La Guardia di Finanza di Varese ha scoperto una frode fiscale in un’azienda tessile cinese. Chiusa l’attività per gravi violazioni di sicurezza e fisco.
Varese – La Guardia di Finanza di Varese, in collaborazione con l’Ispettorato Territoriale del Lavoro, ha scoperto una frode fiscale legata a un’opificio di recente costituzione, riconducibile a un soggetto di nazionalità cinese. L’azienda operava nel settore della lavorazione e confezionamento di capi d’abbigliamento, senza rispettare le norme di sicurezza e igiene. A seguito delle gravi violazioni riscontrate, è stata disposta la sospensione immediata dell’attività e richiesta la chiusura d’ufficio della partita IVA.
Le indagini condotte dai finanzieri di Busto Arsizio hanno rivelato che il titolare della ditta era un ex dipendente di un’altra impresa situata allo stesso indirizzo. Quest’ultima, già coinvolta in un’indagine per fatture false nel 2021, aveva accumulato 150.000 euro di imposte non pagate tra il 2018 e il 2023.
Si è scoperto che la nuova azienda non era altro che un subentro fraudolento, ideato per eludere il fisco e beneficiare delle agevolazioni per le nuove partite IVA. Questo schema prevedeva l’uso di prestanome, spesso ignari o sfruttati come manodopera a basso costo, mentre i veri gestori rimanevano nell’ombra. Dopo un breve periodo, l’azienda veniva chiusa e riaperta sotto un altro nome, creando un ciclo continuo di evasione fiscale.
Questo sistema illecito, denominato “apri e chiudi”, consente di accumulare crediti fiscali fittizi e di sfuggire ai controlli, rendendo difficile l’intervento delle autorità. Al termine delle indagini, la Guardia di Finanza ha richiesto la cessazione della partita IVA, smascherando un meccanismo fraudolento che danneggia il settore tessile e il fisco italiano.