Rio de Janeiro – Prende forma l’Alleanza globale contro la fame, un’articolazione di politiche pubbliche e meccanismi innovativi per contribuire a strappare dalla povertà 730 milioni di persone. Un’iniziativa cara al presidente Luiz Inacio Lula da Silva, che ne ha fatto una delle proposte cardine del G20 a guida brasiliana, e a cui il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “ha assicurato l’impegno italiano per il pieno successo” in un recente incontro a Brasilia. La presidenza del forum multilaterale ha già annunciato un accordo unanime (al livello tecnico) sul dossier che costituisce le fondamenta del nuovo organismo.
E secondo le previsioni, il piano sarà adottato dai ministri del G20 che si sono riuniti a Rio de Janeiro. Un momento centrale del lavoro fin qui condotto, testimoniato dalla presenza del leader sudamericano. Il pacchetto in adozione è composto da quattro documenti: un modello per l’adesione all’Alleanza, un testo sulla governance e uno sui criteri di politica pubblica, oltre ad una dichiarazione di endorsement politico al piano, in cui si descrivono lo scenario mondiale, i motivi della proposta, e le attese. Sostegno all’Ucraina, intelligenza artificiale, frammentazione geo-economica e tassazione internazionale sono stati i temi principali trattati nella riunione.
L’incontro, guidato dal Ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti e dal Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, ha confermato il pieno supporto all’Ucraina per tutto il tempo necessario. Ampia la discussione su potenzialità e rischi dell’Intelligenza Artificiale per l’economia e la stabilità finanziaria. Sulla frammentazione del commercio internazionale, il G7 ha ribadito la necessità di mantenere le economie aperte agli scambi, continuando sulla strada della cooperazione e dello scambio di informazioni. Procedono inoltre le discussioni sulla tassazione internazionale.
“Questo è il calcio di inizio – ha spiegato il segretario per gli Affari economici e finanziari del ministero degli Esteri, l’ambasciatore Mauricio Carvalho Lyrio – poi avremo tempo fino a novembre (mese del vertice dei leader) per le adesioni dei Paesi, che dovranno avvenire attraverso la presentazione di documenti a parte”, sulla base di requisiti minimi e adattato alle esigenze di ciascuno Stato. Una dichiarazione che potrà
essere aggiornata nel tempo. I Paesi che entreranno a far parte dell’Alleanza globale da qui a novembre saranno considerati fondatori dell’iniziativa. D’altra parte, la proposta non è rivolta solo alle venti principali economie del mondo, ma a tutti gli Stati e entità, che vorranno partecipare a meccanismi di partnership coordinati secondo una logica di ‘matchmaking’.
Una macchina che dovrebbe mettersi in moto già dal prossimo anno, e che promette di essere “agile, flessibile e intelligente”, dotata di un segretariato e di un ‘board of champions’ decisionale. I tre pilastri su cui poggia il progetto sono il supporto finanziario, il riconoscimento di politiche pubbliche sociali ad impatto rapido già sperimentate, e l’impegno politico. “L’Alleanza non è solo uno spazio di cooperazione, è un punto di snodo tra risorse finanziarie, programmi sociali vincenti, e Paesi che soffrono la fame – ha chiarito Carvalho Lyrio – e prevede un migliore allineamento tra le risorse esistenti, spesso frammentate o mal distribuite”.
Tra le ipotesi allo studio, c’è ad esempio una facilitazione per l’accesso ai fondi verdi per i piccoli agricoltori, che si sono già rivelati tra i più colpiti dai cambiamenti climatici, incluso il Brasile, e che costituiscono un’ampia fetta delle persone che soffrono la fame nel mondo. Benché la situazione sia migliorata in molti Paesi, nel mondo sono ancora numerose le persone che patiscono la fame o soffrono di malnutrizione. A livello mondiale la denutrizione colpisce quasi 800 milioni di persone, in particolare donne e bambini. L’Agenda 2030 si pone come obiettivo sradicare la fame e tutte le forme di malnutrizione ovunque nel mondo nei prossimi 15 anni. A causa del rapido incremento della domanda di alimenti a livello mondiale, si stima che la loro produzione dovrà essere più che raddoppiata entro il 2050.
Circa il 70 per cento delle persone denutrite dipende, in modo diretto o indiretto, dall’agricoltura per la propria sopravvivenza: sono infatti proprio i piccoli agricoltori a correre il rischio di denutrizione. Oltre all’eliminazione della fame, l’obiettivo 2 comprende anche un sotto-obiettivo che si prefigge di sradicare la malnutrizione in tutte le sue forme. La qualità dell’alimentazione è infatti importante tanto quanto la quantità. L’obiettivo comprende inoltre aspetti economici, tra cui il raddoppiamento della produttività agricola e del reddito dei piccoli agricoltori entro il 2030. Affinché l’incremento della produzione alimentare non vada a scapito dell’ambiente, l’obiettivo 2 comprende anche istruzioni volte a garantire un’agricoltura sostenibile.