Fine vita: l’avvocato Baldini, la Regione Toscana può intervenire in materia

Il legale, tra i firmatari della legge di iniziativa popolare approvata, sul ricorso presentato dal centrodestra al collegio di garanzia.

Firenze – “Prendiamo atto del ricorso da parte della minoranza in consiglio regionale di Fi al comitato
di garanzia regionale per valutare riguardo la conformità giuridica della legge di iniziativa popolare n 5. Ci limitiamo a far presente che in oltre nove mesi di istruttoria l’ufficio legale regionale si è pronunciato più volte relativamente alla potestà da parte della Regione di intervenire su questa materia che appartiene all’organizzazione sanitaria sensi dell’articolo 117 della costituzione”. Così, in una nota, l’avvocato Gianni
Baldini, tra i firmatari della legge di iniziativa popolare sul fine vita approvata in Toscana.

Sabato scorso il centrodestra della Toscana ha annunciato ricorso al collegio di garanzia, organo ausiliario regionale chiamato a valutare la conformità allo Statuto delle leggi e dei regolamenti della Regione. “E’ oltremodo evidente che trattasi di una competenza neppure concorrente – aggiunge Baldini – ma addirittura esclusiva della Regione, pertanto il ricorso evidenzia la sua strumentalità come tentativo di rinviare l’entrata in vigore di un provvedimento approvato da quasi due terzi del consiglio regionale. Dove il governo intenda impugnarlo, sarà la Consulta a doverne valutare la fondatezza”. “Nessuna strumentalizzazione da parte nostra, a maggior ragione su un tema così delicato”, replicano i capigruppo in Consiglio regionale di Fi, Lega e Fdi, “Anzi, proprio per questa ragione, vogliamo andare fino in fondo e pertanto abbiamo presentato un ricorso al collegio di garanzia statutaria per chiedere se la legge approvata dal Consiglio regionale della Toscana nei giorni scorsi in materia di assistenza sanitaria al suicidio medicalmente assistito, in assenza di una legge statale che assicuri la necessaria uniformità, risulti conforme allo Statuto della Regione”.

Il centrodestra in Consiglio regionale della Toscana ha presentato ricorso al collegio di garanzia statuaria per la verifica di conformità, rispetto allo statuto della Regione, della legge sul suicidio medicalmente assistito. Lo hanno annunciato i capigruppo di Forza Italia Marco Stella, di Lega Elena Meini e di Fdi Vittorio Fantozzi. Il collegio di garanzia ha fino a 30 giorni di tempo per esprimersi: durante questo lasso di tempo la legge non può essere promulgata. I sottoscrittori dell’istanza chiedono “un parere di codesto collegio di garanzia, al fine di conoscere se la legge regionale in materia di assistenza sanitaria al suicidio medicalmente assistito – ancorché dichiaratamente recante modalità organizzative -, in assenza di una legge statale che assicuri la necessaria uniformità, risulti conforme allo Statuto della Regione Toscana”.

Intanto il fine vita continua ad agitare anche la maggioranza della Regione Lombardia con le tensioni che sono approdate anche in Giunta. Fratelli d’Italia ha ribadito all’assessore al Welfare Guido Bertolaso di non aver gradito il metodo seguito sul primo caso di suicidio assistito in Lombardia, arrivato un paio di mesi dopo che il Consiglio regionale aveva votato la non competenza della Regione sull’argomento. Mentre si discuteva in Aula, è l’obiezione di FdI, qualcuno “stava già predisponendo protocolli e comitati”, con i meloniani che hanno chiesto “più rispetto per le decisioni del Consiglio regionale”. Gli esponenti di FdI hanno lamentato il mancato coinvolgimento sull’iter che ha portato al suicidio assistito di una 50enne afflitta da sclerosi multi progressiva “appreso dalla stampa”.

Anche se, viene sottolineato dalla Regione, era stata la stessa paziente, attraverso il suo legale, ad esprimere il desiderio di non divulgare la notizia. Ad ogni modo la posizione della Regione non cambia: se bisognerà dare delle risposte a dei cittadini che faranno richiesta, si seguiranno sempre i dettami della Consulta con il comitato etico regionale che dovrà valutare caso per caso se ci sono i quatto requisiti sancita dalla sentenza.

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