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“Ho fatto cose brutte”: gli inquietanti bigliettini di Sempio. Il pm: “L’impronta corrisponde”

Caso Garlasco: dopo l’impronta vicino al corpo di Chiara, i messaggi (gettati nella spazzatura) e un misterioso malore mai verbalizzato gettano nuove ombre su Andrea Sempio, indagato per l’omicidio.

Pavia – “Ho fatto cose talmente brutte che nessuno può immaginare”. Sono poche parole, scritte su uno dei bigliettini gettati nella spazzatura. Ma che rischiano di gettare nuove ombre sulla posizione di Andrea Sempio, al centro delle nuove indagini per l’omicidio di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di famiglia a Garlasco.

Gli indizi a carico di Sempio

Secondo quanto riportato da Repubblica, la Procura di Pavia – con il procuratore aggiunto Stefano Civardi e le pm Valentina De Stefano e Giuliana Rizzaritiene che Sempio – amico di Marco Poggi, fratello delle vittima – fosse presente nella villetta al momento del delitto. A sostegno dell’ipotesi ci sarebbe una “traccia di interesse dattiloscopico”, un’impronta palmare registrata con il numero 33 e trovata nei pressi del corpo di Chiara. Che secondo gli inquirenti sarebbe proprio da attribuire a Sempio.

Ma non si tratta dell’unico indizio. La Procura dispone anche delle tracce di DNA rilevate sotto le unghie della vittima, che appartiene a Sempio. E ora anche di una serie di bigliettini scritti di suo pugno, e ritrovati dopo un monitoraggio della sua spazzatura.

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L’impronta lasciata da Sempio sul luogo del delitto

Strani bigliettini e problemi psicologici

Questi appunti, apparentemente destinati a essere gettati via, sono ora al vaglio degli esperti del Racis di Roma, che ne stanno analizzando il contenuto. Certo, non ci sono riferimenti diretti all’omicidio. Ma quelle bigliettini vergati dall’indagato per gli inquirenti sono “significative” al fine di ricostruirne il profilo psicologico. Che avrebbe tutte le caratteristiche per essere definito “una personalità disturbata“.

L’alibi traballante e il malore “dimenticato” dai verbali

Il presunto alibi di Andrea Sempio, fondato su uno scontrino del parcheggio datato 13 agosto 2007, appare oggi fortemente indebolito. Gli inquirenti sospettano che possa essere falsificato o inattendibile.

A rafforzare i dubbi c’è anche un episodio rimasto a lungo sotto silenzio: il malore di Sempio durante l’interrogatorio del 4 ottobre 2008, proprio il giorno in cui consegnò lo scontrino. All’epoca ventenne, Sempio si sentì male durante il colloquio con i carabinieri e fu necessario l’intervento di un’ambulanza, che rimase sul posto per oltre 40 minuti. Eppure, nulla di questo venne riportato nei verbali ufficiali.

La circostanza è stata confermata dai registri del 118 e da una testimonianza inconsapevole della madre di Sempio, raccolta durante una conversazione con il programma Le Iene.

Il “mistero” dell’impronta 33

Al centro dell’inchiesta c’è anche l’ormai famosa “impronta 33”, ritrovata sulle scale che conducono al seminterrato della villetta di Garlasco, dove c’era il cadavere di Chiara Poggi.

La Procura ha fornito alcune precisazioni. Il 21 agosto 2007, cioè otto giorni dopo l’omicidio, i Ris di Parma hanno trattato con una “soluzione di ninidrina spray” (un reagente) il “primo tratto della scala che conduce alla cantina di casa” con l’obiettivo di “evidenziare impronte e tracce latenti”. La ninidrina reagisce dopo alcuni giorni, quindi il 29 agosto 2007 i carabinieri della Scientifica hanno ispezionato quelle aree individuando “l’impronta 33”, fotografata digitalmente.

La traccia, precisa il procuratore, è stata analizzata “alla luce della nuove potenzialità tecniche a disposizione, sia hardware che software”. Ed è stata lasciata dal palmo destro di Andrea Sempio, come ha dimostrato “la corrispondenza di 15 minuzie dattiloscopiche”.

Come già emerso martedì, il 5 settembre 2007 una parte dell’impronta, “priva di creste utili per gli accertamenti dattiloscopici”, è “stata asportata dal muro grattando l’intonaco con un bisturi sterile”. Mentre la parte restante era stata ritenuta “non utile” a individuare impronte. Ora invece la Procura la attribuisce al 37enne amico di Marco Poggi, già indagato e archiviato due volte, e procede nelle indagini.

Verso una svolta nell’inchiesta?

Gli sviluppi, insomma, hanno definitivamente riacceso i riflettori su una delle vicende giudiziarie più discusse degli ultimi decenni. Dopo l’assoluzione definitiva di Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara, ora la nuova pista aperta dagli inquirenti potrebbe rappresentare una svolta nell’individuazione del colpevole. Nuovi elementi


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