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I sedici cold-case della zona maledetta

Guardie giurate, prostitute, tabaccai, muratori, camerieri, pescatori ed un carabiniere morti ammazzati da assassini rimasti ignoti. Diversi omicidi presentano analogie, forse un killer seriale?

RAVENNA – Igor il Russo, al secolo Norbert Feher, l’assassino di Davide Fabbri, il barista-tabaccaio di Budrio, e della guardia ambientale Valerio Ferri, non avrebbe ucciso la guardia giurata Salvatore Chianese di 42 anni, sposato con un figlio. Già tre anni fa il Gip di Ravenna aveva archiviato il fascicolo riguardante l’omicidio dell’agente privato perché le prove contro Feher non erano schiaccianti.

Nonostante le analogie con gli omicidi di Fabbri e Verri e l’agguato a scopo di rapina ad un’altra guardia giurata a Consandolo, nel 2017, oltre alla documentata presenza del balordo serbo in zona, non è stato possibile per gli inquirenti appurare esattamente se Feher fosse davvero presente sul luogo dell’omicidio ovvero nella cava Manzona di Savio, frazione di Ravenna, nella notte fra il 29 e il 30 dicembre 2015.

A sx l’auto della vittima con motore e fari accesi davanti all’ingresso della cava Foto Zani

Per altro fra le armi trovate indosso all’ex militare oggi detenuto in Spagna non è mai stata trovata quella sottratta a Chianese. Ma allora chi ha tirato la fucilata al metronotte? E’ il 29 dicembre 2015 e Chianese si accinge a fare il penultimo giro di controllo. È mezzanotte e qualche minuto quando la guardia arriva alla sbarra della cava, ferma l’auto d’istituto sulla sinistra con i fari accesi puntati sulla serratura. L’uomo scende dall’auto e senza guardare le chiavi trova quella giusta riconoscendola al tatto. Tutt’intorno è buio pesto e dietro di lui c’è un killer che gli spara alle spalle, fra la tempia e la spalla sinistra, una scarica di pallettoni calibro 12 che fulminano Chianese all’istante.

I carabinieri troveranno il cadavere della guardia un paio d’ore più tardi, disteso per terra in un lago di sangue, senza pistola, una Beretta 92 FS, e senza portafogli. Le chiavi sono rimaste attaccate al lucchetto e oltre la sbarra pare non sia entrato nessuno. L’auto del metronotte veniva ritrovata con motore e fari accesi ma con il lunotto posteriore in frantumi probabilmente colpito da un’altra scarica di pallettoni sparata forse prima di quella mortale.

Igor il Russo

Il movente sembra un rebus. Sulla guardia giurata, tutta casa e lavoro, non emerge nulla di compromettente. Forse un protettore di prostitute, che in quella zona abbondavano, infastidito dai controlli dei metronotte? Macchè. Quella è una zona pericolosa: il 14 febbraio del 1998, proprio vicino alla cava, veniva ritrovato il cadavere di Brigitte Fugger, 31 anni, albanese con passaporto austriaco, venuta a Ravenna per prostituirsi e ammazzata con una coltellata al cuore da mani ignote.

Pista sterile quella della prostituzione. Stessa cosa per la pista del bracconaggio: Chianese ucciso da qualche cacciatore di frodo a cui aveva dato fastidio per via del divieto di caccia? Niente da fare. Uno scambio di persona: peggio che andare di notte. Qualcuno che aveva interessi all’interno della cava? Mafia? Nulla di nulla. Poi si arriverà a Igor il Russo per via di un altro metronotte, rapinato della sua Smith&Wesson 9×21 il 29 marzo del 2017, la stessa pistola che pochi giorni dopo ucciderà Davide Fabbri.

Davide Fabbri

La morte di Chianese rimane un cold-case ma non il solo in quel circondario zeppo di misteri e malaffare. Il 21 aprile del 1987 veniva rapito Pier Paolo Minguzzi, 21 anni, di Alfonsine, studente di Agraria e carabiniere di leva a Mesola, poi morto ammazzato e ritrovato cadavere 10 giorni dopo. Dopo tanti anni la Corte d’Assise di Ravenna ha assolto i 3 imputati annoverando l’omicidio fra quelli di mafia. Luigi Bezzi, 70 anni, detto Ragù, era morto nel 1998 ammazzato con tre colpi di pistola mentre era a pesca sull’argine del canale Destra Reno a Mandriole. Assassino ignoto.

Valerio Verri

Nello stesso anno vicino la superstrada E45 riaffiorava nel fango lo scheletro Mariana Rusu, 19enne moldava, ex prostituta poi redenta e sposa di un italiano. La giovane era scomparsa da tre mesi. Assassino ignoto. Rimangono senza colpevole gli omicidi di Arben Kurani, Agim Lala, Amedeo Rosetti, Iolanda Castillo, Maria Vichi, Costantino Friziero, Antonella Ghetti, Angela Crugliano, Sadek Hassani, Rosina Gaiani e Gino Triossi. Una lunga lista di vittime tutte segnate da un comune maledetto destino.

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