Si aspetta con ansia la formazione del nuovo governo per farsi valere in Europa. Intanto la Germaia corre ai ripari e pensa per sè ponendo un tetto massimo al prezzo del gas. E poi hanno il coraggio di parlare di noi. Speriamo che la Meloni e i suoi siano in grado di salvare la barca Italia che sta lentamente affondando.
Roma – Super rialzo in vista per il costo della luce per i prossimi tre mesi. Scontato infatti un aumento estremamente rilevante per i consumatori, ormai allo stremo. Nella corsa a riempire i depositi di gas, per tagliare la dipendenza dalla Russia e ad evitare un inverno freddo, l’Italia può tirare un sospiro di sollievo, poiché è stato raggiunto l’obiettivo del 90% degli stoccaggi, in anticipo rispetto alla scadenza di fine autunno. Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, alza l’asticella e punta a raggiungere il 92-93% di riempimento, così da garantire maggior flessibilità in caso di picchi sui consumi invernali. Tutto sommato ben fatto.
Non si può più temporeggiare, la strada da percorrere nella strategia dell’Italia verso l’indipendenza e la sicurezza energetica e contro il caro-energia deve essere quella di un massiccio programma di investimenti. Stefano Donnarumma, amministratore delegato e direttore generale di Terna, ha spiegato la situazione:
“…Se già oggi il prezzo dell’energia elettrica – ha detto il numero uno di Terna – fosse dipendente solo dal costo industriale delle fonti rinnovabili e non, come oggi accade, ancorato al costo della produzione a gas, il prezzo di riferimento della componente energia della bolletta dell’ultimo trimestre sarebbe inferiore di quasi il 90%. A partire dal prossimo primo ottobre le bollette dell’elettricità, comunque, aumenteranno del 60%…“.
È quanto stima Nomisma Energia in previsione dell’aggiornamento delle tariffe di Arera. “…Senza interventi del governo – spiega il presidente Davide Tabarelli – l’incremento della bollette della luce sarebbe addirittura del 100%…”. Rincara la dose Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori, il quale commentando la stima di Nomisma energia afferma che “…Se, e solo se, la stima di Nomisma fosse esatta, allora una famiglia tipo avrebbe un rincaro della bolletta della luce pari a 677 euro su base annua…”. Un disastro senza eguali.
Per il gas grazie alle modifiche di Arera e all’abbandono del TTf, osserva l’associazione, il rialzo sarebbe di un 50% in meno rispetto ai valori che si sarebbero verificati nel caso si fosse fatto l’aggiornamento con le quotazioni di fine agosto. Certamente ricevere bollette mensili e non solo bimestrali, consentirà alle famiglie di poter far meglio di fronte a bollette da infarto, visto che saranno spalmate in due mesi invece di uno, ma il dramma familiare ed imprenditoriale non cambia. Un fatto tanto semplice ed elementare quanto incontrovertibile. Inoltre, con un mese di anticipo si potrà capire quanto costa il gas e quindi intervenire prima per porvi rimedio, ad esempio riducendo i consumi. Speriamo, infine, che il nuovo Parlamento rinvii la scadenza del mercato tutelato del gas.
Se sarà confermata la previsione di Nomisma, ogni singola famiglia del mercato tutelato si ritroverebbe a pagare per la luce +190 euro solo nell’ultimo trimestre dell’anno, con una spesa complessiva per l’energia elettrica che raggiungerebbe il record di 1.232 a nucleo familiare nel 2022. Il prezzo del gas dunque è alle stelle.
La chiusura dei rubinetti verso l’Europa da parte della Russia, i nuovi assetti sul mercato dell’energia che si sono creati dopo l’invasione dell’Ucraina e quasi certamente la presenza di attività speculative sembrano aver incanalato i costi per elettricità e riscaldamento verso una spirale di aumenti per i prossimi mesi difficilmente prevedibile. Il governo non può fare orecchie da mercante ma deve intervenire, anche in Europa, per salvarci. Se a tutto questo si aggiunge che gli alimenti sono sempre più “salati” a causa dell’inflazione e delle speculazioni che vanno molto spesso dal campo alla tavola ci rendiamo conto che la situazione è veramente insostenibile, tanto da aumentare di dieci volte il prezzo finale.