Giustizia: Amoroso, la Corte Costituzionale garante dell’equilibrio tra poteri dello Stato

Il presidente della Consulta nella sua relazione, sull’attività dell’anno 2024 alla presenza del Presidente della Repubblica Mattarella.

Roma – “La Corte si presenta alle istituzioni del Paese e alla società civile per dar conto dell’esercizio della sua giurisdizione costituzionale. E lo fa oggi in tempi difficili, come quelli che stiamo vivendo, quando nuove preoccupazioni affollano i nostri pensieri, anche a causa di una guerra in terra d’Europa. Il futuro è divenuto incerto e nello scenario globale vari parametri sembrano in rapido e imprevedibile mutamento”. Così il presidente della Corte costituzionale Giovanni Amoroso nella sua relazione, sull’attività dell’anno 2024 alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella , il presidente del Senato Ignazio La Russa, il presidente della Camera Lorenzo Fontana, il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli e il ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

“Ma lo stato di diritto costituisce ancora saldo ancoraggio del vivere insieme come consorzio civile con comunanza di valori e principi fondamentali, i quali danno corpo al patto fondativo della società. Ne è componente essenziale il controllo di costituzionalità, svolto da una Corte a ciò dedicata, il cui normale esercizio costituisce fattore di stabilità e di garanzia dell’ordinamento e delle istituzioni”, ha aggiunto Amoroso. E ancora, la “Costituzione nasce come patrimonio comune ed è quindi di tutti. È il patto fondativo su cui è stato eretto l’ordinamento giuridico conformato ai principi dello Stato di diritto e della democrazia rappresentativa. La Costituzione è un patrimonio comune della nostra società civile; la Corte ne è custode nella misura in cui ad essa è demandata la giurisdizione costituzionale.” 

Giovanni Amoroso

“Il riconoscimento di nuovi diritti spetta al Parlamento e anche la loro estensione appartiene alla dinamica della politica” ma “ai limiti generali del potere legislativo sono riconducibili il canone della ragionevolezza e quello della proporzionalità, l’uno e l’altro sempre più ricorrenti nella giurisprudenza recente”, ha proseguito il presidente della Consulta. Poi un passaggio sull’equilibrio dei poteri. “Il principio dello Stato di diritto inverato nella Costituzione segna un condiviso equilibrio tra potere legislativo, esecutivo e giudiziario, secondo la logica della divisione dei poteri. Garante di questo equilibrio è la Corte costituzionale che è il giudice dei conflitti tra poteri dello Stato. Con il procedimento di revisione costituzionale è possibile una riforma che apporti degli aggiustamenti di questo equilibrio, nel rispetto dello Stato di diritto e del complessivo impianto di democrazia rappresentativa che connota, nel suo nucleo essenziale, il nostro ordinamento giuridico”.

Il “calo numerico non significa una minore importanza delle questioni, come mostra la percentuale crescente degli accoglimenti. Delle 212 pronunce dello scorso anno ben 94 contengono dispositivi di illegittimità costituzionale, ossia quasi il 50%. È una tendenza recente degli ultimi anni; in un passato meno recente questa percentuale era sensibilmente minore”. Così il Presidente della Corte costituzionale Giovanni Amoroso nell’intervista pubblicata sull’Annuario della Corte sull’attività dell’anno 2024, relativamente ai dati sull’attività giurisdizionale e i numeri delle pronunce del Collegio nell’anno 2024. “Il rischio di compromissione del regolare funzionamento della Corte è reale e sarà maggiore – ha aggiunto – quando, tra nove anni, quattro giudici di provenienza parlamentare scadranno dalla carica contemporaneamente”.

corte costituzionale il giornale popolare
La Corte Costituzionale

“Con un collegio ridotto a undici, la Corte è stata costantemente a rischio di trovarsi impossibilitata a esercitare le sue funzioni in caso di impedimento di un giudice. Fortunatamente in concreto nessun impedimento è insorto e quindi è stato sempre possibile trattare tutti i giudizi nel rispetto dei termini di legge”, ha concluso Amoroso nell’intervista pubblicata sull’Annuario della Corte. Infine il terzo mandato. “La Corte si è preoccupata di affrontare il tema in termini generali per ricostruire l’assetto di sistema, con riferimento anche ad altre Regioni in modo da affermare un principio che valga per tutti e quindi questo vale per la Regione Campania e vale per tutte le Regioni a statuto ordinario. Non ci siamo occupati delle Regioni a statuto speciale, la pronuncia riguarda quelle a statuto ordinario”, ha concluso in merito alla sentenza che bocciato la legge regionale della Campania.

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