I rappresentanti dei lavoratori della scuola vogliono un confronto chiaro, un tavolo di concertazione democratica e non appuntamenti per ricevere mere informative. Il comparto ha bisogno di investimenti ingenti e urgenti. Oltre che certezze a breve e media scadenza.
ROMA – Nella mattinata del 15 aprile scorso il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina aveva convocato i sindacati FLCGIL, CISL, UIL, SNALS e GILDA per discutere lo spinoso problema dei concorsi nella scuola e la contestuale presentazione di bandi e decreti. Le rappresentanze sindacali, in massa, hanno disertato l’incontro perché fermamente intenzionate a discutere, a concertare, a confrontarsi dunque non solo incontri per ricevere informative.
I sindacati vogliono spostare il piano della discussione sull’opportunità di dare seguito alla legge 159/2019 entrata in vigore il 29 dicembre scorso nella sua attuale formulazione. Il Decreto Scuola, il cui esame inizierà oggi in VII commissione istruzione al Senato, potrebbe essere un veicolo legislativo utile per alcune modifiche. Anche sul fronte politico c’è tanto da dire. In attesa di un incontro con la maggioranza le posizioni del M5S e PD/Leu sembrano distanti. I Grillini puntano sui concorsi, PD e LeU cercano alternative.
I sindacati dunque hanno chiesto al ministro un rinvio ritenendo necessario e indifferibile un preliminare confronto politico per inquadrare la questione reclutamento e concorsi in un contesto che nelle ultime settimane ha subito progressivi e sempre più profondi mutamenti, così come appaiono del tutto incerte le prospettive tenuto conto che l’andamento dell’epidemia e i tempi di un’auspicabile uscita dalla stessa non sono ad oggi prevedibili con certezza.
Dunque niente più riunioni per sentire, dicono le organizzazioni dei lavoratori della scuola, ma incontri per decidere le sorti reali di un comparto il cui futuro è messo a rischio seriamente. Il ministro Azzolina non può giocare da sola con un unico mazzo di carte. Il suo comportamento non piace ai sindacati, non è gradito alle maestranze, men che meno all’opposizione. E, se vogliamo essere precisi, non piace nemmeno ai suoi stessi compagni di partito come Mara Lapia che ha rimproverato la collega pentastellata in occasione dell’annuncio agli studenti dello scorso 6 aprile:”… Sono esterrefatta da tanta superficialità. Con quanta leggerezza si annuncia che gli studenti saranno tutti promossi…”. Lapia, in quell’occasione, rimproverava al ministro dell’Istruzione di aver vanificato gli sforzi immani che gli insegnanti e le famiglie stanno facendo per rendere efficace e normale la didattica, in un periodo che certo normale non è.
La parlamentare sarda aveva mosso critiche e manifestato vive divergenze considerando tutti quei ragazzi che hanno studiato e stanno continuando a studiare perché credono ancora nel diritto-dovere all’istruzione:
“…Troppo lenta la reazione del ministero – aveva aggiunto Mara Lapia – troppo scarse le risorse trovate da Azzolina. Così non va, i ragazzi saranno pure promossi, la ministra, per quel che ci riguarda, assolutamente no…”.
La riapertura delle scuole ipotizzata per settembre dovrebbe avvenire in maniera graduale e in condizioni di sicurezza per studenti e personale scolastico ma quali sarebbero i criteri previsti dal Miur? La situazione è ancora nebulosa e Lucia Azzolina pare seguirà tutti i consigli che proverranno dalle fonti sanitarie più accreditate e soltanto allora il ministro deciderà che cosa fare per il prossimo anno scolastico. E per quello non ancora concluso? La verità è che Azzolina non sa che pesci prendere mentre sembra che gli esami di terza media e di maturità si faranno.
Il ministro dell’istruzione ha partecipato a una videoconferenza con i colleghi europei durante la quale si è parlato di reperimento di fondi, nuove forme di finanziamento e diritto allo studio. Pare sia stata del tutto scongiurata la riduzione dei docenti e confermato un nuovo sforzo economico per far fronte all’emergenza dell’intero comparto con i sindacati che premono per aumenti sul contratto di lavoro.