Studio Usa rileva che crescono anche metanfetamine e coca mentre l’eroina è in calo. “Più sorveglianza e sforzi per trattare le dipendenze”.
Roma – A marzo il governo italiano aveva messo a punto un piano per prevenire la diffusione del Fentanyl, ribattezzata la “droga degli zombi” e che in Usa era già un’emergenza con 180 decessi al giorno. Nel nostro Paese ad allarmare era l’interessamento della ‘ndrangheta su questo potente farmaco analgesico che usato illegalmente come droga, può trasformarsi in un killer spietato. In America è sempre più emergenza, e lo testimonia un recente studio pubblicato su ‘Jama Network Open’ che mostra come sia cambiata radicalmente nell’ultimo decennio l’esposizione a queste sostanze, specchio anche dell’evoluzione del mercato della droga. Ebbene, in 10 anni sono aumentate le concentrazioni di Fentanyl, metanfetamina e cocaina nei campioni di urine, mentre l’eroina è diminuita.
Una fotografia scattata negli Stati Uniti, e riportata da Adnkronos, in un contesto che spesso anticipa tendenze in grado di diffondersi a livello globale, interessando anche l’Europa (come nel caso del Fentanyl). Lo studio si basa sui dati relativi a quasi 922mila campioni di urina unici raccolti tra il 2013 e il 2023. Il cambiamento osservato nel panorama delle sostanze utilizzate, evidenziano gli autori, rende necessarie iniziative di sorveglianza rafforzate e rende urgente accelerare gli sforzi per trattare le persone esposte a Fentanyl e stimolanti illegali. In questi anni gli Usa stanno vivendo una crisi prolungata causata da overdose principalmente associate all’esposizione a Fentanyl prodotto illecitamente, metanfetamina e cocaina, ricordano gli autori della ricerca. Il rischio di overdose e le risposte al trattamento possono essere direttamente influenzate dalle concentrazioni assolute dell’esposizione alle sostanze e dalla prevalenza d’uso.
Per questo gli esperti della Johns Hopkins University School of Medicine e di Millennium Health hanno deciso di avviare l’analisi concentrando la loro attenzione sui risultati dei test urinari per la ricerca di sostanze da campioni raccolti tra l’1 gennaio 2013 e il 22 agosto 2023, in 49 stati e nel Distretto di Columbia. I campioni sono stati ottenuti da pazienti di età dai 18 anni in su, che si sono presentati nelle cliniche per il trattamento di disturbi da uso di sostanze. Il test è stato disposto dai medici in base. L’analisi è stata condotta per più sostanze o metaboliti – Fentanyl, eroina (6-monoacetilmorfina), cocaina (benzoilecgonina) e metanfetamina – utilizzando la cromatografia liquida con spettrometria di massa in tandem. I campioni appartenevano per il 59,6% a maschi, età media 34 anni.
La concentrazione aggiustata di Fentanyl nei campioni di urina era di 38,23 nanogrammi per milligrammo (ng/mg) di creatinina nel 2023, rispetto a 4,61 nel 2013. La concentrazione di metanfetamina era di 3.461,59 ng/mg di creatinina nel 2023 contro 665,27 del 2013. La concentrazione di cocaina è stata di 1.122,23 ng/mg di creatinina nel 2023 e di 559,71 nel 2013. Tutti valori in crescita (soprattutto il fentanyl). La concentrazione aggiustata di eroina è risultata invece in calo: è stata di 58,36 ng/mg di creatinina nel 2023, rispetto a 146,59 del 2013. E qui in Italia cosa sta accadendo?
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, illustrando a marzo scorso quelle che erano le misure contenute nel Piano aveva avvertito: “Saranno potenziati i controlli, da parte dell’Arma dei Carabinieri e dei Nas, sulla distribuzione del Fentanyl sul territorio nazionale nonché le misure di sicurezza dei luoghi dove la sostanza è conservata, per evitarne la sottrazione indebita. Questo significa intensificare i controlli per evitare eventuali furti. A questo proposito il Ministero sta allertando Regioni e farmacie a prestare massima attenzione e garantire la corretta custodia del farmaco”. I numeri allora erano già allarmanti: in Usa si contano 73mila decessi da oppioidi sintetici (soprattutto Fentanyl) nel 2022 e 137 sono quelli registrati in Europa nel 2021.
In Italia, dal 2016 ad oggi i decessi registrati sono 2 e si segnalano anche 5 comunicazioni riguardanti intossicazioni non fatali, ma siamo probabilmente dinanzi ad una “sottostima del fenomeno”, si afferma nel Piano, che avverte: “Si tratta di una minaccia potenziale capace di influire in modo significativo sulla salute e la sicurezza europea in un prossimo futuro”. Due mesi dopo la presentazione di quel piano, a maggio, un nuovo allarme aveva investito l’Italia, dopo che il Fentanyl era stato trovato a Perugia in eroina da strada. Sale dunque l’allerta per nuove segnalazioni di Fentanyl in Italia. Una nota della direzione della Prevenzione del ministero della Salute aveva così elevato l’allerta a ‘Grado 3’ dopo “l’identificazione di Fentanyl in eroina da strada a Perugia“, certificata dalle analisi condotte subito dopo.
Negli stessi giorni della scoperta a Perugia, a Gioia Tauro veniva scoperta dai carabinieri un farmacia non autorizzata dove c’erano medicinali soggetti all’obbligo di “ricetta speciale” e classificabili quali sostanze stupefacenti, in particolare Fentanyl e morfina. E ancora, a fine maggio, il rapporto del Viminale che ha rilevato come il sequestro maggiore di Fentanyl, in Italia negli ultimi sei anni si è verificato in Calabria, esattamente a Cosenza nel 2018 quando le forze dell’ordine hanno intercettato 20 dosi. Il dato è emerso dal rapporto del Dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, divisione Direzione centrale servizi antidroga, che prende in esame i dati tra il 2018 e il 2023. In altre regioni i sequestri sono stati di minore portata, dietro la Calabria c’è il Lazio con Roma dove sono 13 le dosi sequestrate più un quantitativo sfuso da 113 grammi. A Bologna, in Emilia Romagna, nel 2019 sono stati sequestrati 8 grammi; sono 18 invece i grammi sequestrati a Imperia, in Liguria, nel 2023. Nello stesso anno a Bari, in Puglia, sono state sequestrate 6 dosi.
Il Fentanyl è stata anche al centro dell’intervento del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, alla conferenza stampa di presentazione, a palazzo Chigi, della Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia. “Abbiamo disposto una mirata attività di monitoraggio sulla diffusione all’interno degli istituti penitenziari”, ha detto il Guardasigilli, “sia sull’utilizzo del farmaco che sulle prassi di somministrazione”. Sull’attività avviata da via Arenula, il ministro Nordio ha spiegato che i provveditorati regionali sono stati invitati a comunicare agli istituti di propria competenza diverse informazioni: tra l’altro, i quantitativi di farmaci Fentanyl presenti nelle infermerie, e in quali forme; quanti sono i pazienti ai quali viene prescritto il farmaco (in forma anonima), la tipologia di trattamento sanitario e le dosi quotidianamente distribuite.
Ma anche informazioni sulle modalità operative di circolazione del farmaco: se per esempio i “cerotti” vengono riconsegnati dal paziente dopo l’uso, ovvero se rimangono nella sua disponibilità. Questo, per intervenire sul rischio che “i cerotti vengano scambiati tra persone detenute”, ha evidenziato il Ministro. Non solo carceri: il fentanyl può essere individuato anche nel corso delle indagini preliminari per reati connessi alle droghe. Su questo fronte, aveva ribadito Nordio, è in atto un dialogo con il procuratore generale della Cassazione e con il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo per elaborare un documento, da trasmettere alle procure territoriali, con misure utili per contrastare il fenomeno in sede di indagini preliminari. L’obiettivo, ha spiegato il Guardasigilli, è “dare un’omogeneità di indirizzo per quanto riguarda le perizie e consulenze attraverso cui emerge la presenza di questa droga”.