La mamma di Favara può essersi trovata nel posto sbagliato, nel momento sbagliato. Il compagno e padre di tre dei suoi quattro figli ha formulato accuse senza riscontri.
Favara – Le indagini sulla scomparsa e presunta morte di Gessica Lattuca, la mamma di 4 figli sparita da casa il 12 agosto del 2018, si spostano nell’abitazione dove la donna aveva incontrato il fratello per l’ultima volta. Nell’appartamento di via Leopardi, nel centro storico di Favara, gli esperti del Ris di Messina avrebbero rinvenuto tracce di sangue sparse su una parete poi coperta con idropittura.
A breve si potrà sapere se quelle macchie di liquido ematico appartengono o meno a Gessica che, come pare, aveva incontrato il fratello Vincenzo nella tarda serata del 12 agosto per poi dileguarsi nel buio della notte. Il padre della donna, Giuseppe Lattuca, che viveva col figlio nella medesima dimora di via Leopardi non si trovava in casa il giorno della scomparsa di Gessica poiché detenuto in carcere.
Dunque a vedere ancora viva e vegeta la giovane di Favara sarebbe stato soltanto il fratello che dopo aver offerto una birra a Gessica avrebbe visto la sorella allontanarsi da casa per poi sparire nel nulla. Questa, per lo meno, è la versione che Vincenzo Lattuca avrebbe fornito agli inquirenti dichiarandosi tranquillo e di non temere nulla.
I carabinieri del Ris avrebbero poi consegnato reperti e relazione alla Procura di Agrigento evidenziando che le macchie di sangue, rilevate in composizione “a schizzo”, si sono rese visibili grazie all’utilizzo del Luminol anche se nascoste da una recente tinteggiatura completa della parete.
Qualora il sangue dovesse essere compatibile con quello della mamma scomparsa la posizione del fratello Vincenzo potrebbe aggravarsi notevolmente anche se una spiegazione, ad ogni buon conto, dovrebbe darla lo stesso anche nel caso in cui quelle macchie di sangue appartenessero ad un soggetto terzo.
L’unico indagato in questa misteriosa vicenda rimane Filippo Russotto, ex compagno di Gessica e padre di tre dei suoi quattro figli, sul quale pendono le accuse di sequestro di persona, maltrattamento in famiglia, occultamento di cadavere e omicidio. L’uomo si è sempre professato innocente ed estraneo alla tragica vicenda riferendo agli inquirenti che i suoi rapporti con Gessica erano buoni nonostante i due non vivessero più sotto lo stesso tetto.
Durante le perquisizioni e numerosi sopralluoghi negli immobili e pertinenze di proprietà di Russotto i carabinieri non hanno mai scoperto nulla di interessante ai fini dell’inchiesta. Russotto, più volte, avrebbe lanciato accuse precise e ipotizzato scenari che poi gli inquirenti non avrebbero ritenuto credibili.
Nel corso di questi due anni e più le indagini si erano orientate in diverse direzioni: un giro di squillo, la presenza di un uomo visto in compagnia di Gessica prima della scomparsa, le scritte sui muri vergate con una bomboletta da uno sconosciuto che indicava il nome del presunto assassino della donna sino al traffico internazionale di droga che aveva coinvolto alcuni pregiudicati di Favara.
In buona sostanza tanta carne al fuoco ma i risultati tardano ad arrivare. Certo è che Gessica Lattuca conosceva molte persone, non tutte proprio adamantine. La giovane mamma potrebbe essersi trovata nel posto sbagliato, nel momento sbagliato? E poi attirata in un tranello organizzato da qualcuno che la ragazza di 27 anni ben conosceva?
Il procuratore aggiunto Salvatore Vella e il sostituto Paola Vetro stanno lavorando su diversi fronti, certamente senza alcun aiuto da parte di nessuno. In paese molti sarebbero a conoscenza della verità ma l’omertà regna sovrana:
”…A distanza di due anni dalla scomparsa di Gessica – dice l’avvocato Salvatore Cusumano, legale della famiglia Lattuca– la Procura ha disposto accertamenti tecnici irripetibili presso la casa del padre di Gessica che all’epoca della sparizione era detenuto presso il carcere di Agrigento…
…Dunque nessun coinvolgimento dell’uomo nella scomparsa della figlia. L’immobile era abitato all’epoca dei fatti dal fratello della ragazza che è stato anche l’ultimo a vederla ancora in vita. Gli accertamenti hanno interessato anche l’autovettura dell’ex datore di lavoro della giovane madre ma pare non sia emerso nulla di rilevante…”. Non rimane altro che attendere la prossima mossa degli inquirenti.
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