“Identità digitale europea”: bella la tecnologia, ma non rischiamo di essere spiati?

La prossima adozione dell’EU Digital Identity Wallet e la pervasività di Internet sollevano questioni cruciali a proposito della privacy e della libertà delle persone.

Roma – Con l’avvento di internet non si può mai stare tranquilli. In pratica, ha trasferito sulla rete tutto il marcio della vita reale, oltre agli aspetti positivi. La differenza è che il web ha una capacità di diffusione come mai finora. Ora è il caso del regolamento sui “portafogli europei di identità digitale”, con cui i cittadini potranno dimostrare, in tutta l’UE, la propria identità per accedere a servizi online e condividere documenti digitali (EU Digital Identity Wallet). Questo strumento di accesso, dovrà essere accettato anche dalle piattaforme online, come Amazon, Facebook e simili. E’ nato dall’aggiornamento dell’eIDAS (electronic IDentification, Authentication and Trust Services), il regolamento europeo per l’identificazione elettronica e servizi fiduciari per le transazioni elettroniche.

Questa revisione potrebbe offrire, su un piatto d’argento, ai governi la possibilità di inserirsi nel traffico tra un sito web ed i suoi utenti. Secondo il regolamento “eIDAS”, chi fornisce i browser deve chiedere l’autorizzazione all’autorità di certificazione approvate dal governo. Inoltre, devono attenersi ai controlli specificati dall’ETSI (Istituto Europeo per gli Standard di Telecomunicazioni). Le autorità pubbliche europee sono le sole a poter emettere questi certificati. La singolarità è dovuta al fatto che il nuovo regolamento permette a qualsiasi governo europeo di chiedere alle autorità competenti europee una copia del certificato.

Il controllo governativo attraverso i certificati dei siti web

In questo modo il governo di turno può controllare il sito web interessato. Con la copia del certificato, praticamente, si ha la possibilità di controllare la comunicazione tra un sito e i suoi utenti. Tuttavia, ancora non sono del tutto chiare quali saranno le leggi e i poteri di sorveglianza sulle eventuali interferenze dei governi. Ma il problema esiste e diverse associazioni che si interessano di cybersicurezza hanno sollevato il problema, che non è di poco conto. Inoltre, le aziende che producono browser, rispetto alle autorità di certificazione si troverebbero ad avere meno poteri.

Per questi motivi i maggiori browser, Mozilla, Google, Apple e Microsoft, hanno inviato una lettera alle autorità europee riguardo i poteri attribuii dal nuovo regolamento, in cui è stato precisato che:

“Qualsiasi governo dell’UE o di un Paese terzo riconosciuto potrebbe iniziare a intercettare il traffico web e rendere impossibile fermarlo senza il suo permesso. Non c’è alcun controllo o contrappeso di natura indipendente su questo processo descritto nel testo proposto”.

La delicata attesa dell’approvazione: EU digital identity wallet ed eIDAS in sospeso

Comunque, sia l’EU Digital Identity Wallet che l’eIDAS ancora non sono stati ratificati. Al momento si tratta solo di un accordo frutto di un negoziato interistituzionale informale che ha riunito rappresentanti del Parlamento europeo, del Consiglio dell’Unione europea e della Commissione europea, che deve ricevere l’approvazione formale del Parlamento e Consiglio europei. Il nuovo regolamento potrà essere applicato non prima di due anni e mezzo, quando gli Stati membri dell’Unione Europea (UE) dovranno essere provvisti dei portafogli di identità digitale. Nel frattempo potrà accadere di tutto e di più. E’ evidente che si tratta di un fatto molto delicato, che coinvolge la privacy e la libertà delle persone.

Due aspetti che non devono sottostare alle decisioni di aziende private, ma consentite da autorità pubbliche che rispettino la trasparenza, la terzietà e la pubblicità degli atti amministrativi e non frutto di azioni d’imperio senza il controllo dei cittadini. Meccanismi di controllo sociale e politico sono sempre esistiti, forse sin dai primordi. Tuttavia una pervasività così maniacale e la capacità di sezionare la vita delle persone fin nei minimi particolari così diffusa non si erano mai viste. E’ la tecnologia, bellezza!

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