Gentrificazione: il rischio di espulsione dei poveri dalla città

L’ascesa della gentrificazione sta cambiando il volto del capoluogo lombardo mettendo a serio rischio la presenza delle comunità meno abbienti e l’identità culturale della città.

Milano – La gentrificazione rischia di espellere i meno abbienti dalle città. Uno strano vento soffia sulle metropoli europee, i cui refoli non hanno risparmiato nemmeno Milano, sede della Borsa Italiana e noto polo finanziario. Una volta definita la “capitale economica e morale d’Italia”. Per la prima, può darsi che lo sia ancora. Per la seconda è almeno da “Mani pulite”, che non può essere più considerata tale. Morale che è stata sfregiata e annichilita da corruzione e malaffare. Il vento che spira riguarda la “gentrificazione”. Un concetto caro alla sociologia urbana per definire la riqualificazione e il mutamento fisico e della composizione sociale di aree urbane periferiche.

Il fenomeno proviene dagli USA e dall’area anglo-sassone e si riferisce al recupero di quartieri storici e popolari da parte dei ceti emergenti, con effetti immediati sull’identità urbanistica e sul tessuto sociale. I promotori di questo processo esaltano il risanamento di zone un tempo ritenute pericolose e degradate che produce un mutamento delle infrastrutture. Inoltre, i servizi aumentano e il tasso di criminalità diminuisce. Da cui nascono sviluppo commerciale e molteplice opportunità economiche e una crescita del valore degli immobili. Ma ci si è chiesti cosa sia l’anima culturale di una metropoli? Probabilmente rappresenta una simbiosi perfetta tra le tradizioni degli autoctoni e l’entusiasmo di chi arriva da fuori per restarci. Ora i nativi rischiano di essere espulsi dalla gentrificazione.

Recupero dei quartieri storici e popolari

La locuzione deriva dall’inglese “gentry” e significa “piccola nobiltà”. E’ proprio vero che il destino è nelle parole. Infatti i quartieri popolari sono diventati terra di conquista della nuova “élite cittadina”. Gli aumenti dei prezzi degli immobili costringono i residenti a cambiare aria. Il diritto di vivere in uno spazio urbano si trasforma in censo, escludendo l’anzianità di residenza. Milano è totalmente coinvolta in questo fenomeno. Come tutti i processi sociali, soprattutto nella fase nascente, si creano due fronti contrapposti: i favorevoli ed i contrari. Il Centro Studi del Gruppo immobiliare Tecnocasa ha diffuso dei dati specifici.

Ebbene nell’ultimo quinquennio a Milano gli immobili hanno subito un’impennata del 43”. Mentre nelle altre grandi città italiane, la media è stata inferiore al 10%. I prezzi variano dai 3000 euro a metro quadrato, a 5000 in zone semi-centrali e oltre i 10000 in centro. Come dare un calcio negli stinchi a tanti lavoratori, poveri cristi che a mala pena riescono ad arrivare a fine mese. Come dire: “Andate via, qui non vi vogliamo, non ci potete stare!”. Secondo gli esperti in tutte le città che hanno vissuto una rigenerazione economica sta succedendo la stessa cosa. Magra consolazione!

Rincaro degli immobili a Milano

In alcuni quartieri che hanno subito un forte rincaro, un ruolo importante l’ha giocato l’arrivo della linea metropolitana, che ha determinato una maggiore domanda di immobili. A spingere questa tendenza anche la ricerca, da parte di chi vuole acquistare, di spazi esterni e metrature più grandi, più facili da reperire in zone periferiche e a prezzi più modici. Questo fenomeno ha provocato, sempre a Milano, anche la crescita delle locazioni più alte d’Italia, in media del +6,6%, in quanto c’è una domanda elevata, soprattutto da parte di chi non può materialmente acquistare casa e, al contrario un’offerta in fase calante.

In pratica, la gentifricazione consiste in una sorta di rimozione coatta di residenti, sottraendo valore culturale urbano in funzione di maggiori entrate economiche. Bisognerebbe disincentivare questo scempio. Ma i nani e le ballerine che compongono la politica italiana riusciranno mai a schierarsi contro i grandi costruttori italiani, spesso finanziatori della politica stessa e proprietari di grandi giornali? Ed, inoltre saranno mai capaci di intervenire con politiche fiscali e di supporto alle politiche abitative? I dubbi sono tanti, le certezze poche.

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