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Gita in barca a Taranto finisce in tragedia: quattro dispersi, recuperato un corpo

Quattro amici partiti per una battuta di pesca domenica mattina non hanno fatto ritorno. Le operazioni di soccorso proseguono senza sosta con mezzi navali e aerei.

Taranto – Il mare del Golfo di Taranto ha restituito solo un corpo senza vita. È quello di Claudio Donnaloia, 73 anni, il più anziano del gruppo di quattro amici che domenica 29 giugno erano partiti dalle coste tarantine per una battuta di pesca da cui non hanno mai fatto ritorno.

La drammatica scoperta è avvenuta nel pomeriggio di lunedì 30 giugno, quando un pattugliatore della Guardia di Finanza impegnato nelle ricerche ha individuato il cadavere galleggiante al largo delle coste di Policoro, a 14 chilometri da Bernalda e a 11 miglia nautiche da Capo San Vito, nel cuore del golfo dove ora si concentrano le operazioni di soccorso.

Le ricerche coordinate da Bari

Le ricerche, ininterrotte da quasi 48 ore, sono coordinate dalla Direzione Marittima di Bari e dal Comandante della Capitaneria di Porto di Taranto, Rosario Meo. La salma dell’uomo è stata trasportata al porto di Taranto, dove i familiari hanno trascorso ore di angosciosa attesa. Il riconoscimento, avvenuto in serata presso l’ospedale Santissima Annunziata, ha confermato l’identità della vittima.

Claudio Donnaloia

Nel frattempo continuano senza sosta le ricerche degli altri tre dispersi: Domenico Lanzolla, 60 anni, Antonio Dell’Amura, 61 anni, e Pasquale Donnaloia, 67 anni, fratello di Claudio. Quest’ultimo era appena rientrato dalla Lombardia ed aveva raggiunto Taranto per partecipare alla gita in barca insieme al fratello. La sua presenza a bordo è stata confermata solo nella giornata di lunedì, quando una figlia ha contattato la Capitaneria aggiornando il numero dei dispersi da tre a quattro.

Antonio Dell’Amura

I dettagli dell’ultimo viaggio

Secondo le ricostruzioni, l’imbarcazione semicabinata era in comproprietà tra Claudio Donnaloia e altri due soci. I quattro avevano completato la manutenzione ordinaria dell’imbarcazione e volevano testare il motore, nonostante le condizioni del mare sconsigliassero l’uscita. Alcune persone avevano esplicitamente sconsigliato loro di prendere il largo ma il gruppo aveva rassicurato che sarebbero rimasti nelle vicinanze del porto prima di scomparire dai radar.

Oltre al corpo della vittima, è stato recuperato un sedile bianco presumibilmente appartenente all’imbarcazione dei quattro diportisti, unico altro elemento materiale ritrovato finora.

Mobilitazione di uomini e mezzi

Le operazioni di ricerca vedono impegnati pattugliatori della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza, elicotteri e un aereo ATR della Guardia Costiera partito dalla base di Catania. Il comando della Capitaneria di Porto invita a non perdere la speranza, un appello che i familiari dei dispersi accolgono continuando ad attendere notizie dopo ore di straziante attesa.

La tragedia si inserisce in un’estate già segnata da diverse vittime in mare, rilanciando l’importanza di prestare sempre attenzione ai bollettini meteorologici prima di prendere il largo e di valutare attentamente le condizioni del mare per evitare di mettere a rischio la propria incolumità.

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