Mentre Bruxelles è messa a ferro e fuoco dai trattori e c’è il Consiglio Ue il premier fa sentire la sua voce: “No alla concorrenza sleale”.
Roma – Mentre il Consiglio europeo riunisce i ministri dell’Agricoltura e le strade di Bruxelles sono messe a ferro e fuoco dai trattori, la voce di Giorgia Meloni arriva con un videomessaggio inviato all’assemblea di Confagricoltura. Rivendica le battaglie vinte dall’Italia che, sostiene il premier, ha fatto cambiare posizione all’Europa su diversi dossier. E, assicura, non si fermerà qui. Due sono le priorità su cui lavorare ora: una riforma profonda della Pac e la lotta alla concorrenza sleale subita dagli agricoltori europei, soprattutto da parte del Mercosur (acronimo dello spagnolo Mercado Común del Sur, organizzazione internazionale istituita da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay).
Le immagini degli ultimi mesi con le proteste dei trattori in Italia e in Europa sono davanti agli occhi di tutti, e il presidente del Consiglio tiene a precisare di stare dalla parte degli uomini della terra: “l’agricoltura non è nemica dell’ambiente e della transizione ecologica, è l’esatto contrario. E se c’è qualcuno che ama il territorio, che vuole custodirlo e che lavora ogni giorno per preservarlo, tutelando anche identità e tradizioni, quel qualcuno è proprio l’agricoltore”. Ecco perché, spiega, il Governo si è battuto contro “tutti quei diktat ideologici che avrebbero colpito la produzione agricola europea e avrebbero messo a rischio quel concetto di sovranità alimentare che resta un indirizzo irrinunciabile”.
Quando parla di battaglie vinte, il premier pensa alle norme sulle emissioni, agli imballaggi, ai fitofarmaci, alla rotazione forzata dei terreni. “Certo, non tutte le questioni sono risolte, ma io credo davvero che il cammino di marcia sia evidente. E che il buon senso stia iniziando a prevalere”, scandisce. Ora l’Unione deve affrontare la revisione della Politica agricola comune. La Pac attuale, ricorda la presidente del Consiglio, è stata immaginata prima della pandemia e prima del conflitto in Ucraina.
Serve quindi una riforma “profonda” dell’assetto ereditato, perché la politica agricola torni a perseguire quegli obiettivi strategici di natura economica e sociale che erano previsti dai trattati europei. Come? Da un lato garantendo sicurezza agli approvvigionamenti di cibo di qualità ai nostri cittadini, dall’altro assicurando un adeguato tenore di vita a chi quel cibo lo produce. Obiettivi che, insiste, “possono essere raggiunti solamente sostenendo il reddito degli agricoltori”. Questo passerà dalla lotta alla concorrenza sleale dei prodotti che arrivano da nazioni terze che non rispettano le stesse regole sanitarie, ambientali e sociali degli agricoltori e dei pescatori europei.
“Per questo, l’Italia si farà portavoce delle richieste degli agricoltori, chiederà alla Commissione europea di negoziare con maggiore incisività e determinazione gli accordi con i Paesi extra-Ue, e stabilire norme più stringenti e anche precisi standard di reciprocità”, annuncia la leader dei conservatori europei.
Informa di aver chiesto e ottenuto che l’agricoltura sia uno dei punti all’ordine del giorno del prossimo Consiglio europeo di marzo. In quella sede, afferma, “continueremo a sostenere la centralità di un comparto fondamentale, non solamente per la nostra economia, ma anche per la nostra identità e il nostro futuro”.
Nel frattempo, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha consegnato al Consiglio Ue un documento con le richieste del governo italiano per correggere la politica agricola europea. Tra i punti clou contenuti nel fascicolo, la semplificazione “radicale” della Pac, risorse finanziarie adeguate per sostenere il reddito degli agricoltori, più aiuti ai giovani in deroga all’attuale Pac, ma anche stoccaggi di prodotti agricoli a livello Ue e nazionale grazie a risorse europee e anche aiuti di stato.
Non solo, la richiesta di aumentare la dotazione finanziaria della riserva di crisi agricola, da finanziare con risorse extra Pac per evitare ulteriori decurtazioni ai pagamenti diretti; reciprocità degli standard di produzione applicati ai paesi terzi; rivedere la proposta di regolamento sul ripristino della natura in modo da non determinare ulteriori oneri al settore agricolo; allineare gli impegni previsti dalla direttiva sul monitoraggio del suolo agli interventi contenuti nei piani strategici della Pac.
“Il documento presentato da Lollobrigida al Consiglio UE Agrifish, – ha affermato l’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini, copresidente del gruppo dei Conservatori al Parlamento europeo – rappresenta una base importante per ridefinire l’intera politica agricola europea a favore degli agricoltori. Misure concrete, che da subito possono dare risposte alle esigenze del settore agricolo, mirando al supporto e valorizzazione delle produzioni ed eliminare la cappa ideologica che domina anche la politica agricola della Ue”.
Lo afferma