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Esplosione di Roma, prime iscrizioni nel registro degli indagati: la Procura indaga per disastro colposo

L’inchiesta si concentra sulle cause dello scoppio: attesi i primi interrogatori e l’analisi delle telecamere. Ipotesi di reato ambientale.

Roma – Arriveranno nei prossimi giorni le prime iscrizioni nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura di Roma sull’esplosione avvenuta nel distributore di via Gordiani, a Roma Est. Al momento, nel fascicolo si ipotizzano i reati di disastro colposo e lesioni, ma non si esclude che l’indagine possa ampliarsi a includere anche l’ipotesi di reato ambientale, qualora emergessero violazioni legate alla gestione del distributore o alla dispersione di materiali pericolosi.

Le indagini: occhi puntati su telecamere e testimoni

Gli inquirenti puntano a ricostruire con precisione quanto accaduto nei minuti precedenti allo scoppio, e in tal senso saranno fondamentali le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona. In settimana verranno ascoltati i primi testimoni, a partire da coloro che si trovavano nell’area del distributore di carburante nel momento dell’esplosione.

Al vaglio anche le condizioni di sicurezza dell’impianto, la regolarità delle manutenzioni e l’eventuale presenza di segnalazioni pregresse che possano far luce su possibili negligenze o omissioni.

Ipotesi di reato ambientale

L’esplosione, che ha causato il ferimento di più persone e danni ingenti a strutture circostanti, ha suscitato forte preoccupazione tra i residenti e ha acceso i riflettori sulle condizioni di sicurezza di alcune infrastrutture in aree densamente popolate. L’area è stata transennata per consentire gli accertamenti tecnici e le attività di messa in sicurezza.

Gli inquirenti stanno valutando se inserire nel fascicolo anche profili di responsabilità ambientale, nel caso venga accertata la dispersione di sostanze nocive – in particolare la diossina – o lo smaltimento illecito di materiali pericolosi, connessi alla gestione del sito.

I due feriti ancora gravi

Intanto restano gravi le condizioni dei due feriti nell’esplosione. A comunicvarlo è la Asl Roma 2. Il primo paziente, che al momento del ricovero presentava ustioni di terzo grado sul 25% del corpo, è stato estubato, mentre il secondo, con ustioni sul 55% del corpo, sarà sottoposto martedì a un trapianto di pelle. La prognosi di entrambi rimane riservata.

Rispetto al primo paziente, spiega la Asl, “le sue condizioni cliniche generali sono in progressivo miglioramento e, già a partire dalle prime ore dopo l’ingresso in ospedale, è stato sottoposto a un protocollo terapeutico specifico per la stabilizzazione e il trattamento delle lesioni cutanee. Le cure proseguono regolarmente e, allo stato attuale, si mantiene sotto costante monitoraggio l’equilibrio emodinamico, respiratorio e metabolico del paziente, la cui risposta clinica è da considerarsi positiva”.

più complicata la situazione del secondo paziente: “Le terapie in corso – si legge nella nota della Asl – includono trattamenti di escarolisi enzimatica, finalizzati alla rimozione selettiva dei tessuti necrotici per facilitare i successivi interventi chirurgici e contenere i rischi di infezione. Il dott. Giuseppe Spaltro, direttore del Reparto Grandi Ustioni dell’Ospedale Sant’Eugenio, in accordo con la propria équipe chirurgica, ha programmato per la giornata di martedì 8 luglio una prima operazione di trapianto omologo di pelle. L’intervento prevede il trapianto di tessuto cutaneo da donatore, seguito da una complessa serie di procedure di innesto, il cui obiettivo è duplice: offrire una protezione meccanica alle aree lesionate e stimolare una risposta trofica dei tessuti, contribuendo così alla ricostruzione progressiva dell’integrità cutanea e alla prevenzione delle complicanze infettive”.

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