Decine di tonnellate di rifiuti speciali dovranno essere smaltiti nei prossimi giorni e mei mesi a venire. Intanto qualcuno li ha gettati in mare nel porto di Ancona ma sono a rischio anche discariche abusive, sottosuolo, cave e inceneritori. Il mercato dei rifiuti speciali, di questi tempi, va a gonfie vele.
A milioni di mascherine e guanti monouso da fornire a medici, infermieri e a tutto il resto della popolazione, corrisponde una massa gigantesca di decine e decine di tonnellate di rifiuti cosiddetti speciali. Qualora i dispositivi sanitari salvavita fossero contaminati (chi può saperlo?) detti rifiuti verrebbero classificati come tossici e nocivi. Anche qui la confusione regna sovrana. Già perché se mascherine e guanti fossero infettati dal Covid-19 una volta smaltiti nei luoghi sbagliati come discariche abusive, sottosuolo e faglie acquifere, cave abbandonate o nel mare è facile ipotizzare un disastro nel disastro.
Nel porto di Ancona la prima sorpresa: un’imbarcazione “scavenger” le cosiddette spazzine del mare ha recuperato una cospicua quantità di mascherine e guanti usati che l’imbecille di turno, o una ditta di smaltimento rifiuti ospedalieri, aveva gettato sullo specchio d’acqua antistante la darsena. Qualora il materiale recuperato fosse stato infettato dal virus anche l’acqua del mare potrebbe aver subito un qualche inquinamento non solo limitato alle plastiche. Gli esperti, pur non essendo ancora certi di quanto il Covid-19 possa avvelenare acque dolci e marine, consigliano di decontaminare il materiale da smaltire con la massima prudenza. Una volta rese immuni, si fa per dire, le plastiche dovranno seguire le vie dello smaltimento ordinario per i riciclabili o per indifferenziata in caso di plastiche non riciclabili.
Con le restrizioni dei giorni scorsi e con quelle davanti a noi prima del fatidico 3 maggio, le città si sono ripulite da smog e pattume. Ma da qualche settimana davanti ai supermercati, per terra girato l’angolo di altri negozi di generi necessari, dentro cassonetti e cestini fanno bella mostra di sé quintali di guanti blu, bianchi, di gomma, in lattice, chirurgici e persino quelli da giardinaggio. A queste schifezze si aggiungono cospicue quantità di mascherine insalivate che al solo vederle fanno venire il voltastomaco. Dunque ecco un problema che si aggiunge agli altri, tutti gravi, frutto di questa maledetta pandemia che non è finita, come qualcuno pensa. Che fare allora con i nostri presidi una volta utilizzati?
Guanti e mascherine non vanno gettati nell’indifferenziata appena ce li togliamo, piuttosto devono essere prima bene avvolti in due sacchetti di plastica e chiusi poi con un piccolo laccio. Ma anche in questo caso dovremo usare i guanti e lavarci le mani subito dopo aver gettato il materiale nel contenitore. Per quanto attiene invece i guanti al vinile, che sono i più usati, debbono essere smaltiti nei contenitori per la plastica. Le segnalazioni di materiali anti Covid-19 abbandonati provengono un po’ da tutta Italia:
”… Cittadini ci comunicano la presenza arrivano di guanti e mascherine monouso buttati per strada – dice Mariateresa Imparato di Legambiente Campania – e nelle vicinanze di alcuni supermercati. In previsione di una Fase 2 con la riapertura di piccole e medie aziende e di alcuni uffici facciamo appello al senso civico e alla responsabilità dei cittadini. Soprattutto è importante far partire una campagna di informazione e sensibilizzazione seguendo le indicazione dell’istituto Superiore di Sanità in cui è specificato come smaltire i presidi anti infezione quali mascherine e guanti… Questi articoli sono tutti da conferire nella raccolta indifferenziata. E’ bene avvolgere questi rifiuti in due o tre sacchetti, per essere sicuri che niente fuoriesca, e chiuderli bene. Per chiudere il sacchetto è bene usare dei guanti monouso, che poi andranno in un altro sacchetto che andrà sempre nella raccolta indifferenziata.
Ricordiamo che i dispositivi sanitari sono molto resistenti e potrebbero durare nell’ambiente decine di anni come accade per le buste di plastica più spesse o i flaconi di liquidi più resistenti… Responsabilizzare e informare i cittadini per combattere maleducazione e inciviltà è fondamentale…”.
Dal canto suo il governo dovrà comunque fare i conti anche con l’impatto ambientale e non solo di questi presidi a cui si aggiungerà lo smaltimento di milioni di tamponi, kit sierologici, reagenti chimici anche radioattivi ed altro materiale di scarto adoperato contro il virus in ospedali e cliniche. Roba non da poco e il cui conferimento non avviene certo in discarica, come qualcuno che si frega le mani intenderebbe fare. Anche in questo settore occorreranno milioni di euro di finanziamenti per evitate altri danni alla salute. Il mercato dei rifiuti speciali, in tempo di Covid-19, è più florido che mai.