Giornata mondiale della Salute, Mattarella: “Un diritto che è conquista di civiltà”

Il Capo dello Stato nel messaggio in occasione dell’appuntamento che ha oggi al centro la sopravvivenza delle madri e dei loro bambini.

Roma – “Un inizio sano, un futuro pieno di speranza” è lo slogan scelto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per la Giornata Mondiale della Salute 2025, che si celebra oggi 7 aprile. L’edizione di quest’anno segna l’avvio di una campagna globale dedicata alla salute materna e neonatale, con l’obiettivo di ridurre le morti prevenibili e garantire un futuro più equo per madri e bambini in tutto il mondo. Il messaggio è chiaro: per costruire sistemi sanitari più giusti ed efficienti, occorre partire dalla nascita e dalla tutela delle donne in gravidanza.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio realizzato in occasione dell’importante appuntamento, ha sottolineato: “Il diritto alla salute è una conquista della nostra civiltà, frutto di decenni di impegno civile e mobilitazione popolare, riforme sociali e progressi scientifici”. “La recente esperienza pandemica ha evidenziato come la salute globale sia vulnerabile e quanto sia cruciale investire in sistemi sanitari robusti, pronti a fronteggiare le emergenze”, ha aggiunto il Capo dello Stato. “In questa Giornata Mondiale della Salute, il mio primo pensiero va ai medici, al personale sanitario e a tutti quelli che, ogni giorno, si dedicano alla cura delle persone. A loro va la mia più sincera gratitudine. È anche un’occasione per ribadire quanto sia importante garantire il diritto alla salute mettendo sempre al centro la persona”, ha affermato il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.

Il messaggio di Sergio Mattarella

La senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, Licia Ronzulli, in un video sui social sottolinea che la “giornata mondiale della salute dà voce a chi soffre, rende omaggio ai medici, agli infermieri, ai ricercatori che dedicano ogni giorno della loro vita alla cura di chi è malato. Quest’anno l’Oms ha voluto dedicarla alla salute e alla sopravvivenza delle donne e dei bambini. Il governo – afferma – è impegnato quotidianamente per non lasciare nessuno indietro, garantire cure parentali che possano essere di qualità, accessibili a tutte le donne, indipendentemente dalla loro condizione socio-economica. Siamo consapevoli di quanto sia fondamentale promuovere l’educazione sanitaria, la prevenzione e la ricerca, affinché ogni donna conosca i servizi a sua disposizione e l’importanza di monitorare la propria salute”.

“Da quando si è insediato – ha proseguito – il governo ha investito ingenti risorse sul SSN, toccando la quota mai raggiunta prima di 138 miliardi. Stiamo lavorando per una medicina di prossimità sempre più vicina ai cittadini, per migliorare il servizio pubblico in tutti i territori, anche i più disagiati, e per tagliare le liste d’attesa. Sappiamo che c’è ancora molto da fare per la salute ma riusciremo a guarire la sanità italiana ammalata di 15 anni di immobilismo“.

Nel 1948 la prima Assemblea mondiale della salute (World Health Assembly) decise di istituire una giornata dedicata della salute in tutto il mondo. Dal 1950 la giornata mondiale della salute (World Health Day) si celebra dunque il 7 aprile, per ricordare la fondazione dell’Oms avvenuta il 7 aprile 1948. Ogni anno viene scelto per la giornata un tema specifico, che evidenzia un’area di particolare interesse per l’Oms. La giornata è un’occasione per promuovere a livello globale la sensibilizzazione su argomenti cruciali di salute pubblica di interesse della comunità internazionale, e lanciare programmi a lungo termine sugli argomenti al centro dell’attenzione. La giornata mondiale della salute non è quindi un evento che si riduce ai lavori di un giorno, ma è ogni volta il punto di partenza di un percorso mirato a migliorare le condizioni di salute in tutto il mondo.

Secondo le stime più recenti dell’Oms, ogni anno circa 300mila donne muoiono per cause legate alla gravidanza o al parto. Oltre 2 milioni di neonati perdono la vita nel primo mese di vita e più di 2 milioni di bambini nascono morti. Questi numeri allarmanti rappresentano solo la punta dell’iceberg di un problema che tocca profondamente l’equità nell’accesso alle cure. A peggiorare il quadro, vi è il ritardo nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs): quattro Paesi su cinque sono in ritardo nel migliorare la sopravvivenza materna entro il 2030, mentre un terzo non riesce a contenere la mortalità neonatale. Una nota dell’Unicef rileva che secondo un nuovo rapporto pubblicato oggi, “le donne hanno più probabilità che mai di sopravvivere alla gravidanza e al parto, ma Unicef, Oms, Unfra, World Bank Group e Undesa/Population Division sottolineano la minaccia di un grave arretramento a causa dell’entrata in vigore di tagli agli aiuti senza precedenti in tutto il mondo”. Lanciato (oggi) in occasione della Giornata mondiale della salute, il rapporto delle Nazioni Unite, Trends in maternal mortality, mostra un calo globale del 40% dei decessi materni tra il 2000 e il 2023, in gran parte dovuto al miglioramento dell’accesso ai servizi sanitari essenziali.

Tuttavia, il rapporto rileva che il ritmo del miglioramento è rallentato in modo significativo dal 2016 e che si stima che 260.000 donne siano morte nel 2023 a causa di complicazioni dovute alla gravidanza o al parto, il che equivale a una morte materna ogni due minuti”. “Il rapporto viene pubblicato in concomitanza con i tagli ai finanziamenti umanitari che stanno avendo un grave impatto sull’assistenza sanitaria essenziale in molte parti del mondo- spiega la nota- costringendo i Paesi a ridurre i servizi vitali per la salute materna, neonatale e infantile. Questi tagli hanno portato alla chiusura di strutture e alla perdita di personale sanitario, oltre a interrompere le catene di approvvigionamento di aiuti e farmaci salvavita, come i trattamenti per le emorragie, la pre-eclampsia e la malaria, tutte cause principali di morte materna. Senza un’azione urgente, le agenzie avvertono che le donne incinte in molti Paesi subiranno gravi ripercussioni, in particolare quelle che vivono in contesti umanitari in cui i decessi materni sono elevati a livelli già allarmanti“.

L’Oms incoraggia governi, operatori sanitari, associazioni e cittadini a contribuire alla promozione della salute materna e neonatale attraverso iniziative concrete e condivise. Tra le azioni proposte: sostenere campagne di informazione, favorire la partecipazione pubblica e valorizzare le esperienze professionali e personali legate alla cura. In questo contesto, il contributo delle figure infermieristiche e ostetriche si conferma fondamentale: il loro impegno quotidiano nei percorsi nascita, nell’educazione sanitaria e nel supporto alle donne rappresenta un presidio essenziale di prossimità e continuità assistenziale.

“Un inizio sano, un futuro pieno di speranza” è più di uno slogan: è un richiamo collettivo a rimettere al centro la salute materno-infantile, troppo spesso trascurata nelle agende politiche e sanitarie. Il benessere delle generazioni future si costruisce oggi, con scelte responsabili, sistemi sanitari inclusivi e professionisti valorizzati.

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