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Droni: alleati o nemici dell’uomo?

La tecnologia prosegue senza sosta il suo cammino e penetra in tutte le fasi della nostra vita. Ormai, ci stiamo abituando a veder svolazzare veicoli, detti “aeromobili a pilotaggio remoto” (APR), più noti come droni.

Roma – Si tratta di apparecchi volanti pilotati a distanza da un computer di bordo o da un pilota che li guida da lontano con un radiocomando. Sono utilizzati in ambito civile e militare, ma anche nel lavoro e per scopi ludici. Ebbene, una notizia diffusa dall’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) ha fatto sobbalzare l’opinione pubblica. In una simulazione bellica uno di questi aggeggi, pare sia insorto contro l’uomo, uccidendolo. Menomale che si è trattato di una simulazione nonché di una probabilità solo teorica, al momento.

Un funzionario dell’Air Force degli USA, ovvero l’aviazione militare, ha dichiarato che un drone guidato da un algoritmo programmato per una missione punitiva, potrebbe non eseguire le direttive dell’operatore ed eliminarlo per portare a compimento la missione. In dettaglio, il drone guidato dall’intelligenza artificiale (IA) doveva distruggere i siti di missili terra-aria (SAM, Surface-to-Air-Missile) della difesa nemica. Si tratta di un tipo di missile utilizzato per la difesa dello spazio aereo. Il comando era di pertinenza di un militare addestrato per il compito. Secondo il software l’opzione di sparare era, comunque, quella preferibile. Durante la simulazione l’IA ha deciso, in autonomia, che qualsiasi scelta dell’operatore di non procedere ostacolasse lo scopo della missione.

I droni trovano largo impiego in ambito militare.

Quindi, si è rivoltato contro l’operatore. Il software avrebbe ottenuto dei punti, proprio come in un quiz a premi, se la missione fosse completata. Ufficialmente l’aviazione statunitense ha smentito la ricostruzione del funzionario, rilasciando una nota alla stampa:

Il Dipartimento dell’Aeronautica Militare non ha condotto alcuna simulazione di tali droni AI e rimane impegnato nell’uso etico e responsabile di questa tecnologia. Il racconto è un insieme di commenti estrapolati dal contesto e messi insieme in modo aneddotico“.

Lo stesso funzionario, in seguito allo scalpore derivato alle sue dichiarazioni, ha cercato di “correggere il tiro” affermando di essersi espresso male.

La simulazione era solo un “esperimento mentale” fondato, comunque, su possibilità probabili e plausibili. Ma la “toppa è stata peggio del buco” come recita un antico adagio popolare. Infatti, il funzionario ha dichiarato in maniera ambigua: “Non abbiamo mai eseguito quell’esperimento né ne avremmo bisogno per renderci conto che questo è un risultato plausibile“. Ovvero che non è necessario un esperimento per verificare che la possibilità descritta, possa essere concreta. Si resta sgomenti di fronte a notizie e scenari di questo tipo. Che le macchine inventate dall’uomo potessero rivoltarsi contro, erano ipotesi presenti solo nella fantasia degli autori di fantascienza.

Mai avremmo pensato che potesse capitare nel mondo reale. Ora appare possibile e il fatto produce brividi di terrore che lentamente attraversano il nostro corpo. Almeno in chi ha superato gli “anta”. Per i meno giovani, forse quest’aspetto può essere considerato con più disinvoltura. Staremo a vedere. Si spera solo che l’IA, una volta preso il posto dell’uomo, non produca gli stessi danni commessi dagli esseri umani. Ma, poiché l’origine dell’algoritmo è frutto dell’umano ingegno, si nutrono poche speranze.

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