Giorno della Memoria: ricordati i poliziotti eroi, salvarono molte vite

Nella giornata di oggi la Polizia di Stato si unisce al ricordo della barbarie nazista attraverso diverse iniziative organizzate in tutto il territorio nazionale.

Roma – Si tratta di un’occasione per riflettere su una pagina triste e oscura della storia umana e per contribuire alla formazione di una coscienza consapevole sui principi fondamentali dell’uguaglianza e dei diritti della persona. Si vuol rendere memoria a coloro che hanno subito gli orrori dei campi di concentramento, deportati e imprigionati ed a coloro che si sono fermamente opposti al sistema antisemita con coraggio e determinazione, salvando vite e proteggendo i perseguitati.

Due nomi si uniscono oggi alla lunga serie di eroi silenziosi, poliziotti che nel corso degli anni sono stati commemorati per le loro gesta: Egidio Casasanta e Francesco Vecchione.

Egidio Casasanta appuntato del disciolto Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza sopravvissuto ai campi di concentramento di Dachau, Buchenwald e Dora nei quali è stato deportato tra l’ottobre del 1943 ed il luglio del 1945. A lui è dedicata una pietra d’inciampo che sarà posata oggi a Pavia innanzi al palazzo che ha ospitato in passato la Questura dove lo stesso ha prestato servizio dal 1950 fino al 1979.

Francesco Vecchione, funzionario di polizia in servizio alla Questura di Modena tra il 1936 ed il 1948, salvò la vita a molti ebrei modenesi nel periodo del suo mandato in questa provincia; per questa sua opera ieri gli è stata conferita la cittadinanza onoraria postuma ed avviata la pratica per il riconoscimento quale “Giusto tra le Nazioni”.

Francesco Vecchione, funzionario di polizia in servizio alla Questura di Modena tra il 1936 ed il 1948
Francesco Vecchione

Ricordiamo anche l’agente Mario Canessa, riconosciuto “Giusto tra le Nazioni” che in servizio alla frontiera con la Svizzera, ha aiutato alcuni ebrei ad attraversare il confine per trovare la salvezza, tra cui salvò anche Ciro Lino De Benedetti di appena 8 anni. Il bambino sfuggì al rastrellamento nel quale furono arrestati i genitori, poi deportati ad Auschwitz da dove non fecero mai ritorno. Mario, infatti, nella notte tra il 10 e l’11 dicembre 1943, insieme al brigadiere di pubblica sicurezza Giovanni Marrani, condusse il piccolo, camminando per oltre cinque ore nella neve e il ghiaccio, al di là del confine offrendogli il passaporto per la vita.

L’esempio di questi valorosi uomini si aggiungono a quelli di altri poliziotti a cui sono state dedicate le pietre d’inciampo per aver donato la loro vita per salvare quelle degli altri. Davanti alla sede dove sorgeva all’epoca dei fatti la Questura di Udine troviamo quelle dedicate al vice commissario aggiunto Filippo Accorinti, alla guardia di ps Alberto Babolin, al vice brigadiere Bruno Bodini, all’applicato di ps Giuseppe Cascio, alla guardia di ps Mario Comini, al commissario Antonino D’Angelo, alla guardia di ps Anselmo Guido Luigi Pisani, al vice commissario Mario Savino ed al commissario Giuseppe Sgroi.

Stessa cosa è avvenuta per il commissario Giovanni Palatucci, il commissario Feliciano Ricciardelli e il commissario Camillo Renzi deportati nel 1944 nel campo di concentramento di Dachau.

La Polizia di Stato ricordando l’opera di questi eroi vuole contribuire alla costruzione di una consapevolezza collettiva e diffusa, che partendo dall’orrore di quei crimini si assesti sulla necessità di una società fondata sul rispetto della diversità e sulla dignità di ogni individuo.

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