Il segretario Cisl Sbarra ribadisce che nella manovra ci sono molte luci e ombre ma che solo insieme si può ritrovare il confronto.
Roma – Dopo lo sciopero generale del 29 novembre che ha acceso lo scontro con il governo – il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha firmato la precettazione – i sindacati, spaccati, cercano di ritrovare l’unità. Cgil e Uil si sono uniti nel braccio di ferro contro l’esecutivo, mentre il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, continua a dire , oggi lo ha fatto a SkyTg24, che “non è una manovra da sciopero generale, ci sono molte luci ed ombre che però possiamo recuperare attraverso il confronto”.
“Molti dei contenuti della legge di stabilità recepiscono proposte e rivendicazioni avanzate come Cisl, dà una risposta forte al sostegno dei redditi da lavoro dipendente – spiega -. Non tutto va bene e ci sono aspetti che vanno cambiati, ad esempio va ripristinato il fondo sull’automotive, vanno aumentate le pensioni minime e va fatto un deciso e forte taglio delle tasse al ceto medio. Ma questo possiamo farlo attraverso il dialogo e il confronto”. “Per me l’unità sindacale è un grande valore, i rapporti unitari sono importanti” afferma Sbarra dicendo alla Cgil e Uil “Ritroviamo un percorso unitario per esempio sostenendo insieme e sfidando il governo su un nuovo patto sociale in Europa, affrontiamo il tema della partecipazione, e discutiamo su questo, facendo prevalere le ragioni del dialogo e del confronto che non esclude il conflitto”.
“Dobbiamo però capire – conclude Sbarra – se questo percorso di unità sindacale, lo facciamo sulla protesta o invece, come la Cisl ritiene, su i contenuti, sulle strategie, sulla visione, sul modello sindacale. Noi pensiamo come Cisl che, nella modernità e nella transizione, oggi il modello sindacale che serve al Paese non può che essere attestato sul terreno del pragmatismo della responsabilità, della contrattazione, della partecipazione, dell’autonomia della politica. Ecco perché lanciamo la sfida”.
Sul clima che si è creato tra Governo e sindacati è intervenuto anche il Capo dello Stato. Mattarella ha usato parole nette, proprio quando cresceva il livello di tensione tra esecutivo e sindacati. Con lo sciopero generale alle porte e la precettazione firmata dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini, il presidente della Repubblica aveva detto. “Auspico che il confronto tra istituzioni e parti sociali, tra i vari livelli delle istituzioni e i corpi intermedi, sia sempre aperto e costruttivo”, scandisce il presidente. Quindi, richiama direttamente gli imprenditori al “dialogo con le organizzazioni sindacali”.
Un tentativo di riportare l’asprezza del conflitto in atto ai toni della mediazione. Un’esortazione, quella del Capo dello Stato, che insiste anche sull’esigenza del confronto tra imprese e organizzazioni dei lavoratori. “È essenziale – ha spiegato – per rendere fertile il terreno e costruire un benessere più condiviso. Le sfide presenti possono essere affrontate solo se, con lungimiranza, si pensa anche al domani”. In vista di dicembre, quando si contano già 15 scioperi proclamati, fra cui uno generale fissato il 13 (guarda caso un altro venerdì) a pochi giorni dal Natale, il ministro dei Trasporti Matteo Salvini si dice “pronto a intervenire ancora, per aiutare i cittadini”. Sono soddisfatto di aver garantito, venerdì, il diritto a viaggiare con i mezzi pubblici a milioni di italiani”, ha detto il vicepremier a proposito dello sciopero del 29 novembre finito al centro delle schermaglie tra governo e sindacati. “Il mio impegno non cambia”, tiene il punto Salvini.