Sequestrato a imprenditore un patrimonio stimato in oltre 15 milioni di euro, tra cui orologi di lusso e una villa con piscina riscaldata.
Varese – Conclusa l’indagine a carico di un imprenditore edile di Saronno, che insieme ad altri 22 soggetti è stato accusato di aver ottenuto ingenti guadagni truffando lo Stato tramite un indebito accesso al bonus facciata. Lo scorso 12 settembre, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’imprenditore contro il provvedimento di confisca emesso dal Tribunale di Milano il 24 gennaio 2023. Dopo la conferma della Corte di Appello di Milano l’11 gennaio 2024, la Suprema Corte ha reso irrevocabile la confisca, stabilendo che l’intero patrimonio sarà acquisito dall’erario. L’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati gestirà la liquidazione e destinazione dei beni.
Parallelamente, si è conclusa la fase delle indagini preliminari del procedimento penale avviato dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio. L’inchiesta riguarda l’imprenditore, insieme ad altri 22 soggetti, accusati di aver truffato lo Stato tramite accesso indebito al bonus facciata. La Direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Varese ha verificato che la frode relativa alla cessione del credito dei bonus edilizi per il 2021 ammontava a circa 7 milioni di euro.
Le indagini della Squadra Mobile della Questura di Varese hanno evidenziato che le società dell’imprenditore e dei suoi prestanome attestavano falsamente la realizzazione dei lavori di facciata, consentendo di ottenere un credito d’imposta da cedere a istituti bancari in buona fede. Le opere, spesso non eseguite, risultavano anche gonfiate nei costi, superando talvolta il valore degli immobili.
Il 3 gennaio 2022 era stato eseguito un provvedimento di sequestro disposto dal Tribunale di Milano e richiesto dal Questore di Varese, coinvolgendo importanti compendi immobiliari e beni mobili dell’imprenditore edile di Saronno. L’uomo, già condannato per reati finanziari e contro la persona, aveva accumulato un debito erariale di circa 17 milioni di euro. Per evitare conseguenze patrimoniali, aveva intestato beni e attività a prestanome, continuando a gestire gli affari tramite terzi.
L’indagine ha rivelato che l’imprenditore dichiarava un reddito esiguo, sostenendo di risiedere in un locale disadorno e disabitato. In realtà, manteneva un tenore di vita lussuoso, risiedendo in una villa con piscina riscaldata. Le sue operazioni illecite hanno alterato la concorrenza nel settore edile, danneggiando le imprese oneste. L’imprenditore, pur con pesanti debiti fiscali, spendeva in negozi di lusso, ristoranti stellati e auto di alta gamma e frequentava prestigiose località turistiche.
Il sequestro preventivo ha interessato 72 fabbricati, 22 terreni, 3 autovetture, 4 autocarri, oltre 20 orologi di pregio, gioielli, 30 rapporti finanziari, 65.000 euro in contanti e 7 società. Il valore complessivo del patrimonio è stato stimato in oltre 15 milioni di euro.