Fucili in mano a 16 anni e meno restrizioni: così il governo vuole cambiare la caccia

In Senato le proposte di modifica presentate dall’eurodeputato Fdi Sergio Berlato. A gennaio partirà la discussione parlamentare.

Roma – “La normativa italiana è, in assoluto, la più restrittiva d’Europa”: partendo da questo assunto il governo Meloni si è preso l’impegno di mettere mano alla disciplina venatoria con l’obiettivo di allentare le regole sia per i tempi di esercizio venatorio consentiti che per il numero delle specie cacciabili che per le modalità con le quali questa attività viene consentita, offrendo la possibilità di cacciare anche a chi ha 16 anni, ma solo previo consenso del proprio tutore.

Il 5 dicembre scorso è stato depositato in Senato, nona commissione, dall’onorevole Bartolomeo Amidei un testo scritto dall’eurodeputato Fdi Sergio Berlato che mira a riformare la legge statale sulla caccia poiché ritenuta obsoleta e non più adatta a garantire una corretta gestione del patrimonio faunistico e degli habitat naturali. La discussione parlamentare dovrebbe partire già a gennaio.

Vediamo nel dettaglio quale sarebbe la “nuova” caccia targata Meloni. A cominciare dall’età minima per il conseguimento dell’abilitazione all’esercizio venatorio che verrebbe abbassata a 16 anni, come avviene nella maggior parte dei paesi europei, ma solo previa firma di assunzione di responsabilità da parte di chi esercita la patria potestà.

Un altro obiettivo riguarda la riperimetrazione delle aree protette, riducendo l’area di proibizione assoluta dell’attività venatoria al 30 per cento (il 20 per cento nella zona alpina). Si punta a rendere possibile la caccia anche all’interno delle aree protette e demaniali, con l’attività venatoria che sarà consentita anche sui terreni coperti da neve e sui terreni allagati dalle piene di fiumi nonostante sia proibito dall’Unione europea.

Si punta ad abbassare l’età per imbracciare il fucile da caccia a 16 anni

L’aspirazione è quella di mettere mano anche al calendario venatorio con l’apertura della stagione della caccia nella prima decade di settembre e la chiusura nella terza decade di febbraio, senza vincoli basati sulle preaperture regionali. Stop invece alle giornate di silenzio (martedì e giovedì) dal momento che l’Italia è l’unico paese in Europa ad adottare questa restrizione, con i cacciatori che potranno scegliere tre giorni a settimana per le loro battute di caccia. Per quanto riguarda la selvaggina migratoria, ogni possessore di licenza sarà libero di muoversi in tutta la regione di appartenenza e avrà trenta giorni per proseguire sul territorio nazionale. I titolari e dipendenti di aziende agri-turistico-venatorie invece potranno sparare tutto l’anno.

Si prolunga la giornata di caccia a un’ora dopo il tramonto del sole. Infine, sarà possibile catturare ogni specie cacciabile per utilizzarla come richiamo, non più soltanto le sette indicate dalle leggi in vigore. Alcune sanzioni penali diventano amministrative e decade l’obbligo della scelta di caccia in via esclusiva che impone al cacciatore di scegliere preventivamente quale forma di caccia esercitare.

Infine viene prevista anche la riorganizzazione dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che si vorrebbe sottrarre al ministero dell’Ambiente per finire sotto la presidenza del Consiglio dei ministri.

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