Liberi tutti in questa estate bollente, ma sarà la scelta giusta per la lotta al virus? I proprietari di lidi e ristoranti gongolano, ma è una tragedia annunciata.
Roma – Le nuove invasioni barbariche delle spiagge italiane. Il turismo sembra in ripresa, almeno stando ai dati diffusi alla stampa. Le spiagge sono state prese d’assalto, come si suole dire in questi casi, da un’orda di turisti che non vedevano l’ora di poter sgambettare sulla sabbia dei vari litorali italiani. Con ben 8mila chilometri di coste presenti nel nostro territorio, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Una caratteristica davvero invidiabile del nostro territorio. E poi dopo due anni di restrizioni per gli spostamenti e di misure di prevenzione, la gente si è sentita come liberata dalle catene in questa estate di Covid.
Niente più mascherine, distanziamento e Green pass e così via. Sarà stata una scelta efficace? Lo scopriremo solo vivendo, tanto per ricordare una frase di una canzone di Lucio Battisti, che è diventata proverbiale per intendere una situazione sulla quale non si può affermare nulla di certo.
Però ‘sto bastardo di un virus e della sua degna compagna, la variante Omicron, sembra che non abbiano alcuna intenzione di togliere le tende. Quindi tutta questa frenesia al divertimento forzato, con il riempimento dei locali al chiuso e all’aperto e degli assembramenti di bande giovanili, durante le varie movide, appare fuori luogo nel migliore dei casi e una scelta scellerata nel peggiore.
Il Sindacato italiano Balneari (SIB) ha diffuso alcuni dati. Le spiagge si sono ripopolate di turisti, come prima della pandemia, con incrementi a doppia cifra in tutte le regioni. In particolare Campania e Puglia con un +40%, Toscana +30%, Liguria ed Emilia-Romagna con +25% e le Isole maggiori con +25%. I gestori di lidi e chi vive di turismo stanno gongolando per questi numeri incoraggianti, che resteranno tali fino ad agosto, visto le prenotazioni pervenute. Nei weekend, addirittura, si è registrato il tutto esaurito. I più ottimisti definiscono questa voglia di vacanza come ritorno alla normalità degli italiani. Da registrare, però, meno consumazioni ai bar ed ai ristoranti.
Forse una sorta di rimedio in extremis di chi ha visto schizzare alle stelle bollette e carburanti. A far compagnia ai turisti nostrani ci hanno pensato anche gli stranieri. La riapertura delle frontiere e dei voli ha favorito il ritorno dei vicini tedeschi, austriaci, svizzeri, francesi e spagnoli. Ma anche ungheresi, polacchi e, finanche, gli statunitensi. Unici assenti, ma non poteva essere altrimenti, vista la guerra in corso e le sanzioni, i russi. Ora un panorama del genere è stato salutato con fanfare e grida di giubilo da parte del circuito massmediatico. Nessuno vuole mettere in dubbio il sacrosanto diritto al lavoro di chi gestisce un bar, un ristorante, un lido o quant’altro.
C’è da ricordare che queste categorie hanno ricevuto sostegni economici da parte del governo, un fiume di soldi che, a volte, ha fatto dei giri tortuosi, tanto da giungere in tasche non proprie cristalline. Inoltre la pressione esercitata sui decisori politici dalle varie lobbies del settore non poteva che portare ad una sorta di liberi tutti. Complice una classe dirigente che ha preso decisioni ondivaghe, pronta ad assecondare il particolare dei vari gruppi di interesse, perdendo di vista l’interesse della collettività. Come sempre è accaduto finora, paga sempre Pantalone.
Infine, tutta questa gran voglia di ripristinare la normalità precedente alla pandemia, è la dimostrazione lampante che non ci abbiamo capito granché o nulla in quello che ci è capitato. Gli assembramenti umani e l’eccessiva urbanizzazione sono stati due dei fattori, certo non i soli, che hanno favorito il propagarsi del virus killer. Ma noi continuiamo a fare orecchie da mercante in questa estate di covid. E saremmo la specie più intelligente del creato? Complimenti!