La storia della piccola Denise non finisce di riservare, purtroppo, amari risvolti e improvvisi cambi di direzione. Ma nessuno di questi porta ad una pista concreta, e la sua sparizione rimane avvolta nel mistero.
MAZARA DEL VALLO (Trapani) – Ennesimo colpo di scena nella storia infinita che riguarda la sparizione della povera Denise Pipitone. La bambina sparita da casa l’1 settembre 2004 non è la cittadina bosniaca Denisa Beganovic di 21 anni. Il suo dna non ha nulla a che vedere con le caratteristiche genetiche della bimba siciliana, nata a Mazara il 26 ottobre del 2000, mentre Denisa è nata il 29 settembre 2002, stante ai suoi documenti di identità.
Insomma un buco nell’acqua il tentativo della Procura di Marsala di scrivere la parola fine all’annoso fatto di cronaca, che rimane insoluto. Che fine ha fatto Denise? La domanda continueremo a farcela ancora per chissà quanto tempo, mentre la risposta è probabile che non arriverà mai. Questa pista, seguita dal procuratore di Marsala, Fernando Asaro, e dal Pm Roberto Piscitello, ha portato gli inquirenti all’accertamento del dna della giovane bosniaca che poi era risultato negativo. Del resto la stessa giovane, intervistata in tv dai giornalisti di Quarto Grado, aveva riferito che quando gli investigatori le avevano mostrato la foto di Pietro Pulizzi e di Denise, sua figlia naturale, aveva negato di conoscerli:
”Sono Denisa, di Tuzla in Bosnia, e il 10 torno lì a trovare mia madre, i miei genitori sono di là ed io non sono italiana. Sono bosniaca, so chi sono mio padre e mia madre. Ora dicono che dovrei essere un’altra. Ma è solo una favola…” aveva detto Denisa davanti alle telecamere di Rete 4.
L’ultimo tentativo, in ordine di tempo, di trovare Denise sotto un’altra identità deriva da una segnalazione dei carabinieri della stazione romana di Talenti. I militari avevano raccolto le informazioni di alcuni vicini di casa della ragazza straniera, incuriositi dal suo nome, Denisa, e da una certa somiglianza con la bambina scomparsa in Sicilia. La segnalazione, per competenza, veniva trasmessa alla Procura di Marsala che, nel giro di qualche giorno, chiedeva ai militari di acquisire, col consenso della giovane, il Dna tramite un tampone orale onde predisporre una comparazione con quello della piccola sparita nel nulla. L’accertamento veniva disposto nell’ambito di un fascicolo, cosiddetto Modello 45, nel quale i Pm raccolgono decine di segnalazioni che periodicamente arrivano sulla scomparsa di Denise e sulle quali dispongono sistematicamente verifiche.
Tutta la vicenda romana, però, avrebbe fatto infuriare Pietro Pulizzi e Piera Maggio che sostengono di essere venuti a conoscenza dell’ennesima inchiesta attraverso la stampa e non a seguito di regolare notifica della Procura:
“Un tuffo al cuore, sono fatti che non dovrebbero nemmeno accadere – scrivono sui social Pietro e Piera, prima di conoscere l’esito del test – Le notizie, specialmente quelle particolari, dovrebbero passare prima da noi genitori e dopo alla stampa, con tutto il rispetto. Non è umanamente corretto. Siamo coinvolti in un’arancia meccanica dei sentimenti…”.
La coppia si è poi lasciata andare con altri commenti, in verità, ancora più duri e forse fuori luogo, atteso l’impegno dei nuovi magistrati e degli attuali investigatori in questa tormentata vicenda:
«Un Procuratore utilizza la stampa – scrivono i genitori di Denise – e non ci manda a casa neanche un carabiniere per comunicarci umanamente, in maniera riservata, “Stia tranquilla signora, purtroppo l’esito del dna è negativo”. Siamo delusi e amareggiati…».
Per la sparizione di Denise è stata processata e assolta in tutti i gradi di giudizio la sorellastra Jessica Pulizzi, figlia di Pietro Pulizzi e Anna Corona, e il suo ex fidanzato Gaspare Ghaleb, condannato a 2 anni per false dichiarazioni a reato poi prescritto. Secondo le accuse dell’epoca sarebbe stata Jessica a fare sparire la bambina per vendetta e gelosia. Anche Anna Corona, ora come allora, è stata indagata con altre tre persone ma l’inchiesta è stata poi archiviata. Dunque punto e a capo. Piera Maggio, nei giorni scorsi, ha anche dichiarato che forse Matteo Messina Denaro potrebbe sapere che fine ha fatto la figlia. L’idea potrebbe non essere peregrina atteso che il boss aveva una rete di informatori bene organizzata. Secondo la donna, ‘U Siccu non poteva non sapere.