Tra forze di Governo, in ritardo per quanto concerne le riforme, e opposizione, sempre più disomogenea e lontana dal poter formare uno schieramento alternativo, arriva una nuova tornata elettorale.
Roma – La strada verso il congresso del Pd si fa sempre più sconnessa e accidentata. Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria, denuncia brogli in Campania e il raddoppio in 48 ore delle iscrizioni in provincia di Cosenza, 2.000 tesserati in più solo in una notte. Sembra una polpetta avvelenata per intorbidire il clima, sostengono alcuni dirigenti dem locali, che smentiscono l’accusa. In ogni caso i dati del tesseramento nazionale sono più bassi del 2021.
Il tempo passa, i problemi delle famiglie si ingigantiscono, ma le campagne elettorali per le amministrative e regionali, non interrompono il clima da stadio che si respira sui territori nei quali si voterà, per le comunali, in primavera. Certamente non si parla più di ritorno alle urne per le nazionali. Chi ci sperava ha smesso di farvi riferimento, chi le temeva si sente rinfrancato da una quasi sicura ulteriore batosta. Le opposizioni, così, preferiscono curarsi le ferite, gravi e numerose. Non trovano un’occasione di reale unità, se non nelle intenzioni e nella ricerca continua e disperata di un programma comune. Giuseppe Conte impone al M5S di mantenere nei confronti del Pd un atteggiamento di distacco, almeno fino al congresso dem. D’altronde le stesse elezioni nel Lazio hanno spaccato democratici e grillini, impedendo un’alleanza nelle regionali.
Inoltre, il teorico veto impresso da Carlo Calenda a coalizioni con i 5 Stelle determina dissidi interni nel centro-sinistra. Anche il papabile segretario Stefano Bonaccini, che ostenta sicurezza, teme più “l’irrilevanza” del Pd che la sua possibile “scomparsa”. Il M5S, cercando di cavalcare il reddito di cittadinanza intende assicurarsi, invece, l’appoggio delle fasce più deboli, garantendosi al contempo una rendita di sopravvivenza politica. Insomma, l’opposizione, al di là delle apparenze e propositi pare condannata all’irrilevanza, per l’avvitamento su dinamiche incomprensibili all’esterno. Nessun entusiasmo genera il congresso dei democratici e neanche troppe critiche possono farsi sul governo Meloni che sta navigando sulla rotta impressa da Mario Draghi e con i mezzi finanziari che si ritrova. Peraltro, l’attuale opposizione paga lo scotto di tanti anni di governo, pertanto se molte cose oggi non vanno bene sono senza dubbio attribuibili al centrosinistra che ha governato per oltre un decennio.
Ne consegue che, al di là delle pantomime televisive, la severità dei giudizi nei confronti del governo Meloni, è infondata e priva di attrattiva. Non può, infatti, attribuirsi a oggi se le condizioni economiche sono sfavorevoli, l’inflazione è galoppante e i costi tutti diffusamente aumentati. È mancata la progettualità a lungo termine e i risultati si vedono. La povertà maggiore che si registra in questo periodo è figlia di una miope visione politica, che ha cercato di gestire a malapena l’ordinario a colpi di “bonus”, concentrandosi solo sugli interventi straordinari e imprevisti. Al centrodestra, invece, l’insistenza sulla tenuta del governo per l’intera legislatura è utile per rinviare a date future e imprecisate non poche riforme, che un po’ tutti si attendono ma che tuttora mancano. Si veda la giustizia, con il diluvio di progetti di Carlo Nordio, ancora da tradurre in leggi. Il refrain è “Siamo appena arrivati, aspettate e vedrete. Dateci tempo”.
Gli appuntamenti elettorali di quest’anno, tra Regionali e il migliaio di Comuni alle urne in primavera che si dovranno rinnovare, non incideranno, su un cambio di rotta politica. Almeno questa è la sensazione ed il giudizio comune. Invece forse saranno le Europee nel 2024 a potere mettere in crisi, eventualmente, il Governo Meloni. Non altro. In particolare, è la coppia Renzi-Calenda a ritenere che l’esecutivo potrebbe patire una sconfitta elettorale il prossimo anno. Tutto è possibile, staremo a vedere se il clima di innamoramento, attesa e rispetto dei cittadini, con l’attuale governo, s’interromperà o si trasformerà in passione consolidata.