L’imprenditrice di Lerici, isolata anche dagli avvocati. Attenzione della Farnesina. Tajani: “Premeremo perché venga liberata al più presto”.
Guinea Bissau – Un’altra storia di una connazionale detenuta all’estero irrompe nella cronaca, anche se in sordina nei giorni in cui l’attenzione è catalizzata sulla morte del Santo Padre. Valentina Cirelli, 48 anni, attivista italiana di Lerici ed imprenditrice del settore alberghiero, è stata arrestata lo scorso venerdì 18 aprile nella località balneare di Varela, in Guinea Bissau, insieme ad altre 15 persone, dopo che otto soldati della Guardia nazionale hanno fatto irruzione nel suo albergo. Il blitz sarebbe avvenuto dopo un incendio scoppiato alle strutture di un progetto di sfruttamento delle sabbie pesanti di Nihinquin. La donna si troverebbe al momento in buone condizioni di salute, come sembra abbia riferito lei stessa telefonicamente all’ambasciatrice d’Italia a Dakar.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani assicura che “faremo pressioni perché venga liberata al più presto in attesa della definizione del suo caso”.“Chiediamo che vengano garantiti i suoi diritti e l condizioni di detenzione, continueremo a seguire il caso come facciamo con tutti i cittadini italiani all’estero”, ha aggiunto Tajani. Nata a La Spezia da padre italiano e madre guineana, la 48enne sarebbe accusata di aver preso parte a manifestazioni con atti vandalici ai danni di una società cinese, titolare di una concessione per l’estrazione di minerali. La Farnesina sta seguendo il caso. Le ultime notizie sulla sua detenzione risalgono a martedì 22 aprile, quando gli avvocati hanno appreso che non è possibile contattarla per “ordine superiore”.

Gli avvocati hanno presentato richiesta di ‘Habeas Corpus’, cioè di rilascio immediato in mancanza di accuse formali, ma è stata respinta. E ancora, i legali hanno presentato l’istanza presso il giudice istruttore penale affinché venga riesaminata. Nel frattempo un’ampia comunità si è mobilitata a suo sostegno, chi sul posto portando cibo chi dall’estero per crowdfunding e comunicazione con le istituzioni. “Valentina sta bene, ha una grande forza morale e psichica, sta resistendo alla grande in cella, le vengono passati alimenti, ma non le è possibile accedere al telefono. Si trova quindi isolata insieme ad altre quindici persone”, ha raccontato all’Adnkronos Alessandra Manzini, una ricercatrice e conoscente di Valentina Cirelli. E’ riuscita ad ascoltare la voce di Cirelli, registrata da una persona che le ha fatto visita in cella nei giorni scorsi.
“Sono una ricercatrice, sono stata a febbraio in Guinea Bissau per lavoro – ha detto la donna -, con Valentina abbiamo guardato tutte le valutazioni di impatto ambientale e tecniche rilasciate dall’azienda che mancavano di consistenza e non rispettavano le tempistiche procedurali, lei si sentiva minacciata e perseguitata sia dalla compagnia che sta portando avanti un’operazione di sfruttamento del giacimento di sabbia pesante, che dal governo il tutto per essere considerata una leader nella comunità e contraria al progetto”. “Valentina è una pacifista, – dice ancora la ricercatrice all’Adnkronos – contraria a ogni forma di violenza. Personalmente ho intervistato numerose persone e tutte si sono dette contrarie al progetto che viene portato avanti senza il consenso informato della popolazione“.

All’origine dell’arresto un incendio ai macchinari dell’azienda: “Numerose persone hanno manifestato in maniera pacifica il proprio disappunto, non sappiamo chi sia stato a dare fuoco alle attrezzature, ma prendere persone a caso solo perché ritenute capi di comunità è ingiusto e lesivo dei diritti umani”. La donna conferma che al momento a Valentina Cirelli non è consentito di contattare il proprio avvocato che ha potuto vedere solo per dieci minuti. Cirelli ha incontrato anche il Console italiano. “Non sono stati rispettati i basilari diritti umani”, spiega la ricercatrice.
L’ambasciata d’Italia a Dakar e il corrispondente consolare a Bissau stanno seguendo la vicenda con la massima attenzione e si mantengono in contatto con l’attivista. Lo dicono sempre all’Adnkronos fonti della Farnesina, precisando che l’ambasciata ha interessato le autorità guineane per chiedere informazioni sullo status della connazionale e per chiedere che ne vengano garantiti i diritti. Anche il sindaco di Lerici, Leonardo Paoletti, sta seguendo il caso dell’arresto. “L’unica novità che ho è che la Farnesina sta operando con attenzione, ho sentito alcune persone che operano alle attività diplomatiche e si spera di risolvere il caso a breve”, dice all’Adnkronos.