Merkel sembra abbia cambiato leggermente rotta:“…Per la Germania riconoscersi nell’Unione europea è parte della ragione di Stato . L'Europa non è Europa se non si è pronti a sostenersi gli uni con gli altri, nei tempi di un'emergenza non si hanno colpe…". Fesso chi ci crede…
Cosa sarà dell’Europa? E cosa accadrà all’Italia? Oggi forse potremo avere delle risposte più chiare sulle reali intenzioni dell’Unione Europea di intervenire o meno sulla crisi economica prodotta dal virus. Alle 15 si terrà la nuova videoconferenza del Consiglio europeo, che delibererà sugli accordi precedentemente raggiunti dall’Eurogruppo. Il dibattito sarà ampio e accesso. Verranno trattati temi quali il Mes, gli Eurobond, SURE e Recovery Fund. Proprio quest’ultima proposta sarà al centro del discorso, individuata da molti come strumento necessario per la ripresa economica. Sostanzialmente si tratta di un fondo temporaneo dotato di 300 miliardi di euro. La proposta ideata dalla Commissione europea, però, non sarà totalmente un prestito a fondo perduto. Una parte di esso verrà concepita come cessione effettuata tramite l’emissione di obbligazioni europee da destinare ai Paesi più colpiti dall’emergenza. Un piano che potrebbe rivelarsi una trappola se non fosse seguito da un aumento di liquidità immediata e non venisse ammorbidita la visione sul tema degli Eurobond.
Intanto Merkel sembra abbia cambiato leggermente rotta:
“…Per la Germania riconoscersi nell’Unione europea è parte della ragione di Stato – ha detto la cancelliera – l’Europa non è Europa se non si è pronti a sostenersi gli uni con gli altri, nei tempi di un’emergenza non si hanno colpe…”.
Allo stesso tempo, però, il premier tedesco ha tergiversato sulle conseguenze di questo rinnovato sentimento solidale:“…Dovremo essere pronti a dare contribuiti chiaramente più alti per il bilancio europeo…”. Vero o falso?
Non è chiaro, dunque, se i sostegni sanitari inseriti nel bilancio dell’Unione Europea andranno in qualche maniera a gravare sulle misure d’austerity imposte ai Paesi membri. Se così fosse per l’Italia la situazione si metterebbe molto male a sentire sia il Fondo Monetario Internazionale, sia l’Oil. L’impatto della crisi sull’economia italiana potrebbe essere devastante. Non bisogna dimenticare che la temporalità della diffusione del virus avrà sullo Stivale un peso non indifferente e maggiore rispetto ad altre nazioni, bloccando quasi in toto l’industria turistica dell’Italia.
Nella serata di oggi, inoltre, il Parlamento italiano si riunirà per votare la fiducia sul decreto Cura Italia. Sarà senza dubbio un momento importante, in cui verranno vagliate le mosse introdotte dal governo fino ad oggi. Bisognerà capire come e quanto gli sviluppi del Consiglio europeo peseranno sulla votazione finale.
Intanto, qualche giorno fa Emma Bonino ha accusato il premier Conte e la condotta del Governo:“…Per me resterà indimenticabile un Tg1 in cui lei disse – ha dichiarato la Bonino rivolta al presidente del Consiglio – “se l’Europa non ci sta faremo da soli…”. Faremo da soli non si può. A meno che si preferisca scegliere Pechino e le conseguenze del caso. Anche le pietre sanno che il Mes arriverà senza altre condizioni che spendere bene le risorse…”.
In realtà rimangono ancora seri dubbi sulla condizionalità o meno del Mes, perché se pur il piano d’aiuti arrivi svincolato da qualsiasi obbligo futuro, rimane aperta la questione del bilancio europeo, e, dunque, il risarcimento potrebbe esser richiesto semplicemente in altri modi. L’unica via sicura, in questo momento, sembrano gli Eurobond, sempre Olanda permettendo.