Ex Ilva: ok Cdm a 250 milioni ad Acciaierie d’Italia per proseguire le attività

La somma serve a portare avanti le azioni necessarie perché l’asset continui a operare fino al completamento delle procedure di assegnazione.

Roma –  Il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo stanziamento di 250 milioni per Acciaierie d’Italia. Lo si apprende da fonti a conoscenza del dossier. La somma, viene spiegato, serve a portare avanti le azioni necessarie perché l’asset continui a operare fino al completamento delle procedure di assegnazione. Il caso ex Ilva continua a tenere banco. Al momento sono pervenute dieci offerte per l’acquisizione degli stabilimenti entro il termine fissato alla mezzanotte tra il 10 e l’11 gennaio. La “scadenza, precedentemente prorogata a dicembre 2024, ha consentito una più ampia partecipazione al processo di presentazione delle offerte”, avevano comunicato i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia in Amministrazione straordinaria (As) e di Ilva in As.

E’ la terza volta che il gruppo siderurgico, un tempo dello Stato, passa di mano. I primi proprietari privati furono nel 1995 i Riva, poi nel 2017 arrivarono gli indiani del gruppo Arcelor Mittal, adesso la procedura si ripete. Dopo la presentazione delle manifestazioni di interesse, a visitare gli asset in vendita, in questi mesi, sono stati soprattutto gruppi stranieri non europei. Critica la posizione della Fiom-Cgil: “In un passaggio così delicato come la presentazione delle offerte per l’acquisizione degli stabilimenti di Acciaierie d’Italia, la comunicazione – aveva detto il sindacato – deve avvenire non a mezzo stampa ma attraverso il confronto nelle sedi istituzionali, a partire da Palazzo Chigi, con il sindacato e l’azienda”. “Troviamo assolutamente inopportune le comunicazioni a mezzo stampa di chi ha la responsabilità di governare e di confrontarsi con la rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori”.

Giovanni D’Arcangelo, segretario generale della Cgil di Taranto, ha sottolineato: “Come Cgil Puglia abbiamo scritto al presidente della regione per costruire insieme la visione industriale del futuro all’interno del libro verde, a partire dagli 800mln di euro del JTF dove non c’è una progettazione aperta”. D’Arcangelo aggiunge che “quelle risorse ce le danno per mitigare gli effetti della transizione industriale. Taranto può e deve rappresentare il laboratorio sociale della trasformazione industriale, ma questo non si può fare sulla testa o alle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori”.

E ancora il sindacalista: “La vicenda ex-Ilva torna ad essere un buco nero fatto di annunci, parole, intendimenti, ma che da oltre dieci anni ci tiene incatenati ad una visione statica dello sviluppo di questo territorio”. D’Arcangelo conclude che la “decarbonizzazione di quegli impianti non è una mossa arbitraria da battaglia a Risiko, ma un diktat impellente richiestoci dalle esigenze di salute e sicurezza e dalle normative europee. Per questo il ruolo dello Stato non è un fattore di secondaria importanza. Anzi, direi dirimente”, ha aggiunto. 

commissari straordinari si sono riservati un periodo di tempo congruo per esaminare attentamente tutte le proposte ricevute, con particolare riguardo agli aspetti occupazionalialla decarbonizzazione e all’entità degli investimenti, al fine di assicurare uno sviluppo sostenibile degli impianti e la massima tutela del lavoratori coinvolti, informava una nota. E’ prevista la tutela dei livelli occupazionali, con l’obiettivo di ridurre significativamente il ricorso agli ammortizzatori sociali, mantenendo un costante dialogo con le parti sociali. La procedura di cessione mira, inoltre, a prevedere attività e forme di compensazione a favore delle comunità locali e a preservare la continuità dei complessi aziendali delle Società in AS, con l’obiettivo di riportarle rapidamente ai massimi livelli di attività.

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