Indebite compensazioni tramite falsi crediti per attività inesistenti di ricerca e sviluppo: 8 società e 5 persone coinvolte nel sequestro disposto dalla DDA e Guardia di Finanza.
Firenze – La Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, con il supporto del Comando Provinciale della Guardia di Finanza e dello SCICO (Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata), ha eseguito un sequestro preventivo, anche per equivalente, di beni per un valore complessivo di oltre 11 milioni di euro. Il provvedimento riguarda beni mobili, immobili, disponibilità finanziarie e partecipazioni societarie, riconducibili a una consorteria criminale attiva principalmente tra Toscana, Lazio, Campania, Veneto e Sardegna.
Le indagini, avviate nel 2020 e condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Firenze – GICO, hanno smascherato un articolato sistema di frode fiscale basato sull’acquisizione e utilizzo di società “cartiere”. Queste venivano impiegate per creare falsi crediti d’imposta derivanti da progetti fittizi di “Ricerca e Sviluppo” – incentrati su tecnologie innovative come intelligenza artificiale, blockchain, olografia e materiali biocompatibili – mai realmente realizzati.
A capo dell’organizzazione, un ingegnere salernitano ritenuto la mente tecnica e scientifica del meccanismo, affiancato da un commercialista pratese incaricato di costruire bilanci falsati per rispettare formalmente i requisiti fiscali delle start-up innovative. L’obiettivo era quello di ottenere indebite compensazioni di debiti tributari con crediti fiscali inesistenti.
L’operazione odierna è il prosieguo di una precedente esecuzione avvenuta il 1° luglio, che aveva già portato a 15 misure cautelari personali (3 in carcere e 12 ai domiciliari), con accuse che spaziano dall’associazione per delinquere all’emissione di fatture per operazioni inesistenti e indebite compensazioni.
Il GIP del Tribunale di Firenze, accertato il periculum in mora, ha autorizzato il sequestro nei confronti di 8 società attive (con sedi tra Firenze, Prato, Bologna e Roma) e 5 persone fisiche, tutte indagate ai sensi dell’art. 10-quater del D.Lgs. 74/2000. L’intervento mira a confiscare beni equivalenti ai profitti illecitamente ottenuti, pari al risparmio di spesa derivante dalle frodi tributarie.