Il broker italiano racconta la terribile esperienza vissuta in casa propria durante l’aggressione subìta da quattro balordi che l’avrebbero picchiato a sangue per rubargli le password della banca:”… Quando ho visto il coltello alla gola della mia compagna mi sono deciso a dargli gli accessi con i quali mi hanno portato via 450mila in criptovalute…”. Il processo è in corso e per le autorità diplomatiche non ci sarebbero stati abusi.
Roma – Interpellanza parlamentare e mobilitazione della Regione Liguria per la vicenda di Nicola di Santo, 35 anni, il cuoco italiano detenuto in Indonesia e accusato di rapina in danno di un suo ex socio, nostro connazionale. Il giovane ha denunciato trattamenti inumani e torture da parte della polizia come mozziconi di sigarette spenti sul corpo, botte e percosse, pistole puntate alla tempia per estorcergli confessioni poi ritrattate.
L’uomo, che si dichiara innocente, pare stia subendo un regolare processo, a sentire le autorità diplomatiche italiane che seguono il giudizio, con l’accusa di essere il mandante di una rapina di criptovalute, del valore di circa 450mila euro, nel possesso di Principe Nerini, 44 anni, esperto di sicurezza informatica e broker finanziario originario di Prato ma residente a Bali da tre anni. Secondo quest’ultimo le cose sarebbero andate diversamente:
”…Nel 2020 alcuni amici di Tahiti mi parlano di Nicola Di Santo – racconta Nerini – uno chef italiano appena sbarcato nell’isola. Decido di incontrarlo in una birreria perché mi poteva venire comodo un cuoco atteso che aveva acquisito diversi ristoranti. Di Santo mi dice che in Australia aveva avuto problemi con la fidanzata e che per questo gli avrebbero tolto visto. Aveva deciso dunque di venire a Bali per lavorare…
…Di comune accordo abbiamo deciso che Nicola avrebbe seguito la cucina di un mio ristorante, cosa che ha fatto per bene. Poi scoppia il Covid, i ristoranti chiudono e Nicola rimane senza occupazione. Lo aiuto con un sostegno mensile e dandogli un alloggio. Poi mi chiede come fare per diventare un broker e vendere Bitcoin come facevo io. Nicola apre una ditta di trading e si consocia con la mia azienda indonesiana. Ma dopo appena otto mesi Nicola voleva fare di testa sua…”.
Il broker parte per affari e va in Brasile. Quando torna a Bali i suoi soci gli avrebbero consigliato di chiudere i rapporti con Nicola il quale non avrebbe rispettato gli accordi e non solo. Nerini chiede giustificazioni al giovane cuoco che di lì a qualche giorno avrebbe lasciato la propria abitazione:
”…La sicurezza mi avverte che il cuoco se n’era andato portando con sé tutta la sua roba – aggiunge Nerini – provo a chiamarlo al telefono ma non risponde. Dopo alcuni giorni mi arriva un messaggio nel quale Nicola mi chiede 5 milioni di rupie (12.500 euro circa). Gli scrivo che se ha bisogno di aiuto sono disposto a darlo ma dopo averlo incontrato. Nicola sparisce ma i miei soci mi dicono che attraverso i social il cuoco rimane in attività. La notte fra il 10 e l’11 novembre 2021 entrano in casa mia 4 persone con il volto travisato che iniziano a colpire me e la mia compagna con calci e pugni…
…In quell’occasione perdo l’occhio sinistro, rimango in fin di vita e subisco un intervento di ricostruzione parziale del cranio. Durante l’aggressione i miei aguzzini mi chiedono il Pin della cassaforte e le password di accesso ai miei conti in moneta virtuale e quando vedo un coltello puntato alla gola della mia donna decido di parlare. Poi fuggono con un bottino di 1 milione di euro fra bitcoin, attrezzature, soldi contanti ed altri valori lasciandoci legati e mezzi morti…”.
Durante l’aggressione due degli aguzzini si sarebbero tolti le sciarpe, Nerini e la sua compagna riconoscono uno di loro, tale Greg Simpson, 36 anni, ex militare inglese, poi identificato ed arrestato dalla polizia. Gli investigatori avrebbero scoperto che circa 450mila euro sarebbero stati prelevati dal portafoglio criptografico di Nerini e trasferiti in altro conto che poi sarebbe risultato quello di Di Santo:
”…Conoscevo Greg per averlo visto con Nicola – continua Nerini – assieme ad un giovane russo ed un collega polacco…”. Nerini è un fiume in piena e racconta per filo e per segno la sua verità. In Italia il senatore Gregorio De Falco ha fatto un’interpellanza parlamentare per quanto accaduto a Di Santo mentre la Regione Liguria vuole saperne di più su torture e violazione dei diritti umani.
- seconda parte