Tanta retorica e grandi polemiche, spesso inutili, sulla detenzione con annesso sciopero della fame di Alfredo Cospito. Carlo Nordio ha puntualizzato alcuni aspetti fondamentali.
Roma – Il caso Alfredo Cospito riapre, inopportunamente, la diaspora tra maggioranza e opposizione, ma su fatti di cui si poteva fare a meno da parte di tutti gli attori principali. Giurì d’onore compreso. In ogni caso, lo Stato non può piegarsi di fronte a manifestazioni e pressioni di qualsiasi genere. Qualunque sia il giudizio sul 41 bis. Peraltro, se fosse vero, e lo è, che l’anarchico detenuto ha intrapreso la battaglia dello sciopero della fame per avvantaggiare tutti, mafiosi compresi, e per tendere all’abolizione della misura detentiva, è evidente che si strumentalizza la propria condizione di salute per intimidire e attaccare, nello stesso tempo, le istituzioni.
Servirebbe, dunque, una convergenza reale e non retorica di tutti i politici. Che magari c’è, ma la percezione che si possa ipoteticamente depotenziare lo strumento del 41 bis, è qualcosa che traspare e che il Paese non si può permettere. Per una questione di sicurezza e per rispetto verso tutte le vittime. La vicenda degli anarchici potrebbe, comunque, degenerare in tragedia ed è il caso di non sottovalutarla. Converrebbe, però, riportare i fatti alle adeguate proporzioni. Continuano, così, le polemiche tra Serracchiani (Pd) e Donzelli (FdI).
E per che cosa…? Solo perché è stato rivelato in Parlamento che la deputata dem ed altri esponenti della sinistra sono andati a fare visita all’anarchico Cospito ed essersi permesso Donzelli di chiedere ai parlamentari in visita di chiarire la loro posizione sul 41 bis. Si scatena, così, una pioggia di parole, commenti, insinuazioni, presunte violazioni e offese alle quali ogni interessato si aggancia per reclamare giustizia e verità. I fatti possono essere spiegati, ma i comportamenti rimarranno indelebili. Anche questo è un fatto. L’informativa al Dap, comunque, non era secretata, pertanto non pare che vi sia stata alcuna violazione nel diffondere notizie che possono essere assunte da qualunque parlamentare lo richieda.
In ogni caso, è stata presentata una denuncia penale (destinata all’archiviazione), con Nordio che sta verificando la legittimità della divulgazione dell’informativa fatta dal sottosegretario alla giustizia, Delmastro, a Donzelli che l’aveva richiesta. Le opposizioni chiedono le dimissioni dei due parlamentari di FdI.
La strumentalizzazione è dietro ogni angolo della politica. Intervenendo sul caso Alfredo Cospito, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha detto:
L’ondata di gesti vandalici prova che il legame tra il detenuto e i suoi compagni rimane e giustifica il mantenimento del 41 bis. Il trasferimento – ha sottolineato il Guardasigilli – non è un cedimento dello Stato, ma il riconoscimento che una cosa è la doverosa espiazione della pena ed altro l’assoluta tutela della salute, che è un principio sacro e inderogabile”.
L’anarchico, in sciopero della fame da oltre 100 giorni, è stato così trasferito a Opera (Milano), dove vi è una struttura sanitaria efficiente, ma senza la revoca del carcere duro. Tante le polemiche innescate, sulla misura di detenzione di cui sinceramente si poteva fare a meno, che peraltro già per il solo fatto di parlarne si può ricavare una sensazione sbagliata e cioè che si stia discutendo di una attenuazione del regime speciale di detenzione, indebolendo in tal modo l’autorevolezza dello Stato. Nordio, comunque, toglie ogni dubbio:
“Il regime di carcere duro è indispensabile, la nostra linea politica è di fermezza su ogni forma di intimidazione. In questo momento storico il 41 bis è indispensabile ed è opportuno mantenerlo, infatti ci sono tutte le pronunce che ne legittimano il mantenimento. In ogni caso lo sciopero della fame non potrà mai incidere sul 41 bis” ha spiegato l’ex magistrato. La risposta del ministro è, dunque al di là delle polemiche, chiara. Nessun cedimento, il resto è contorno.