Il Guardasigilli, col ministro Ciriani e la viceministro Gava hanno visitato il cantiere del nuovo penitenziario che trasforma l’ex caserma.
Pordenone – I ministri della Giustizia, Carlo Nordio, e per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, e la viceministro per l’Ambiente, Vannia Gava, hanno partecipato a un sopralluogo al cantiere dove si sta realizzando il nuovo carcere di San Vito al Tagliamento. Il progetto esecutivo prevede la trasformazione dell’ex caserma militare ‘F.lli Dall’Armi’, realizzata sul finire degli anni ’50 e ormai dismessa da oltre vent’anni. Verranno costruiti cinque nuovi edifici e un fabbricato già esistente sarà ristrutturato. Il nuovo carcere, costo previsto di circa 60 milioni, sarà ultimato entro il 2026 e potrà ospitare 300 detenuti.
“Mettendo dei moduli, la perimetrazione rimane, le garitte e tutto quello che è compatibile con la sicurezza interna ed esterna rimane”, ma “inserendo dei moduli – l’altro giorno abbiamo fatto una riunione con la presidente del Consiglio e ne stiamo ordinando a migliaia – risolvi il problema degli spazi, che sono quelli che rallentano di più”, ha detto Carlo Nordio. “L’Italia ha un po’ un terreno montuoso, il resto è super abitato, se scavi trovi un reperto archeologico. Quindi, l’importante è proprio trovare gli spazi”, ha aggiunto il Guardasigilli.
Parlando della nuova struttura a San Vito al Tagliamento come di “un vero e proprio modello”, il Guardasigilli ha ricordato che il problema del sovraffollamento carcerario si può risolvere principalmente attraverso la riqualificazione delle caserme dismesse. Inoltre questo progetto – fa sapere il ministero della Giustizia – realizza altri due “sogni” di Nordio: la rieducazione dei detenuti attraverso lo sport all’aperto e attraverso il lavoro. Entrambe le attività saranno consentite all’interno dell’istituto attraverso un razionale posizionamento di appositi moduli, che non solo libereranno spazi da utilizzare, ma risponderanno anche alle esigenze di sicurezza di un territorio a rischio sismico, sia pure moderato, come quello pordenonese.
Per quanto riguarda l’attività lavorativa e la preparazione professionale dei detenuti, il percorso di reinserimento potrà proseguire anche dopo l’uscita dal carcere, grazie al progetto ‘Recidiva Zero’ che il ministero della Giustizia sta attuando in primo luogo con il coinvolgimento del Cnel e dei soggetti del terzo settore. “Con l’avvio dei lavori del nuovo carcere di San Vito al Tagliamento, il primo dopo oltre 13 anni, compiamo un passo fondamentale per il sistema penitenziario italiano”, ha dichiarato il viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Vannia Gava, presente oggi alla cerimonia con i ministri Ciriani e
Nordio per l’avvio dei lavori del nuovo penitenziario.
“Un risultato reso possibile dal decisivo sostegno del Ministro Matteo Salvini – ha aggiunto – che ringrazio per l’impegno e l’attenzione al territorio. L’istituto sorgerà riqualificando un‘ex caserma chiusa da vent’anni, ottimizzando l’uso del suolo senza ulteriore consumo. Sarà un’opera moderna, funzionale e sostenibile, capace di garantire sicurezza e dignità. Investire in infrastrutture significa investire nel futuro del Paese”, ha concluso.