Il caso dell’Australia e la legge sul “diritto di disconnessione” dei lavoratori

Mai più risposte a messaggi, chiamate o email al di fuori dell’orario di lavoro. Scompare il timore dei dipendenti di subire sanzioni.

Roma – Disconnettersi si può, in Australia è garantito dalla legge! Negli ultimi tempi ha destato molto clamore il fatto che i lavoratori non riuscissero a liberarsi del duro fardello del lavoro, nemmeno tra le quattro mura domestiche. Il fenomeno si è diffuso a causa dell’uso capillare dei dispositivi tecnologici. A molti sarà capitato di dover rispondere a telefonate e mail dei datori di lavoro anche quando si stavano rilassando in un pub a farsi una birra o spaparanzati sul divano di casa. Ebbene, ora questo non potrà succedere più! Lo ha prescritto la legge, almeno in Australia. Dal 26 agosto scorso, infatti, è entrata in vigore la normativa sul “diritto alla disconnessione dei lavoratori”. Ora essi potranno fare spallucce, senza il timore di subire sanzioni o altro.

I lavoratori australiani si sono sentiti sollevati di non essere sottoposti a messaggi, chiamate o mail dai loro capi, che stavano diventando un martellamento continuo. L’Australian Council of Trade Unions (ACTU), il sindacato nazionale, ha accolto con entusiasmo questa decisione politica, in quanto il fatto di doversi portare il lavoro al di fuori dell’orario di lavoro, perché nei fatti di questo si trattava, produceva uno squilibrio tra lavoro e vita privata. E pensare che i lavoratori australiani svolgono, in media, secondo i dati diffusi dal sindacato, annualmente 281 ore di straordinari non retribuiti. Se per un attimo ci si mette nei panni di questi sventurati, ci si rende conto che: orario di lavoro, ore di straordinario e le chiamate dei capi significa essere marcato a uomo h24, roba da denuncia per persecuzione ad oltranza!

La legge consente ai manager di contattare i loro dipendenti fuori l’orario di lavoro, ma attribuisce ai lavoratori il diritto di non rispondere, tranne in caso di rinuncia considerata irragionevole. In caso di controversie, le due parti dovranno risolvere il contenzioso autonomamente. Altrimenti, ci penserà la Fair Work Commission (FWC) a dirimere la questione, che può imporre al datore di lavoro di smettere di… molestare i lavoratori una volta terminato il loro turno. Tuttavia, se la commissione sostiene l’irragionevolezza della non risposta, può obbligarli a rispondere. Il mancato rispetto delle direttive è sanzionato con multe fino a circa 12 mila euro per il lavoratore e 57 mila per l’impresa.

La Swinburne University of Technology di Melbourne, specializzata in ricerche sull’ambiente lavorativo, ha diramato un comunicato dopo l’approvazione della legge, sottolineando che la normativa potrebbe essere utile anche ai datori di lavoro. I vantaggi per l’azienda derivano dal fatto che un migliore equilibrio tra vita professionale e privata per i lavoratori produrrà meno assenze per malattia o addirittura eviterà le dimissioni. Ora, come recita la saggezza popolare: “piuttosto che niente, meglio piuttosto”. Nel senso che potersi disconnettere dalle incombenze del lavoro, quando si è finito il proprio turno, è un sacrosanto diritto.

Ma la legge, da un lato consente e dall’altro impone dei distinguo. Già il fatto di vedere apparire sul proprio cellulare una chiamata dall’ufficio è un’azione di disturbo, che non dovrebbe avvenire. Poi, come si fa a stabilire l’irragionevolezza del rifiuto di rispondere, su quali criteri? Che lo debba stabilire una commissione, seppur esperta, suona come una sorta di “tribunale morale”. Terminato il turno, si saluta la compagnia e si va a casa, o con gli amici in osteria o a farsi un giro in centro, insomma a fare quello che più aggrada a chi è sopravvissuto a una giornata di lavoro.

Ma quando tutta questa tecnologia non aveva ancora invaso ogni angolo delle nostre vite, come si faceva? Si comunicava durante l’orario di lavoro, tutto avveniva in azienda, senza se e senza ma. Un ritorno al passato, in questo caso, sarebbe l’ideale! O no?

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa