Ivano e Cinzia erano stati ritrovati senza vita, a 21 giorni di distanza l’uno dall’altra. Entrambi ammazzati a coltellate senza pietà.
Roma – Il 21 è un numero sfortunato per i coniugi Ivano Iannucci e Cinzia Cannella, deceduti a distanza di 21 giorni, a 21 anni. Lui è morto il 12 dicembre ‘91, lei all’alba del ‘92. Il corpo dell’uomo era stato rinvenuto nella sua abitazione, quello della moglie in periferia, su un prato.
Ivano era un tossicodipendente, ma anche Cinzia faceva uso di eroina. Ricettazione, rapine e furti avevano condotto, per qualche settimana, lei a Rebibbia e lui a Regina Coeli. Fatale per entrambi un’arma bianca: Ivano è stato ucciso con un coltello seghettato da cucina, Cinzia con un pugnale.
Porta chiusa a quattro mandate
Iannucci venne ritrovato cadavere in casa, sabato 14 dicembre 1991, in via Giulio Pasquati 30. L’ultima volta che il fratello Stefano parlò con lui fu il 12 dicembre, il presunto giorno dell’omicidio.
Furono i genitori a trovare il corpo, entrando nell’abitazione con una copia delle chiavi. “Lo cercavamo da due o tre giorni e, non riuscendo a trovarlo nemmeno in casa di amici, ci siamo preoccupati. Aveva i suoi guai, era stato in carcere, la droga lo aveva incattivito, ma restava attaccatissimo alla famiglia”, rivelarono i parenti.

Claudio e Adriana, i genitori di Ivano, trovarono l’appartamento chiuso con quattro mandate. I pochi oggetti di valore tenuti in un cassetto c’erano tutti. Non poteva essersi trattato di un ladro, né di una rapina finita male. Come spiegare dunque la porta d’ingresso chiusa a chiave? Sarà stata Cinzia Cannella, unica altra persona in possesso delle chiavi, ad aver impugnato l’arma del delitto, forse in preda ai deliri di una crisi di astinenza?
Ivano muore. Cinzia scompare
La salma dell’uomo venne rinvenuta per terra, in posizione seduta, con le ginocchia piegate sul pavimento e la schiena poggiata al letto. Quattro coltellate all’altezza del cuore, larghe, slabbrate, profonde, L’arma del delitto non venne mai trovata, ma si ipotizzò potesse essere un coltello seghettato da cucina.
La sera stessa dell’assassinio di Ivano, Cinzia scomparve nel nulla, finché non fu rinvenuto il suo cadavere il 4 gennaio. La donna, nel frattempo, diventò la sospettata numero uno e la sua foto venne trasmessa ad aeroporti, ferrovie, commissariati italiani e frontiere.
Il pomeriggio del 4 gennaio 1992
La sera del 4 gennaio 1992, intorno alle 18.30, in via Cesco Baseggio venne ritrovato il corpo di Cinzia. Il medico legale, Ronchetti, dopo le prime indagini autoptiche, dichiarò che la morte risaliva a due o tre giorni prima del ritrovamento. Il sangue era rappreso e non c’era più rigidità cadaverica. Presumibilmente, Cinzia era morta il giorno di Capodanno. Forse il giorno dopo, al più tardi.

Appuntamento andato male con un pusher? Regolamento di conti di uno spacciatore non pagato? Vendetta di un amico del marito? Ciò che resta di questa storia è un ragazzo morto troppo presto e sua moglie, caduta in una trappola mortale, uccisa da un pugnale con una lama affilata, un coltello diverso da quello usato per uccidere Ivano, ma che anche per la donna l’arma bianca era stata così tagliente al punto da strapparle la vita…
(fine Prima Parte)