La ricetta del ministro è racchiusa in una sua recente dichiarazione: le riforme che proponiamo saranno fatte attraverso una coniugazione e una concentrazione, di energie con la magistratura, accademie e l’avvocatura. Ma dove sta la novità? Anche altri avevano detto quasi le stesse cose, e si è visto com’è finita.
Roma – La giustizia ancora e più prepotentemente sotto i riflettori. E questo non tanto per l’importanza delle riforme necessarie ad un miglioramento del settore, ma per le dichiarazioni del Ministro Carlo Nordio. Insomma tanta polemica solo per annunci che nulla hanno di temerario, almeno secondo il pensiero del ministro della Giustizia, messo nero su bianco in diverse pubblicazioni fatte dallo stesso Nordio, nel corso della sua lunga attività di magistrato. Tali dichiarazioni avrebbero fatto paventare anche le sue dimissioni.
Fatto questo smentito dal diretto interessato, nonché dal recente incontro con Giorgia Meloni con tanto di foto e sorrisi. È indubbio che si è inteso soffiare sul fuoco dei contrasti nella maggioranza. Tant’è vero che le dichiarazioni rilasciate, molto spesso rese pubbliche a spizzichi e bocconi, oltre che fuori contesto, hanno fatto il giro del web e della Tv, provocando indignazione e consenso a seconda dei casi. Comunque, la comunicazione è stata alquanto inappropriata ed inopportuna, da parte di Nordio, specialmente in alcuni momenti e soprattutto quando alla luce dell’arresto di Matteo Messina Denaro si è parlato di stop alle intercettazioni, proprio quando la cattura del boss è stata determinata dall’utilizzo delle intercettazioni telefoniche.
E questo nonostante il ministro abbia sempre escluso limitazioni per reati di mafia. Ciò fa capire come sia importante esternare al momento giusto o silenziarsi in alcuni frangenti. La percezione pubblica, che molto spesso è orientata da palinsesti, giornali e media, può dunque essere manipolata e giocare brutti scherzi. Travisare il reale pensiero del ministro, distogliendo l’attenzione da fatti di cui andare orgogliosi almeno per l’arresto di uno stragista dalla trentennale latitanza, è stato in ogni caso dovuto al lessico adottato parlando delle possibili riforme che intende portare avanti. Almeno questa è la sensazione che si ricava ascoltando integralmente certe interviste rilasciate da Carlo Nordio.
Da ciò, forse, si può ricavare la certezza di un probabile edulcorato rapporto con alcune categorie interessate, dai pubblici ministeri agli avvocati, così come è altrettanto probabile che moderi, non tanto i progetti, quanto gli interventi. Ossia le esternazioni. In ogni caso si rende necessario passare ai fatti. Quali siano gli obiettivi del ministro, d’altronde, si sapeva come detto dalla sua produzione editoriale e giornalistica ed inoltre dai suoi ripetuti interventi, in Parlamento, in cui ha indicato il proprio orientamento.
È giunta l’ora delle leggi, tenuto conto che soprattutto per alcune riforme annunciate si renderanno indispensabili revisioni costituzionali, che saranno defatiganti e lunghe. Bisogna pertanto che Nordio, d’intesa con i partiti che lo sostengono e senza opposizioni interne almeno dia alla luce quei provvedimenti necessari per migliorare norme e procedure.
“Il programma di riforme che proponiamo – ha affermato Nordio all’inaugurazione dell’anno giudiziario – saranno fatte attraverso una coniugazione e una concentrazione, di energie con la magistratura, accademie e l’avvocatura. Queste riforme, sono certo, avverranno in armonia ascoltando queste voci e avranno comunque un elemento non trattabile e questo è l’indipendenza e autonomia della magistratura”.