Le ultime linee guida sui margini di modifica in una riunione tra la premier, il ministro dell’Economia Giorgetti e gli alleati di governo.
Roma – Le “manovre per la manovra” continuano, tra aggiustamenti e misure da inserire nel testo della legge di Bilancio 2025. Il countdown per la sua approvazione definitiva è iniziato: si punta a chiudere tutto entro Natale, facendola arrivare in Aula non più tardi del 19 dicembre. Gli ultimi ritocchi sono stati al centro di una riunione tra la premier Giorgia Meloni, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e gli alleati di governo che si è tenuta lunedì 9 dicembre, organizzata per evitare nuove bagarre come quella sul canone Rai. Le “manovre per la manovra” continuano, anche se la coperta finanziaria è però molto corta e alla fine si arriva a un compromesso: la soglia passerà da 30 mila a 35 mila euro.
Intanto si è deciso di proseguire con l’innalzamento della soglia di reddito autonomo, incassato dai dipendenti in attività parallele alla principale, per accedere alla flat tax (e per un taglio dell’Ires per chi assume). Saltato invece per il momento un ulteriore taglio dell’Irpef. Su questo si discuterà solo “dopo il consolidamento dei conti”. La vera novità è quindi l’ampliamento della possibilità di cumulo di redditi da fonti diverse per pensionati e dipendenti. Fratelli d’Italia ottiene il via libera alla flat tax al 5% sugli straordinari degli infermieri, insieme alla riduzione del minimo contributivo per i nuovi artigiani e commercianti. Tra le novità ci sono anche l’esenzione dalla stretta sul turn over per le forze dell’ordine, gli enti locali, il personale Ata e i ricercatori.

Così anche una misura promossa da FdI per il riconoscimento del sostegno economico agli specializzandi dell’area non medica, che potrebbe sbloccare la retribuzione del tirocinio per specializzandi come odontoiatri, psicologi, fisici, chimici, veterinari, farmacisti e biologi. Tra i nodi da sciogliere c’è poi il capitolo Ires. L’ipotesi emersa nella riunione di governo, riferiscono fonti vicine al dossier, è quella di ridurre l’aliquota del 24% tra i 3 e i 5 punti percentuali (si parla soprattutto di un -4%) per le imprese che assumono o che reinvestono gli utili per il proprio sviluppo, ad esempio con l’acquisto di macchinari nuovi e più efficienti. È una misura che da tempo è chiesta a gran voce dal mondo imprenditoriale, con Confcommercio e Confindustria in testa, ma che comporterebbe un bel peso per le finanze statali. Si è quindi già stabilito un confine da non superare: il costo massimo del taglio non potrà superare i 400 milioni di euro.
Salta invece il nuovo taglio dell’Irpef: non si è trovato l’accordo sull’abbassamento della seconda aliquota dal 35% al 33%. Questo nonostante lo sforzo messo in campo con il concordato preventivo bis, previsto inizialmente proprio per spingere su un ulteriore ridimensionamento dell’imposta. Restano sul piatto ancora alcune norme che potrebbero entrare nel corso del dibattito in commissione. Tra queste la dote familiare di 500 euro per le attività extrascolastiche per i figli ma anche il voucher per le scuole paritarie, così come l’innalzamento delle detrazioni per le spese scolastiche da 500 a 8mila euro.

L’emendamento di Fratelli d’Italia in legge di Bilancio sulle scuole paritarie ha scatenato la polemica. Prevede che dal 2025, alle famiglie che hanno un reddito Isee fino a 40mila euro, venga riconosciuto un voucher, “spendibile esclusivamente presso una scuola paritaria”, per un importo annuale massimo pari a euro 1.500 per ogni studente frequentante. Le scuole paritarie sono scuole la cui gestione è affidata a soggetti diversi da quelli statali, “che si impegnano – come si legge sul sito del Ministero dell’Istruzione – a contribuire alla realizzazione della finalità di istruzione ed educazione che la Costituzione assegna alla scuola e ottengono il riconoscimento della parità scolastica con le scuole statali”.
Nel testo della proposta si legge che “l’effettivo ammontare del voucher per ogni studente è calcolato sulla base di scaglioni inversamente proporzionali al reddito Isee e nei limiti di un finanziamento complessivo pari a euro 65 milioni annui. Nello stato di previsione della spesa del Ministero dell’istruzione e del merito è istituito un fondo dedicato agli interventi del presente comma, pari a 16,25 milioni per l’anno 2025, 65 milioni per l’anno 2026, 65 milioni per l’anno 2027”. Sull’incentivo pensato per le famiglie già ribattezzato come Bonus spese extrascolastiche. Si tratta di un contributo da 500 euro all’anno per ciascun figlio a carico, anche adottivo o in affidamento, fino al 14esimo anno di età. Lo si potrà utilizzare come rimborso delle spese sostenute per i servizi extrascolastici di sostegno nell’apprendimento, per corsi di lingua e per percorsi didattici culturali, turistici, sportivi o di educazione musicale.
Tra gli emendamenti del governo alla Manovra, ce ne sarà anche uno per il prelievo sulle scommesse sportive. “Non vi so dire se finalizzato o meno, ma ci sarà”, ha annunciato il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, rispondendo a una domanda sulla possibilità di prelievo dai giochi online per finanziare stadi e infrastrutture sportive.