Le capre e altri piccoli animali che furono della coraggiosa ambientalista etiope ammazzata da un operaio al quale aveva fatto del bene, adesso sono al sicuro con Beatrice Zott che se ne prende cura con amore e passione.
Frassilongo – Penserò io alle capre di Agitu Gudeta, continuerò a nutrirle e curarle, come avrebbe voluto lei. Parola di Beatrice Zott, 19 anni, già studentessa “rinunciataria” del liceo artistico e da qualche settimana allevatrice del gregge di capre di proprietà dell’imprenditrice etiope, barbaramente assassinata da un dipendente.
Agitu Gudeta, 42 anni, originaria di Addis Abeba, aveva realizzato negli anni un’azienda agricola alla periferia di Frassilongo, in provincia di Trento, dove allevava caprini per ricavarne del buon latte con il quale realizzava ottimi formaggi. Con la morte della donna, selvaggiamente ammazzata e violentata, i suoi animali rischiavano di rimanere, almeno momentaneamente, senza assistenza ma capre e pecore hanno trovato subito che si prenderà cura di loro:
”…La mia vita è piuttosto cambiata – racconta Beatrice – prima stavo sempre sui social, ero la classica persona a cui piaceva vestirsi bene. Adesso non m’importa più niente, vado in giro così, con i capelli spettinati, libera. Ho ritrovato me stessa e, passando molte ore da sola, ho più tempo per conoscermi meglio. Non ho abbandonato i social ma passo gran parte del mio tempo con gli animali che hanno la priorità assoluta. Due volte al giorno si deve preparare il fieno per loro e debbo stare attenta alle caprette gravide che partoriscono quasi in contemporanea. Poi bisogna vedere come stanno e svolgere tante altre necessità che ti impegnano tutto il giorno…”.
La ragazza ha lasciato il liceo artistico per dedicarsi a tempo pieno al gregge e a tutte le incombenze che riguardano la conduzione degli animali e la produzione del latte ma non se l’è fatto ripetere due volte quando il sindaco di Frassilongo, Luca Puecher, le ha chiesto se poteva prendersi cura degli animali di Gudeta:
”…Ho accettato subito di buon grado – ha aggiunto Beatrice – non potevo fare altrimenti, devo preoccuparmi di queste caprette che non hanno un padrone. Poi io per Agitu avevo un grande rispetto. L’ho conosciuta quattro anni fa ed era diventata anche un’amica di famiglia. Poi è un lavoro che mi piace nonostante sia molto impegnativo…”.
Gli oltre ottanta capi di bestiame, in verità chiesti in adozione anche da alcune associazioni animaliste fra cui Vitadacani, godono di ottima salute anche secondo il parere dei veterinari dell’azienda Sanitaria di Trento che hanno effettuato l’ennesimo sopralluogo. La situazione degli animali è costantemente sotto il controllo, oltre che del primo cittadino di Frassilongo, anche dell’assessore provinciale all’Agricoltura Giulia Zanotelli:
”…Agitu Gudeta aveva trovato nella nostra terra un luogo dove realizzare il proprio progetto di vita – ha aggiunto l’assessore – e aveva dimostrato come l’amore per l’agricoltura possa riempire il cuore di soddisfazione ed entusiasmo…”. Soddisfazione ed entusiasmo che oggi sono profusi da Beatrice Zott che ha già avuto esperienze di conduzioni di grandi greggi in Svizzera e Val D’Aosta e nello stesso Trentino:
”…Mio padre e mio nonno sono pastori – conclude Beatrice – dunque è una passione di famiglia. Fino a due anni fa andavo al liceo artistico, poi ho lasciato per dedicarmi alla pastorizia. Non tornerei indietro, non sono pentita perché questo lavoro mi dà libertà. Sabato e domenica non si esce, specialmente in estate quando si lavora tanto. Ma, credetemi, sono felice…”.
Il ricordo di Agitu Gudeta, in tutta la vallata dei Mocheni, è ancora vivissimo e il dolore della popolazione locale è ancora forte dopo la tragedia: ”…Avevo promesso a Gudeta che a gennaio le avrei fatto visita in azienda – racconta il sindaco Luca Puecher – poi la tragica notizia. Agitu era una bella persona forte, determinata, una sognatrice, pensava sempre al dopodomani, al futuro. La sua vita erano le capre, per lei non era un semplice lavoro…”.
Le capre e altri piccoli animali che furono della coraggiosa ambientalista etiope ammazzata da un operaio al quale aveva fatto del bene, adesso sono al sicuro. Sul fronte del procedimento penale a carico del ghanese Adams Suleimani, di 32 anni, si attende il rinvio a giudizio per omicidio volontario aggravato.
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